Intergruppo Sussidiarietà fa tappa ad Angri Alimentare, riflettori puntati sulla ricerca

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È dedicata alla ricerca e alla tradizione È dedicata alla ricerca e alla tradizione la seconda giornata del tour campano intrapreso dall’Intergruppo Sussidiarietà alla ricerca dell’Italia che riparte. A guidare il viaggio, i coordinatori dell’Intergruppo Raffaello Vignali (Ncd) e Guglielmo Vaccaro. Dopo la tappa di ieri dedicata alla logistica con il porto di Napoli, compresi il terminal crocieristico della Stazione Marittima e quello per container del Coneco, l’Interporto e il Cis di Nola, occhi puntati sulla tradizione e la ricerca con visite e incontri alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Angri e il Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale di Capua. La finalità dell’iniziativa è quella di scovare e raccontare esempi di ripartenza e crescita che abbiano saputo coniugare la sfida per la ripresa e lo sviluppo economico del Paese con la sostenibilità e la valorizzazione del territorio. La meta del viaggio saranno tutte quelle imprese italiane, “cittadine attive dei luoghi”, che abbiano saputo creare, grazie all’innovazione, integrazioni virtuose e nuove opportunità con il territorio.     Prima tappa: il Ssisca di Angri–  Il primo step della seconda giornata è la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, istituto all’avanguardia nella certificazione della sicurezza alimentare nato nel 1992 come ente distaccato della Sede centrale di Parma. Il laboratorio di Angri nasce soprattutto per servire la filiera dell’industria conserviera del pomodoro, a differenza di quello di Parma specializzato invece nel controllo dei salumi e dei prodotti caseari. A Vaccaro e Vignali si aggiunge anche la presenza della senatrice Angelica Saggese, anch’ella membro dell’Intergruppo, per un incontro su “La Campania che compete nella tradizione”, dedicato alle potenzialità del comparto per raccogliere suggerimenti e richieste di politiche mirate da poter far confluire in un disegno di legge di iniziativa dell’Intergruppo a sostegno della competitività e della sostenibilità. “Dopo la visita ai distretti logistici del porto di Napoli e del Cis di Nola – affermano Vaccaro e Vignali nel corso dell’incontro – esempio della Campania che compete nell’innovazione, abbiamo deciso oggi di andare a vedere la Campania che compete nella tradizione visitando le eccellenze del distretto agroindustriale di Angri.  Tradizione e innovazione non sono fattori in contrasto ma sono il binomio vincente con cui l’Italia può rispondere alla crisi e vincere la sfida della crescita e della competitività. Le tante aziende innovative dell’agroalimentare campano sono la riprova più evidente di questa formula che lega territorio e innovazione. L’errore delle politiche per il Sud è stato partire da ciò che mancava anziché partire da ciò che di positivo già c’era e c’è sul territorio, ovvero tutte queste eccellenze che ci rendono orgogliosi“. I dati – A snocciolare i dati del comparto è Antonio Ferraioli, presidente Anicav e amministratore delegato della Doria. non sono molto soddisfatto dell’8,4 per cento fatto registrare dal settore agroalimentare, l’italian sounding vale 60 mld di euro rispetto ai 30 che effettivamente fatturiamo sul mercato agroalimentare internazionale. Non siamo ancora abbastanza bravi ad approfittare della domanda di italianità – dice -. Noi imprenditori dobbiamo fare squadra per rispondere a questa domanda, non siamo ancora molto forti su questo aspetto”. La Doria è l’unica società del Sud dell’agroalimentare quotata in borsa.   Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, traccia un bilancio positivo dell’attività del porto: ” Recuperiamo già nel 2012 quanto perso per la crisi e ci avviamo a una crescita del 13 per cento nel 2013. Siamo il primo porto italiano per export di autovetture (Fiat) – dice -. Melfi e Cassino senza Salerno andrebbero in crisi e la Fiat potrebbe decidere di andare ad Anversa. Siamo, inoltre, il primo porto che ha avuto un contratto di programma con tutti i lavoratori. Noi registriamo quasi gli stessi container di Napoli pur essendone la decima parte. Se avessimo un aeroporto avremmo un territorio con potenzialità enormi: serve azzerare i tempi per le concessioni e le licenze“. Ultima tappa – E’ alla sede del Cira di Capua l’ultima tappa della due giorni del tour promosso dall’Intergrupoo Sussidiariet. Carlo Russo, responsabile dell’ufficio commerciale, riceve la delegazione al posto di Luigi Carrino impegnato alla Farnborough per la più importante fiera di settore che comincia oggi. Ai deputati Vaccaro e Vignali si aggiunge il neo deputato Pd Camilla Sgambato,  subentrata a Pina Picierno che ora siede tra i banchi di Bruxelles. “La struttura ha oggi 354 dipendenti, ma puntiamo a 400 assunti entro i prossimi due anni. Il Cira – spiega Russo – è la punta di diamante di un settore che in Campania occupa circa 19mila addetti e riesce a intercettare risorse sul mercato per quasi 5o milioni di euro di euro l’anno. Solo l’anno scorso abbiamo fatto un utle di 9 milioni di euro, interamente reinvestiti in ricerca“. Il Cira si compone di quattro grandi impianti: l’Icing Wind tunnel, che serve a testare condizioni di volo per la certificazione in ghiaccio, che attivo dal 2003 è ancora l’unico tester al mondo di questo tipo; il Plasma Wind Tunnel, galleria che prototipa le opere d’ eccezione, superiore a quella della Nasa, per la quale arrivano commesse dalla Cina e dagli Usa, di minimo 900mila euro ciascuna. E ancora: il Lise, che fa cash test per elicotteri e piccoli aerei, con simulazioni al computer anche per Boeing e Transonic Pilot Tunnel, operativo dal 1999 per la simulazione di fenomeni transonici. La struttura può, inoltre, contare su altri 4 laboratori di meccanica, certificazione acustica, elettronica, reti real time. “Molti di questi laboratori sono utilizzati anche da aziende che non operano nei settori aeronautico o aerospaziale. Per esempio stanno lavorando con una importante azienda di telefonia mobile per testare la capacità di resistenza di una nuova generazione di cellulari a fenomeni di urto e caduta“, conclude Russo. Vignali: Così riparte l’Italia – E’ Raffaello Vignali, al termine del tour presso i i padiglioni e i laboratori del Cira, a dare la ricetta per far ripartire l’Italia: “L’Italia riparte – dice – se rafforziamo realtà come queste, bisogna fare leva su quanto di positivo c’è sul territorio, altrimenti si affonda inesorabilmente. Il punto su cui fare una rivoluzione in Italia è quello che gira sulla cultura d’impresa, ancora molto poco diffusa a fronte di quella del sospetto“. Vignali si sofferma anche sulla spending review che investirà l’organizzazione delle Camere di commercio: “Va bene un riforma – dice – va bene l’accorpamento, ma distruggere il sistema camerale non va bene, innanzitutto a tutela dei piccoli, che non si possono permettere molti dei servizi garantiti dalle camere“. Investire sul tessuto produttivo – Una ricetta, quella di Vignali, rilanciata anche da Gugliemo Vaccaro: “Quando abbiamo iniziato questa avventura ricevendo il testimone da Letta e Lupi – spiega – ci siamo domandati come rispondere a una sfida così impegnativa: l’Italia che riparte è la nostra risposta. Partiamo dalla Campania perché qui c’è un tessuto produttivo vivace e al tempo stesso ingabbiato da difficoltà che non sono da Paese normale. Conosco l’entità delle difficoltà e per quesito credo che l’Intergruppo possa essere particolarmente utile. Quando la proposta nasce dal basso si riporta la politica al suo antico mestiere, quello di risolvere problemi. Se lo stesso problema lo porto in commissione accompagnato da Vignali, ho un potere di ascolto diverso perché se Nord e Sud stanno insieme ne acquistiamo in credibilità“.