Israele e Palestina, ragioni antiche di un conflitto dal quale dipende anche il nostro futuro

Partendo dalla Capitale dell’impero, le legioni romane sistemarono, la dove arrivarono, problemi di belligeranza e convivenza ancora oggi ritenuti più che ardui. Osservando ora quelli che furono i confini dell’impero romano, sia verso il resto del mondo, che, meno draconiani, ripartivano le nazioni al suo interno, balza agli occhi senza difficoltà la straordinarietà delle azioni politiche e sociali di chi dalla Città Eterna disponeva le azioni mirate, sia militari che strategiche. Nel periodo di massima espansione di quell’Impero furono tante le etnie dei cives romani acquisiti con le conquiste. Furono così tanto consistenti da potere senza dubbio affermare ancora oggi che quelle stesse miscellanee sono state i prototipi di uno dei primi modelli di società multietnica. Se si pensa quali fossero i mezzi di trasporto e di comunicazione in uso all’ epoca, immediatamente si trae la conclusione che la riuscita delle missioni andava solo poco oltre la pura sorte. Sono abbastanza noti i vari eventi che, attraversando il Medio Evo, portarono la configurazione del pianeta a una connotazione fisico politica che aveva in embrione buona parte del modello attuale di ripartizione fisica e politica del mondo. Come era prevedibile sin dall’inizio dell’era moderna, non tutte le operazioni furono portate a termine con successo completo. Rimasero “appese”, nel senso di non definite completamente, situazioni del genere di quella Palestina all’interno della più complessa causa di Israele. Sono diverse altre le situazioni del genere anche particolarmente pericolose per tutta l’umanità. Basti pensare all’ armistizio tra le due Coree, in piedi dalla metà degli anni ’40, per avere idea di quali paradossi possano venir fuori dai comportamenti di due o più soggetti in contrasto. All’inizio del terzo millennio è improrogabile la necessità di dare un assetto stabile e di lunga durata. Ne va del prosieguo del cammino dell’umanità.