Infrastrutture stradali, la precisazione del ministro Giovannini: Il Pnrr va connesso con la Legge di Bilancio

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in foto Enrico Giovannini (da Imagoeconomica)

di Claudio Quintano*

Il recente commento di Enrico Giovannini,  il cui Ministero, delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili (Mims), com’è noto è del tutto nuovo nella ampliata denominazione, riflessa  nelle competenze, dei ruoli e delle funzioni ad esso attribuiti, del tutto intriso dall’elevata presenza del nuovo “credo economico” della sostenibilità – ha riguardato le risorse  assegnate agli investimenti previsti dalla Legge di Bilancio 2022-2024, relativi ai flussi riguardanti  le Infrastrutture e le mobilità sostenibili. 

L’ordinato e chiaro sito del Ministero ne ha esposto subito i dati ed i commenti   paragrafati nelle voci seguenti:

  • Infrastrutture ferroviarie
  • Trasporto pubblico locale e trasporto rapido di massa
  • Infrastrutture stradali e manutenzione strade, ponti e viadotti
  • Infrastrutture idriche e opere pubbliche
  • Grandi eventi internazionali
  • Altri interventi 

Qualche giorno dopo, giovedì scorso, il 17 di gennaio, la comunicazione entra in gioco e fa il suo lavoro, la sua azione  e il  il quotidiano “Domani” interviene sul punto c) della griglia su riportata, con un articolo di Daniele Martini sulle politiche messe in campo per migliorare la sicurezza delle infrastrutture stradali specificamente sul monitoraggio di ponti e viadotti. Il ministro scrive, cogliendo l’occasione di rendere più esplicite le linee già accuratamente descritte, che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) «Il governo ha intrapreso azioni significative e coerenti, mettendo la sicurezza delle strade al centro delle politiche nazionali»  anzi invita ad un approfondimento da cui emergerebbe che  “la manutenzione stradale è molto in alto tra le sue priorità”. Circa le regole e gli standard il ministro nel 2021 è partito dalla analisi della rimozione dei conflitti di competenza che hanno bloccato i lavori negli ultimi anni. Opera la chiarificazione della la titolarità di ponti e viadotti (e, in aggiunta le gallerie) che intersecano strade e autostrade,  adottando le linee guida sulla sicurezza da destinare ai gestori, definendo, cosa non semplice, le  regole e gli standard. Serrato il rapporto con l’Anas, per il programma 2021-2023 di manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie, facendo luce sul difficile problema della manutenzione un piano straordinario per il miglioramento della resilienza delle infrastrutture viarie per la manutenzione dei ponti costruiti da oltre 50 anni alla luce dei materiali e delle tecniche usate all’epoca e di quelle disponibili oggi.  L’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), già istituita nel 2018, è stata resa operativa  specie sul versante stradale, attivando risorse e chiarendo compiti e organizzazione: nuovo direttore e chiarimento dei  rapporto con il ministero; avviato il reclutamento di 175 ingegneri e 100 amministrativi; è stata avviata l’attività ispettiva per strade e autostrade, precedentemente limitata al settore ferroviario; pronto il piano di interventi per il 2022. Sorvolando altre dettagli non secondari, seppur pregevoli ed interessanti, riportati nel suo articolo di risposte e precisazioni, l’intervento del ministro, ove mai avesse bisogno di un conforto nel ripeterlo,  rafforza la sua linea “che si devono fornire ai lettori tutte le informazioni necessarie per poter poi esercitare consapevolmente il diritto di critica”. Precisa, però, le sottolineature, fatte non da oggi, “che limitarsi a commentare le scelte operate con il PNRR, non citando gli altri canali di approvvigionamento di fondi, rischia di trarre conclusioni parziali ed errate. E cita il Fondo sviluppo e coesione, anche per finalità di cui si discute, per 73,5 miliardi, di cui 23,5 previsti proprio dalla recente legge di Bilancio, incontrando i presidenti delle regioni per concordare l’uso sinergico di tali fondi rispetto al PNRR e agli altri stanziamenti.  Per tenere conto della complessità del settore delle infrastrutture, il Ministro conferma il  mantenimento di una “visione” che connetta i singoli interventi, adottata sin dalla costruzione dell’allegato infrastrutture del Documento di economia e finanza della scorsa estate. Conclude sottolineando che il Governo ha intrapreso azioni significative e coerenti, mettendo la sicurezza delle infrastrutture stradali al centro delle politiche nazionali. Vale la sottolineatura del Ministro che  «dopo anni di scarsi investimenti, nel corso del 2021 sono stati trasferiti alle province 1,1 miliardi di euro per interventi di manutenzione, ma soprattutto la legge di Bilancio 2022-2024 prevede 10,8 miliardi per il potenziamento e la manutenzione di strade e autostrade”.

*già Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”