Intervista a Vincenzo Schiavo

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Vincenzo Schiavo, imprenditore napoletano, è da 12 anni in Confesercenti: da presidente della sezione di Napoli e della Campania è diventato, di recente, presidente interprovinciale (Napoli, Benevento e Avellino) e interregionale (Campania e Molise) prima di entrare nella Giunta Nazionale di Confesercenti lo scorso 5 luglio. E’, altresì, presidente di Cosvig e, dal 2015, anche Console Onorario della Federazione Russa in Napoli. Da amministratore unico di “Partenope Investment” gestisce il “Pareo Park”, ovvero l’ex Magic World rinato lo scorso fine giugno. Con Schiavo l’occasione per approfondire diversi temi legati all’economia della nostra regione.

Viviamo nell’era di internet, un vantaggio straordinario per le aziende più moderne che traggono profitto anche dal sistema on line e un limite significativo per chi non riesce ad essere al passo con i tempi…
«Il web è sicuramente una grande opportunità per tutte le aziende. Va tuttavia gestita la formazione e promossa la conoscenza, consentendo alle nostre imprese di avere i mezzi necessari per preparare i propri dipendenti, in un processo che va condiviso. Con la Confesercenti lavoriamo proprio in questo senso da anni, portando le nostre imprese in una piattaforma comune per promuovere la formazione in modo da utilizzare al meglio le potenzialità e gli strumenti che ci offrono internet»

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Estate tempo di saldi. In Campania la stagione dei prezzi scontati si protrarrà fino al 30 agosto. Come è l’andamento ad oggi?

«Non secondo le aspettative di tutti e specie delle aziende. I consumatori comprano un po’ di più con i saldi ma non in quantità interessanti. Acquistano solo ciò che servono tant’è che nasce l’interrogativo: avrebbero comunque acquistato quei prodotti se i saldi non fossero partiti? Domanda legittima perchè i saldi non stanno dando il “plus” sulle vendite che ci saremmo aspettati, anche perchè c’è un buon commercio solo sui prodotti scontati dal 50% in poi. La verità è che i cittadini non hanno soldi in tasca, c’è scarso potere di acquisto. Si spiega anche così la perdita di 10 punti di PIL in 10 anni per i nostri imprenditori».

Di recente è stato nominato nella giunta nazionale di Confesercenti, questo nuovo incarico sicuramente la permetterà di rilanciare con ancora maggiore forza le imprese che insistono sul nostro territorio.
«Senza dubbi, il mio impegno è relativo in particolare all’intero Sud Italia. Essere nei sei membri che prendono le decisioni nella governance di Confesercenti è il risultato delle attività svolte e delle iniziative intraprese sul nostro territorio come presidente di Confesercenti Campania. C’è grande attesa da parte delle aziende sugli indirizzi che verranno presi. Di certo un più agevole accesso al credito bancario e un ulteriore sviluppo del turismo sono temi essenziali per le imprese del nostro mezzogiorno»

Ecco, il turismo: può rappresentare il vero motivo di rilancio economico per il Sud italia?

«Assolutamente sì, è il volano per far ripartire il commercio, un’opportunità unica per l’Italia e per il Sud per dare la vera svolta all’economia del Paese. Dovrà essere a tutti i costi così perchè solo in Italia abbiamo risorse naturali, qualità imprenditoriali, profumi, colori, cultura, paesaggi e gastronomia che ci forniscono potenzialità infinite. Al Sud dovremmo vivere esclusivamente di turismo e in parte già accade»

La lotta al malaffare, all’economia sommersa e all’evasione sono i passi più importanti per far ripartire il meridione ma per questo servono sinergie istituzionali.

«Il malaffare ha vari livelli, si consuma in varie ombre. C’è il delinquente che ricatta il singolo negozio e ci sono quelli che commettono reati indossando vestiti di classe. Di certo il malaffare non paga, ha vita breve e molto spesso non crea opportunità perchè è come se si ripartisse da zero, azzerando ogni sviluppo possibile. Bisogna avere il coraggio di ribellarsi e di stare nella legalità. Tuttavia non servono casi isolati di denuncia o di resistenza: solo restando tutti insieme nella legalità si può ripartire. Le regole vanno rispettate sempre: per noi delinque non solo chi sviluppa mercati illegali paralleli e chi evade, ma anche chi acquista merce contraffatta. In Confesercenti, con lo sportello “Sos Impresa” siamo da anni, in questo senso, al fianco delle imprese».

L’economia è senza dubbio il termometro che misura lo stato di salute di un paese e l’esposizione tributaria in Italia è pesante rispetto ad altri paesi dell’eurozona.

«Non c’è dubbio. Da presidente di Confesercenti invoco da anni la collaborazione del Governo per ridurre la pressione fiscale sulle nostre aziende. Un imprenditore rischia di suo e spesso coinvolge anche la famiglia, lavorando sino a 14-15 ore al giorno. Alla fine si ritrova, però, socio di minoranza, al 40%, rispetto allo Stato che tra tasse regionali, provinciali e nazionali e balzelli vari si porta a casa il 60% pur non rischiando niente. L’imprenditore diventa eroe anche perchè ha costi altissimi: basti pensare che per un dipendente pagato 1000 euro (salario tra l’altro basso e insufficiente) deve sborsare almeno 2000 euro. In questo modo non ce la farà mai. Noi vogliamo pagare le tasse ma lo Stato deve assolutamente intervenire, anche per migliorare gli stipendi dei lavoratori e mettere in circolo l’economia anche da questo verso. Professiamo la sana economia, ma lo Stato deve tagliare i costi altrimenti ogni impresa – specie le medio-piccole – è destinata a fallire».

Nella nostra regione si può parlare di potenzialità economiche inespresse? Quali i settori sui quali puntare principalmente per vivacizzare il sistema produttivo?

«Il turismo è la potenzialità principe, ma non l’unica. Penso all’enogastronomia, all’artigianato, alla moda, ai beni culturali. Sono tutti punti di forza della Campania e come Confesercenti sosteniamo e tuteliamo le imprese impegnate in questi settori. Venerdì, in qualità di Console onorario della Federazione Russa in Napoli, sono stato tra gli ospiti d’onore di una importante iniziativa, tenutasi presso la “Sala del refettorio” della Camera dei Deputati, a Roma, volta ad encomiare tutte le aziende del panorama italiano che hanno fattivamente ed alacremente contribuito alla crescita economica del paese. Sei aziende campane, tra cui “La Fattoria”, “Solopaca”, “Leopoldo” e “Furore”, sono state elogiate. L’evento, organizzato dall’illustre Gran Premio Internazionale di Venezia, ha messo in evidena come lo Stato debba ringraziare le imprese che da 30 anni tengono in piedi realtà economiche che danno lavoro a centinaia di dipendenti nonostante la pressione fiscale. Ecco perchè lo Stato dovrebbe sostenere questo tipo di aziende in modo fattivo»

Gli anni del buio pesto della crisi sono ormai superati o siamo ancora in un periodo di transizione. Quando ci sarà una rinascita tangibile e quanto questa è collegata al credito alle imprese e al sostegno alle start up?

«In verità la crisi non è passata. Il discorso è diverso: stiamo dentro la crisi, ci siamo abituati a stare nella difficoltà. Anche la aziende hanno ridotto al minimo gli sprechi e stringono la cinghia per sopravvivere. Non vedo la possibilità di uscire dalla crisi nei prossimi 5 anni. Le “start up” vanno sostenute e avviate ma l’Italia sembra che non voglia farlo. Non esiste una legge che prevede che le banche diano finanziamenti alle start up, dal momento che le uniche aziende che hanno accesso al credito devono avere 2-3 anni di storia. In Italia non si finanzia l’idea, a differenza di quanto accade all’estero, dove le banche supportano economicamente le idee valide, talvolta diventando soci d’impresa delle start up. In Italia, ripeto, non accade e lo si deve dire in modo chiaro, facendo comunicazione corretta, in modo che si sappia»