Italia e Russia, spy story con espulsione di un diplomatico

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In foto Pasquale Terracciano

Con quasi un mese di ritardo, e con una “regia” che ha fatto di tutto per evitare di riattizzare lo scontro con l’Italia, il governo russo ha deciso ieri di espellere un solo addetto militare italiano da Mosca. È la reazione all’espulsione da Roma dei due addetti russi coinvolti nel caso di Walter Biot, l’ufficiale italiano arrestato poco dopo aver passato informazioni segrete a uno dei due russi. Come riportato sulla Repubblica da Vincenzo Nigri, in queste ore l’ambasciatore italiano Pasquale Terracciano è stato convocato al ministero degli Esteri: i diplomatici russi gli hanno consegnato una nota in cui hanno dichiarato “persona non grata” il vice-addetto militare italiano a Mosca, il comandante di Marina Curzio Pacifici. Il ministero degli Esteri russo ha poi fatto un comunicato per rendere nota l’espulsione, ma l’ufficio stampa non ha convocato giornalisti russi per accogliere Terracciano all’uscita del ministero, evitando quella sorta di esposizione obbligata che ha accompagnato invece le notifiche di espulsione di altri diplomatici Nato.
A fine marzo a Roma il comandante Biot era stato bloccato dopo aver passato una memory card con alcuni documenti segreti fotografati sullo schermo del suo computer. Nel giro di poche ore, il governo italiano decise di espellere i russi, che hanno atteso quasi un mese, e invece di espellere due italiani, si sono limitati solo al comandante Pacifici. “L’ufficiale di Marina era però già al termine della sua missione, e il 3 giugno sarebbe comunque rientrato in Italia” fanno notare alla Farnesina. “Dunque tutto rientra nelle nostre previsioni. Avevamo previsto che Mosca avrebbe reagito con questo tenore”. La Farnesina ha risposto all’espulsione con un comunicato dai toni molto freddi. “Abbiamo appreso con profondo rammarico della decisione della Federazione Russa di espellere l’addetto navale aggiunto d’Italia a Mosca”, dice il ministero degli Esteri, una decisione “infondata e ingiusta, perché in ritorsione a una legittima misura presa dalle Autorità italiane a difesa della propria sicurezza”. Fra l’altro ieri gli incontri dell’ambasciatore Terracciano con i vertici della diplomazia russa sono serviti anche a passare un nuovo messaggio, un invito alla moderazione: le attività di spionaggio, le espulsioni, le contro-espulsioni vanno fermate, perché prima o poi si rischiano incidenti che possono finire fuori controllo. Il 30 marzo Biot era stato arrestato mentre consegnava documenti segreti a Dmitrij Ostroukhov, assistente dell’addetto navale dell’ambasciata russa a Roma Aleksej Nemudrov. Dopo lunghi pedinamenti da parte del controspionaggio italiano, l’italiano e il russo erano stati fermati, al buio in un parcheggio di Spinaceto, alla periferia di Roma, mentre l’uno consegnava una memory card e l’altro 5.000 euro divisi in piccole scatole di medicinali. Soltanto due giorni dopo i due russi venivano fatti imbarcare su un volo Aeroflot per Mosca. E forse anche questo spiega le sole 24 ore di preavviso che sono state date al comandante italiano per lasciare il suo incarico in Russia.