Israele-Hamas, oggi il ‘vertice della pace’ in Egitto: negoziati e obiettivi

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(Adnkronos) –
L’Egitto ospita oggi al Cairo il vertice per la pace in Medio Oriente, mentre sembra avvicinarsi il momento dell’inizio dell’operazione di terra di Israele a Gaza contro Hamas e il valico di Rafah è rimasto chiuso anche nelle ultime 24 ore, nonostante l’accorato appello del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, presente sul posto. 

Ospiti del presidente dell’Egitto Abdel Fatah al Sisi ci saranno i leader e i ministri degli Esteri di una ventina di Paesi: per l’Italia ci sarà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che interverrà alla prima sessione del mattino. Poi, se le condizioni lo permetteranno, potrebbe volare a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benyamin Netanyahu. 

Il summit convocato da al Sisi – che dovrebbe concludersi con una dichiarazione finale alla quale si continua a lavorare in queste ore tra enormi difficoltà per limare un linguaggio che sia accettabile da tutti – chiederà “un avvio urgente delle discussioni per una soluzione complessiva del conflitto israelo-palestinesi, basata sulla soluzione dei due Stati”, fanno sapere fonti egiziane. Centrale sarà la questione dello sblocco degli aiuti umanitari, su cui continua un difficile negoziato che riguarda condizioni e restrizioni per evitare che arrivino nelle mani di Hamas. 

Ieri al valico di Rafah è arrivato Guterres, dove, ha detto, “è impossibile stare senza avere il cuore spezzato: dietro a queste mura ci sono 2 milioni di persone a Gaza senza acqua, cibo, medicine, carburante. Da questa parte, questi camion hanno ciò di cui hanno bisogno. Dobbiamo farli muovere il prima possibile e tutti quelli che sono necessari”.  

Quanto il tema dell’apertura del valico sia sensibile lo dimostra anche l’attacco su X del portavoce del ministero degli Esteri egiziano, che ha accusato i “media occidentali” di “bersagliare” il Cairo sulla crisi umanitaria a Gaza. Ahmed Abu Zeid ha denunciato il tentativo di “ritenere l’Egitto responsabile per la chiusura del valico nonostante gli attacchi mirati israeliani e il rifiuto a far entrare aiuti e di aver insinuato di recente una responsabilità egiziana per aver ostacolato l’uscita di cittadini di Paesi terzi”. Secondo il ministero degli Esteri, “il valico di Rafah è aperto e l’Egitto non è responsabile per gli ostacoli all’uscita di cittadini di Paesi terzi”.  

Al summit mancheranno però tre dei protagonisti principali di questa crisi: Israele, gli Stati Uniti, ma qualora ci fossero non sarebbe ad alto livello, e poi l”Iran, il ‘padrino’ di Hamas, Hezbollah e Houthi che stanno infiammando tutti i fronti di guerra con lo Stato ebraico. 

 

Ci sarà invece il presidente palestinese Mahmoud Abbas e poi re Abdullah di Giordania, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il re del Bahrein Hamad bin Isa al Khalifa. Per la Russia dovrebbe esserci l’inviato per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov. 

Fra i leader europei la Spagna, con il premier Pedro Sanchez, nella sua veste di presidente di turno della Ue, Francia, Germania e Regno Unito saranno rappresentati dai ministri degli Esteri, e ci saranno il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente cipriota Nikos Christodoulides. Per la Ue il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ma non la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sempre più nell’occhio del ciclone per prese di posizione che sono sembrate ‘troppo filo israeliane’. 

“C’è l’occasione per cambiare rotta e svegliare le coscienze”, è l’auspicio del ministero degli Esteri egiziano per il vertice, che arriva a due settimane esatte dagli attacchi di Hamas a Israele.