Investitori in attesa delle decisioni Fed

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Apertura positiva per le principali borse europee. Il Dax di Francoforte sale dello 0,09% a 10.220 punti, l’Ftse 100 di Londra segna +0,01% a 6.156 punti, il Cac 40 di Parigi guadagna lo 0,32% a 4.611,35 punti. Apertura positiva anche per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che fa segnare +0,64% a 22041 punti. L’All Share +0,59% Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi apre stabile a 117 punti. Il rendimento è all1,84%. Il differenziale Bonos/Bund segna 141 punti per un tasso del 2,09%. L’euro apre in rialzo a 1,1282 dollari e 136,11 yen dopo aver toccato un picco di 1,1304 dollari nei primi scambi. Le pressioni al ribasso sul biglietto verde sono iniziate sui mercati asiatici, con una flessione dell’1,2% nei confronti dello yuan. Il cambio dollaro/yen resta nondimeno piuttosto stabile, a quota 120,65. La borsa di Tokyo chiude debole. Dopo una serie di sedute volatili, gli investitori attendono i dati macroeconomici in arrivo dalla Cina nel fine settimana e il cruciale vertice della Fed di mercoledì prossimo. L’indice Nikkei perde lo 0,19% a 18.264 punti, il Topix sull’intero listino sale dello 0,1% a 1.480,23 punti. Dopo aver aperto in calo dello 0,66% la borsa di Tokyo ha ritracciato a metà seduta e al momento è praticamente invariata. Piatto anche l’andamento de listini cinesi: Shanghai guadagna lo 0,06%; Shenzen è del tutto invariato. Cresce invece Hong Kong dove l’Hang Seng guadagna l’1,30%. Le quotazioni del petrolio, infine, tornano ad arretrare sui mercati asiatici. Pesa il no dell’Arabia Saudita a un vertice dei produttori che affronti la questione della stabilizzazione dei prezzi. Il Brent di Londra cede 16 cent a 48,73 dollari al barile, il light crude di New York scende di 29 cent a 45,63 dollari al barile.

Borse asiatiche

Seduta contrastata per i mercati asiatici, in scia alla giornata di giovedì che a Wall Street ha segnato un iniziale rally, al traino del recupero de i corsi del petrolio, ma che ha visto Dow Jones Industrial Average e Standard & Poor’s 500 alla fine degli scambi limitare i guadagni intorno al mezzo punto percentuale (poco meglio il Nasdaq con un progresso dello 0,84%), ancora sulle insicurezze legate al meeting di settimana prossima del Federal Open Market Committee, la commissione delle politiche monetarie della Federal Reserve, attesa al ritorno al rialzo dei tassi. Il dollaro Usa ha tenuto dopo avere sentito pressioni per il rafforzamento dello yuan. La volatilità però regna ancora sovrana, in Asia come in gran parte dei mercati globali, e prova ne è la performance dell’indice Msci Asia Pacific, Giappone escluso, che ha toccato un progresso dello 0,80% per poi scivolare in perdita dell’1,5% (mettendo a rischio un’ottava che si avviava verso un guadagno superiore al 3%). In altalena è andata anche Tokyo, anche se la performance del Nikkei 225 si è mossa intorno a modeste variazioni per poi segnare una perdita dello 0,19% a fine giornata (registrando un progresso superiore al 2% nell’ottava). “I mercati giapponesi sono focalizzati su due cruciali meeting: quello della Fed settimana prossima e quello della Bank of Japan (BoJ) a fine ottobre. Se la Fed non rialzerà i tassi è probabile un rafforzamento dello yen. Tuttavia il declino del Pil nel secondo trimestre, insieme ad altri dati macroeconomici deboli, sembrano in grado di spingere la BoJ verso una rivalutazione dei propri calcoli”, ha scritto Angus Nicholson, analista di Ig Markets. Sul fronte macro, moderato ottimismo è arrivato dall’industria nipponica. Nel trimestre luglio-settembre, infatti, il Business Survey Index (Bsi, sondaggio del ministero delle Finanze giapponese che misura la fiducia delle grandi imprese) relativo al solo settore manifatturiero ha segnato una lettura positiva di 11,0 contro il -6,0 del precedente periodo. Per quanto o riguarda i singoli titoli, da segnalare l’ennesimo scivolone (superiore al 3%) per Toshiba. Seduta in negativo anche per Sydney, con l’S&P/ASX 200 estremamente volatile che ha perso lo 0,47% a fine seduta non riuscendo a monetizzare l’apprezzamento del petrolio, la giornata positiva anche per il minerale di ferro (i big del settore come Rio Tinto e Bhp Billiton alla fine sono scivolati in territorio negativo) e l’iniziale rafforzamento della valuta australiana. Anche i titoli finanziari hanno dato indicazioni contrastate. Stesso copione per i mercati della Cina continentale con Shanghai Composite, Shenzhen Composite (il migliore dei tre principali indici) e Shanghai Shenzen Csi 300 che sono passati da moderati guadagni a modeste perdite per gran parte della seduta. In ripresa, invece, a metà giornata l’Hang Seng di Hong Kong, che guadagna quasi un punto percentuale. In netto declino (dell’1,06%) ha chiuso invece il Kospi a Seoul.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo grazie ad Apple ed al settore biotech. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,47%, l’S%P 500 lo 0,53% e il Nasdaq Composite lo 0,84%. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 5 settembre si sono attestate a 275 mila unità, inferiori al dato rilevato la settimana precedente (281 mila unità) ma in linea con le attese degli analisti. Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,260 milioni, superiore ai 2,250 milioni attesi. I prezzi alle importazioni nel mese di agosto sono diminuiti dell’1,8% rispetto al mese precedente. Le attese degli analisti erano per un calo dei prezzi dell’1,6%. I prezzi alle esportazioni sono scesi dell’1,4% su base mensile dopo un decremento dello 0,4% registrato a luglio. Sul fronte societario Lululemon Athletica -16,41%. Il gruppo di abbigliamento sportivo ha annunciato una trimestrale superiore alle attese ma ha fornito un outlook deludente. Per il trimestre in corso l’utile per azione è atteso tra 0,35 e 0,37 dollari contro i 43 centesimi indicati dal consensus. Nel secondo trimestre l’Eps si è attestato a 0,34 dollari su ricavi per 453 milioni (consensus Eps 0,33 dollari su ricavi per 445 milioni). Seagate Technology -1,76%. L’azienda con sede a Dublino specializzata nella produzione di hard disk ha annunciato l’intenzione di tagliare il 2% della proprio organico a livello globale (circa 1.050 posti di lavoro). Apple +2,2% all’indomani della presentazione dei nuovi prodotti. Mondelez International +0,93%. Il gruppo alimentare ha confermato le stime di crescita organica dei ricavi per il 2015 al 3%. L’utile operativo adjusted è atteso attorno al 14% quest’anno e tra il 15% ed il 16% nel 2016. Con-way +33,83%. Xpo Logistics ha messo sul piatto 3 miliardi di dollari (incluso il debito) per l’acquisto della società attiva in logistica e autotrasporto. ZS Pharma +28,42%. La svizzera Actelion potrebbe lanciare una offerta da 2,5 miliardi di dollari per l’acquisto della società farmaceutica. Lo scrive Bloomberg. Gilead Sciences +3,3%. Il gruppo biotech ha annunciato una emissione obbligazionaria da 10 miliardi di dollari. Secondo gli analisti le risorse raccolte potrebbe essere utilizzate per una grossa acquisizione. Palo Alto Networks +7,4%. I ricavi dello specialista della sicurezza informatica nello scorso trimestre sono aumentati più del previsto a +59%. Si tratta dell’incremento più forte degli ultimi 10 trimestri. La società ha inoltre fornito un outlook per il trimestre in corso superiore alle attese.

Europa

Ieri le principali Borse europee, dopo un avvio positivo, hanno rapidamente azzerato i guadagni e ora sono in territorio negativo. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,1%, il Cac40 di Parigi lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,7%. In Germania l’inflazione ad agosto è cresciuta dello 0,2% su base annua mentre rispetto al mese precedente è rimasta invariata. I dati sono in linea con le attese. Nello stesso mese l’Indice dei Prezzi all’Ingrosso è sceso dello 0,8% su base mensile, risultando inferiore al dato precedente pari al +0,1% m/m. Su base annuale il WPI è diminuito dell’1,1%, dal -0,5% della rilevazione precedente. In Spagna l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,3% nel mese di agosto su base mensile e dello 0,4% su base annuale. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) è diminuito dello 0,4% rispetto al mese di luglio e dello 0,5% rispetto ad agosto 2014.

Italia

Piazza Affari ieri è peggiora nel finale chiudendo in calo con i bancari e il resto d’Europa in una seduta condizionata dalle nuove indicazioni non proprio brillanti sullo stato di salute dell’economia cinese e dal declassamento a ‘junk’ del Brasile da parte di Standard & Poor’s. L’indice FTSE Mib ha perso l’1,02%, mentre l’Allshare ha lasciato sul terreno lo 0,89%. Tra i bancari evidente la debolezza di MPS tra realizzi dopo il +4% di due giorni fa e sulle indiscrezioni secondo cui sarebbe finita in fascia 4 dopo gli “srep” della Bce. deboli alcuni titoli legati al Brasile come Tenaris, Cnh Industrial e Telecom Italia. Inchiodati nel listino principale i tre titoli sotto opa (offerta pubblica di acquisto) come Pirelli, Ansaldo Sts e World Duty Free. Fuori dal listino principale in luce Class Editori (+13%).


I dati macro attesi oggi

Venerdì 11 settembre 2015

13:00 EUR Riunione dell’Eurogruppo

14:30 USD Indice Prezzi Produzione (Mensile) (Ago)