Iran-Italia, summit commerciale all’ambasciata di Roma

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Si e’ svolto  a Roma dall’11 al 13 luglio 2017 presso l’Hotel Quirinale la quinta edizione dell’Iran International Oil, Gas, Energy e Petrochemical Summit 2017, organizzato dall’Ambasciata Iraniana in Italia con sede a Roma e giurisdizione anche per il sud Italia, di cui l’Ambasciatore Jahanbakhsh Mozaffari . Il fitto programma di conferenze, workshop ed appuntamenti da personalizzare è stato reso disponibile sul sito www.iransummit.com, così come la scheda di registrazione ed i relativi costi per partecipare all’evento. L’Italia e la Repubblica Islamica dell’Iran hanno una lunga storia di rapporti culturali e commerciali, in particolare nel settore petrolifero e dell’energia. Il ministro iraniano Bijan Zanganeh ha già negoziato lo sviluppo di progetti nei settori: petrolifero, gas, energia e petrolchimico con le diverse delegazioni italiane che si sono succedute nelle visite istituzionali a Teheran negli ultimi mesi. Il Summit fornisce un’ottima piattaforma per rafforzare il dialogo e la cooperazione tra le aziende europee e italiane con le loro controparti iraniane.
La componente campana gioca un ruolo fondamentale in questo nuovo accolito tra I due Paesi: non a caso ” Ricerca e tecnologia”, ma soprattutto innovazione a sostegno delle imprese, fu l’obiettivo con il quale due mesi fa parti’ a Teheran il primo evento sullo scambio scientifico e tecnologico tra Italia e Iran dopo la riapertura dei canali commerciali. Il ‘Forum Iran-Italia della Scienza, della tecnologia e dell’innovazione’ è stato inaugurato nella capitale iraniana dalla ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, e dal ministro iraniano della Scienza, Ricerca e Tecnologia, Mohammad Farhadi, alla presenza dell’ambasciatore italiano Mauro Conciatori.
A evidenziare l’importanza dell’iniziativa fu anche la consistenza della delegazione italiana approdata in Iran: 150 persone in rappresentanza di Istituzioni, Università, Centri di ricerca e imprese innovative, tra cui l’assessore all’Internazionalizzazione della Regione Campania, Valeria Fascione, e l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lazio, Guido Fabiani.
“Il Forum ,  organizzato alternativamente in Italia e in Iran, ha rappresentato il momento di punta di un programma basato su una piattaforma stabile di lavoro fondata sullo scambio e sulla cooperazione scientifica e tecnologica tra i due Paesi”. In Italia il programma è promosso dal Miur in sinergia con il Maeci ed è coordinato dalla Città della Scienza di Napoli in collaborazione con Cnr, Infn, Crui, Netval e Confindustria.
“Questo evento ha una grande rilevanza politica nel contesto della cooperazione tra i due Paesi – ha continuato Fedeli -, già sottolineata dalla visita del presidente Hassan Rohani a Roma e da quella di Matteo Renzi a Teheran, primo leader mondiale nella Repubblica islamica dopo il superamento delle sanzioni”.
Il programma del Forum, secondo la ministra, è dunque “sicuramente all’altezza del grande rilievo politico che l’Italia intende conferire ai rapporti con l’Iran”. Ma, oltre all’importanza dell’evento, Fedeli ha tenuto a sottolineare anche “la singolarità” del Forum caratterizzato da “un format in grado di tradurre rapidamente i risultati della ricerca in progetti remunerativi, in particolare nei settori che riguardano ambiente, agricoltura, edilizia, sanità, energia, archeologia e comunicazioni”. In questa ottica sono stati avviati oggi circa 400 incontri ‘business-to-business’. Un valido suggello all’avvio della collaborazione italo-iraniana su ricerca e impresa.
In materia petrolio il nostro Paese non puo’ certo giocare ruoli competitivi con le grandi potenze ma concorrere all’internazionalizzazione delle imprese che concorrono ai grandi progetti in essere. Lo testimonia il fatto che l’attenzione  dell’occidente verso il più grande paese del Medio Oriente, l’Iran, trova una giustificazione, come sempre, nei grandi interessi economici che alcuni Stati riescono a concretizzare con accordi importanti. Nulla da fare, come sempre, è la Francia a spiazzare un po tutti. Le strategie commerciali ed economi che dei francesi battono sempre sul tempo altri paesi del vecchio continente. E’ accaduto in passato con la Libia, la Tunisia, il Marocco. Ora, di nuovo, con l’Iran. A Teheran infatti è stato siglato a Luglio l’accordo tra la Francia e l’Iran che consentirà al colosso petrolifero  Total di sfruttare il giacimento South Pars. Un accordo da quattro virgola otto miliardi di dollari concluso in collaborazione con la cinese Cnpc. L’accordo prevede trenta pozzi e due unità di produzione. Inutile negarlo, la Francia ha puntato tutto sul petrolio,  motore dello sviluppo economico dell’Iran che punta sul rilancio industriale. Lo ha confermato il Ministro dell’Energia iraniano, Bijan Zanganeh, spiegando che il sistema industriale del paese ha bisogno di duecento miliardi di dollari d’investimenti, il settanta per cento dei quali dovrebbero arrivare da investimenti esteri in modo che l’Iran possa portare fino a sei milioni di barili la propria capacità di produzione quotidiana. Insomma, come previsto, l’Iran si apre ad occidente. L’accordo con la Francia decreta anche la fine concreta dell’isolamento internazionale di Teheran. Certo questa apertura di fatto dell’Europa non è vista di buon occhio dall’amministrazione statunitense di Donald Trump che continua ad insistere per aumentare le sanzioni contro la Repubblica Islamica. Intanto, di certo,  c’è la soddisfazione dei francesi. L’amministratore delegato di Totale Patrick Pouyanné si è affrettato a precisare che: “Sin dalla firma dell’accordo sul nucleare iraniano tutte le compagnie europee hanno la possibilità di lavorare in Iran dunque assumiamo un impegno nei confronti dell’Iran e spero che la diplomazia internazionale saprà salvaguardare la nostra capacità di restare qui”. Quasi un modo per rimarcare che i francesi hanno fatto quello che potevano fare tutti ma che nessuno ha fatto.
Gli ha fatto eco anche il Ministro iraniano per l’Energia Bijan Zanganeh: “Firmando questo contratto molti dei dubbi che alcune compagnie straniere avevano circa gli investimenti in Iran si dissolveranno, questo è solo l’inizio del ritorno per quanti intendono investire in Iran, non soltanto nell’industria petrolifera ma anche in altri settori non legati al petrolio”. Dunque il mondo si prepari a fare i conti con un colosso, perché di questo si tratta, l’Iran , ,che determinerà con tali premesse un nuovo assetto economico e commerciale per il pianeta, nel quale l’Italia deve necessariamente concorrere per non restare troppo indietro rispetto ai partner europei.