Informazioni e disinformazioni: non sempre è semplice distinguerle

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in foto Claudio Descalzi (Imagoeconomica)

Chi mette in giro notizie che non corrispondono al vero, le cosiddette fake news o informazioni “false e tendenziose”, agisce in maniera scorretta, talvolta contraria alla legge. Tanto accade non solo nei confronti delle parti interessate, quanto anche di quelle generiche della popolazione che le stesse riescono a raggiungere. Solo per dare un senso di concretezza a tale affermazione, può essere utile soffermarsi su parte di quanto è stato diffuso nelle ultime ore. Da un’ agenzia di stampa, la cui identificazione è ancora in fase di conferma, si ha notizia che sarebbero in corso trattative tra il Governo Giapponese e quello Italiano affinchè quest’ultimo, in caso di emergenza, si dia disponibile a rifornire di gas, ottenuto dalla rigasificazione di quello liquido, il paese del Sol Levante. II procedimento
di trasformaione di cui sopra nel Paese, come altrove, è già in uso, e continua a essere implementato ancora oggi. Particolare importante: l’AD dell’ ENI, l’Ente Nazionale Idrocarburi, Descalzi, interpellato in merito, ha dichiarato di non esserne stato informato. A tal punto la frittata è ormai fatta.Tra conferme e smentite, è molto probabile che la confusione che si è sviluppata intorno alla vicenda continuerà a aumentare e a provocare disagi di ogni genere. L’ emisfero occidentale è ormai vicino al tempo in cui l’inverno busserá alle porte. Si sa bene che, da allora fino a marzo, in particolare in Italia, il consumo di gas raggiungerà il suo massimo. Intanto, nella migliore. Nel frattempo Il buon padre di famiglia, quando incontrerá l’intellettuale del villaggio che sta uscendo dall’ edicola, gli chiederà quanto ci sia di vero in quella informazione. Mettendolo cosi a disagio, ovvero nella condizione di dovergli rispondere con un giro di parole, raccontando che il Governo ne ha fatta un altra..etc.etc. Quello stesso argomentare sarà poco diverso da uno qualsiasi dei dialoghi intrattenuti dalle carmelitane scalze durante le passeggiate nel chiostro. Sará allora che il suo interlocutore, Signor Bianchi da Rivisondoli, si convincerà che
qualcuno non la racconta giusta. Questo potrebbe essere il filo conduttore del suo ragionamento. Se l’Italia è un importatore netto di idrocarburi, come possono pensare quanti a Roma dovrebbero curarne gli interessi, farnetichino solo come lontana ipotesi di porsi, seppure come trader, tra quanti curano il collocamento di combustibile fossile, probabilmente non sono nel pieno possesso delle facoltà mentali. Non solo per il fatto
che sono tante le controindicazioni perché possa realizzarsi un accordo di quel genere, quanto perché quell’accordo bilaterale sarebbe la conferma che l’energia green e quella nucleare per ora restano un sogno nel cassetto.
Il mondo non sta attraversando un periodo in cui il grasso cola. Anche se con proporzioni diverse, le ristrettezze continuano a porre ostacoli agli investimenti, soprattutto quelli innovativi, in ogni sua parte. Di conseguenza, continuando a investire nei sistemi di produzione di energia ottenuta da combustibili fossili, una vera svolta a U verso la realizzazione di impianti per ottenere energie rinnovabili stenterá a tempo indeterminato a realizzarsi. Quindi la frottola dell’accordo Giappone Italia rischia di diventare un caso, perchè è più che attendibile che qualcuno, come ai suoi tempi Cicerone, già si chieda “cui bono”, cioè chi avrebbe potuto ricavare vantaggi da una situazione del genere. Ciò che inquieta, è che un fatto come quello appena accennato potrebbe non restare un caso isolato e trasformarsi in una specie di domino, peraltro difficile da interrompere