Inchiesta petrolio: M5S deposita la mozione di sfiducia

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Il M5S ha appena depositato in Senato la mozione di sfiducia al governo per la vicenda sul progetto Tempa Rossa che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico. “Chiediamo a Grasso di convocare subito la conferenza dei capigruppo – spiega Nunzia Catalfo, capogruppo M5S in Senato – così da calendarizzare l’esame della mozione in Aula il più presto possibile. Vogliamo che questo governo amico dei petrolieri e nemico della salute dei cittadini e dell’ ambiente vada a casa”.

De Giorgi, presto mia situazione sarà chiarita – “Considero la libertà di informazione un pilastro essenziale della democrazia e ritegno vada tutelata a ogni costo. Auspico che la stessa rilevanza attualmente dedicata al sottoscritto sia riservata quando, spero al più presto, la mia situazione sarà completamente chiarita”.Così il capo di Stato maggiore della Marina, amm. Giuseppe De Giorgi, commenta all’ANSA, a margine della cerimonia per i 93 anni dell’Aeronautica, il suo coinvolgimento nell’inchiesta dei pm di Potenza sul petrolio in Basilicata.

Dopo la bufera giudiziaria causata dall’inchiesta di Potenza sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, l’attività investigativa si è spostata a Roma dove i pm lucani – prima dell’inizio degli interrogatori di garanzia, previsti oggi nel Tribunale di Potenza – hanno sentito per circa due ore, come persona informata sui fatti, la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

Alla direzione nazionale del Pd il premier Matteo Renzi ha consesso ampio spazio della sua relazione proprio all’inchiesta lucana. “Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi”, ogni quattro anni, “e non si è mai arrivati a sentenza”, ha detto. Che il ciclone andasse verso Roma, lo si era intuito già ieri, quando Renzi – intervistato da Lucia Annunziata a “In 1/2ora” – ha dato la sua disponibilità ad essere ascoltato dai pm: “Se i magistrati vogliono mi interroghino”, aveva detto. Ma il “pool” investigativo – di cui fanno parte i pm Francesco Basentini, Laura Triassi ed Elisabetta Pugliese, coordinati dal Procuratore di Potenza, Luigi Gay – non aveva preso in considerazione, almeno fino a ieri pomeriggio, l’idea di ascoltarlo. “Non pensavamo di sentirlo”, hanno detto. Era prioritario sentire la versione della Boschi (non è stata invece ancora fissata la deposizione della Guidi), e quindi stamani i magistrati si sono diretti verso Roma per raggiungere la ministra. “Era necessario farlo”, ha poi detto Gay ai giornalisti accorsi davanti agli uffici della presidenza del Consiglio di largo Chigi, dopo due ore di conversazione con Boschi. E nulla più. Nessun riferimento ai contenuti dell’incontro, e nemmeno un commento sulle parole del premier, anche se da Napoli il pm John Henry Woodcock, che in passato ha indagato su illeciti legati alle attività petrolifere in Val d’Agri, ha espresso “viva soddisfazione” per l’esito, proprio oggi, del processo ‘Totalgate’ agli ex vertici della Total, condannati in riferimento ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”. 

Le indagini di Potenza proseguono comunque nel massimo riserbo, così come un muro di silenzio è stato alzato dai magistrati sul filone “siciliano”, che vede indagato, tra gli altri, anche il capo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Su delega della Procura, la Polizia nei giorni scorsi è andata in Sicilia, ad Augusta, per acquisire dall’Autorità portuale alcuni atti, in copia, relativi alle concessioni demaniali marittime. E altri documenti sono stati acquisiti nel Comando militare marittimo autonomo. Le concessioni rilasciate riguarderebbero cantieri navali, società che si occupano di servizi, imprese portuali, pontili e le aree a terra di alcune multinazionali del petrolio (da Esso a Lukoil).

 

Ed è proprio su queste compagnie che, secondo il gip di Potenza, si sofferma anche Gianluca Gemelli – compagno della dimissionaria ministra Federica Guidi – in una conversazione intercettata il 18 dicembre 2014, parlando con un’altra persona (nell’ordinanza è identificata con il cognome Lantieri), in relazione “all’avvenuto commissariamento di Confindustria Siracusa”, precisa il giudice nell’ordinanza relativa a “Tempa Rossa”. Gemelli prosegue la chiacchierata annunciando che “da gennaio cominciamo pure su Saipem… tramite Confindustria ci arrivo, mi segui? C’arrivo pure abbastanza bene. Quindi vediamo come farlo e… facciamo una passeggiata in Sardegna, ci stiamo un paio di giorni, facciamo le presentazioni, bordelli… e quello che dobbiamo fare facciamo”. Un’inchiesta che ha i presupposti, quindi, per allargarsi “a macchia d’olio” in diverse zone d’Italia. Ma che domani ritorna a Potenza, ovvero nell’epicentro del “terremoto” giudiziario: è infatti previsto l’inizio degli interrogatori di garanzia per le persone arrestate giovedì scorso, ovvero i dirigenti locali dell’Eni e l’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino. Che dovranno spiegare ai giudici la loro versione dei fatti sulle attività svolte all’interno del Centro oli di Viggiano (Potenza), per i primi, e sul sistema di relazioni messo in piedi, secondo i pm, dall’ex prima cittadina per i lavori del sito di “Tempa Rossa”.

 

 M5S, cosa nasconde Total a Tempa Rossa? – “Non capiamo la motivazione per cui non ci hanno fatti entrare, a meno che non ci sia qualcosa da nascondere o da non far vedere”: così il senatore Andrea Cioffi (M5S) ha commentato la circostanza che gli addetti alla sicurezza di Tempa Rossa hanno impedito l’ingresso alla delegazione pentastellata. Il senatore ha aggiunto che “M5S ha voluto comunque essere qui, sul luogo del misfatto, e portare all’attenzione dei cittadini e dei media su un sito del quale non si parla anche per comprensibili ragioni. Questa attività della Total si trova in uno spazio assolutamente disperso in mezzo alle montagne e molto lontana da occhi indiscreti. Per questo – ha continuato Cioffi – era necessario venire a vedere con i nostri occhi quello che stanno facendo alla Basilicata”. Secondo l’on. Davide Crippa “questo sito sembra un principato della Total in Italia, che ha diritto d’ingresso o meno e dove la stessa Total è padrona”. Invece il deputato Luigi Gallo ha evidenziato che “a noi l’ingresso è stato negato mentre ci viene da pensare che all’ex ministro Guidi sarebbe stato steso un tappeto rosso”.

Boschi, nessun incontro con Total – “Gli Uffici del ministro per i rapporti con il Parlamento non hanno avuto riunioni o incontrati con rappresentanti della Total, come erroneamente riportato da alcuni giornali. Si precisa inoltre che il ministro Boschi ieri non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa”, precisa una nota dell’ufficio stampa del ministro.

Il M5S ha appena depositato in Senato la mozione di sfiducia al governo per la vicenda sul progetto Tempa Rossa che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico. “Chiediamo a Grasso di convocare subito la conferenza dei capigruppo – spiega Nunzia Catalfo, capogruppo M5S in Senato – così da calendarizzare l’esame della mozione in Aula il più presto possibile. Vogliamo che questo governo amico dei petrolieri e nemico della salute dei cittadini e dell’ ambiente vada a casa”.

De Giorgi, presto mia situazione sarà chiarita – “Considero la libertà di informazione un pilastro essenziale della democrazia e ritegno vada tutelata a ogni costo. Auspico che la stessa rilevanza attualmente dedicata al sottoscritto sia riservata quando, spero al più presto, la mia situazione sarà completamente chiarita”.Così il capo di Stato maggiore della Marina, amm. Giuseppe De Giorgi, commenta all’ANSA, a margine della cerimonia per i 93 anni dell’Aeronautica, il suo coinvolgimento nell’inchiesta dei pm di Potenza sul petrolio in Basilicata.

Dopo la bufera giudiziaria causata dall’inchiesta di Potenza sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, l’attività investigativa si è spostata a Roma dove i pm lucani – prima dell’inizio degli interrogatori di garanzia, previsti oggi nel Tribunale di Potenza – hanno sentito per circa due ore, come persona informata sui fatti, la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

Alla direzione nazionale del Pd il premier Matteo Renzi ha consesso ampio spazio della sua relazione proprio all’inchiesta lucana. “Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi”, ogni quattro anni, “e non si è mai arrivati a sentenza”, ha detto. Che il ciclone andasse verso Roma, lo si era intuito già ieri, quando Renzi – intervistato da Lucia Annunziata a “In 1/2ora” – ha dato la sua disponibilità ad essere ascoltato dai pm: “Se i magistrati vogliono mi interroghino”, aveva detto. Ma il “pool” investigativo – di cui fanno parte i pm Francesco Basentini, Laura Triassi ed Elisabetta Pugliese, coordinati dal Procuratore di Potenza, Luigi Gay – non aveva preso in considerazione, almeno fino a ieri pomeriggio, l’idea di ascoltarlo. “Non pensavamo di sentirlo”, hanno detto. Era prioritario sentire la versione della Boschi (non è stata invece ancora fissata la deposizione della Guidi), e quindi stamani i magistrati si sono diretti verso Roma per raggiungere la ministra. “Era necessario farlo”, ha poi detto Gay ai giornalisti accorsi davanti agli uffici della presidenza del Consiglio di largo Chigi, dopo due ore di conversazione con Boschi. E nulla più. Nessun riferimento ai contenuti dell’incontro, e nemmeno un commento sulle parole del premier, anche se da Napoli il pm John Henry Woodcock, che in passato ha indagato su illeciti legati alle attività petrolifere in Val d’Agri, ha espresso “viva soddisfazione” per l’esito, proprio oggi, del processo ‘Totalgate’ agli ex vertici della Total, condannati in riferimento ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”. 

Le indagini di Potenza proseguono comunque nel massimo riserbo, così come un muro di silenzio è stato alzato dai magistrati sul filone “siciliano”, che vede indagato, tra gli altri, anche il capo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Su delega della Procura, la Polizia nei giorni scorsi è andata in Sicilia, ad Augusta, per acquisire dall’Autorità portuale alcuni atti, in copia, relativi alle concessioni demaniali marittime. E altri documenti sono stati acquisiti nel Comando militare marittimo autonomo. Le concessioni rilasciate riguarderebbero cantieri navali, società che si occupano di servizi, imprese portuali, pontili e le aree a terra di alcune multinazionali del petrolio (da Esso a Lukoil).

 

Ed è proprio su queste compagnie che, secondo il gip di Potenza, si sofferma anche Gianluca Gemelli – compagno della dimissionaria ministra Federica Guidi – in una conversazione intercettata il 18 dicembre 2014, parlando con un’altra persona (nell’ordinanza è identificata con il cognome Lantieri), in relazione “all’avvenuto commissariamento di Confindustria Siracusa”, precisa il giudice nell’ordinanza relativa a “Tempa Rossa”. Gemelli prosegue la chiacchierata annunciando che “da gennaio cominciamo pure su Saipem… tramite Confindustria ci arrivo, mi segui? C’arrivo pure abbastanza bene. Quindi vediamo come farlo e… facciamo una passeggiata in Sardegna, ci stiamo un paio di giorni, facciamo le presentazioni, bordelli… e quello che dobbiamo fare facciamo”. Un’inchiesta che ha i presupposti, quindi, per allargarsi “a macchia d’olio” in diverse zone d’Italia. Ma che domani ritorna a Potenza, ovvero nell’epicentro del “terremoto” giudiziario: è infatti previsto l’inizio degli interrogatori di garanzia per le persone arrestate giovedì scorso, ovvero i dirigenti locali dell’Eni e l’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino. Che dovranno spiegare ai giudici la loro versione dei fatti sulle attività svolte all’interno del Centro oli di Viggiano (Potenza), per i primi, e sul sistema di relazioni messo in piedi, secondo i pm, dall’ex prima cittadina per i lavori del sito di “Tempa Rossa”.

 

 M5S, cosa nasconde Total a Tempa Rossa? – “Non capiamo la motivazione per cui non ci hanno fatti entrare, a meno che non ci sia qualcosa da nascondere o da non far vedere”: così il senatore Andrea Cioffi (M5S) ha commentato la circostanza che gli addetti alla sicurezza di Tempa Rossa hanno impedito l’ingresso alla delegazione pentastellata. Il senatore ha aggiunto che “M5S ha voluto comunque essere qui, sul luogo del misfatto, e portare all’attenzione dei cittadini e dei media su un sito del quale non si parla anche per comprensibili ragioni. Questa attività della Total si trova in uno spazio assolutamente disperso in mezzo alle montagne e molto lontana da occhi indiscreti. Per questo – ha continuato Cioffi – era necessario venire a vedere con i nostri occhi quello che stanno facendo alla Basilicata”. Secondo l’on. Davide Crippa “questo sito sembra un principato della Total in Italia, che ha diritto d’ingresso o meno e dove la stessa Total è padrona”. Invece il deputato Luigi Gallo ha evidenziato che “a noi l’ingresso è stato negato mentre ci viene da pensare che all’ex ministro Guidi sarebbe stato steso un tappeto rosso”.

Boschi, nessun incontro con Total – “Gli Uffici del ministro per i rapporti con il Parlamento non hanno avuto riunioni o incontrati con rappresentanti della Total, come erroneamente riportato da alcuni giornali. Si precisa inoltre che il ministro Boschi ieri non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa”, precisa una nota dell’ufficio stampa del ministro.