Inchiesta Petrolio: Boschi sentita dai magistrati di Potenza. Renzi: “Da lì mai sentenze”

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I magistrati di Potenza hanno lasciato la sede della Presidenza del Consiglio di Largo Chigi, dove, per circa due ore, hanno ascoltato, in qualità di persona informata sui fatti, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Il procuratore Luigi Gay non ha voluto commentare le parole del premier Renzi, secondo il quale le inchieste della Procura potentina non vanno a sentenza.  “Era necessario farlo”, ha rispoto Gay ai giornalisti che gli chiedevano del motivo della trasferta a Roma per sentire il ministro Boschi.

 

Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata invece ancora calendarizzata l’audizione dell’ex ministro dello Sviluppo Ecomonico Federica Guidi, che di quell’emendamento parlò in una telefonata con il suo compagno.

E’ in corso intanto la direzione del Pd nella quale il premier Matteo Renzi sta parlando anche dell’inchiesta di Potenza sulle estrazioni di petrolio e il premier va all’attacco. “Su Tempa Rossa – ha detto, tra l’altro il premier – si dice che il governo ha fatto attività di sblocco di un’opera privata che era stata individuata nel 1989. Credo che se si decide che un’opera va fatta nel 1989, c’era ancora il muro di Berlino, ventisette anni dopo lo scandalo non è l’emendamento approvato ma che per 27 anni sono state buttate via occasioni”. 

Chiedo alla magistratura italiana non solo di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare a sentenza. Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi”, ogni quattro anni, “e non si è mai arrivati a sentenza. Un Paese civile è un Paese che va a sentenza”.

“La diversità profonda dagli altri – ha detto Renzi – è che loro parlavano di legittimo impedimento, io dico interrogatemi, gli altri parlavano di prescrizione io chiedo sentenze e dico di fare i processi, ma veloci. Noi non siamo uguali agli altri: sia stampato in testa a chiunque abbia dubbi. Noi non siamo quelli del legittimo impedimento, ma chiediamo che si facciano le sentenze sul serio, veloci”.

E’ uno spasso vedere la Santa Alleanza di chi non la pensa come noi – ha detto ancora Renzi – Berlusconi, Salvini e Di Maio che pensano a mozioni insieme, se le scrivono, le votano e perdono”. Renzi ha definito “una scelta di serietà e rigore” quella della minoranza che ha rifiutato la richiesta M5S di presentare insieme la mozione di sfiducia al governo sul caso Tempa Rossa.

Intanto al termine di una camera di consiglio durata circa quattro ore, il Tribunale di Potenza ha condannato a pena comprese fra due e sette anni di reclusione gli ex vertici della Total e alcuni imprenditori e amministratori. La vicenda – diversa dalle indagini attualmente in corso – si riferisce ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”, fra Corleto Perticara (Potenza) e Gorgoglione (Matera). L’inchiesta, coordinata dall’allora pm di Potenza Henry John Woodcock, risale al 2008.

L’indagine della Procura di Potenza sul Centro Olio di Viggiano non preoccupa Eni, ma fa indignare l’A.d. Claudio Descalzi che, a margine di una presentazione in Borsa a Milano se la prende con “chi dice senza sapere quello che facciamo, che siamo degli avvelenatori”. “E’ la cosa che mi fa indignare di più – afferma alzando il tono di voce – perché non avveleniamo nessuno, lo fa invece chi racconta cose senza capire e approfondire, avvelenando il sistema industriale e l’ambiente sociale”.

E Alessandro di Battista, sul blog di Beppe Grillo, attacca il ministro e la sfida in tv. “Il padre vicepresidente di Banca Etruria. Il fratello appena laureato immediatamente assunto dalla Cmc (un colosso tra le cooperative rosse). Lei che firma leggi che sbloccano pozzi petroliferi per una multinazionale francese la quale poi affida alcuni lavori al fidanzato della sua collega ministro. Sempre lei che fa la riforma costituzionale con Verdini, uomo di Berlusconi, condannato per corruzione, sotto processo per bancarotta fraudolenta (stesso reato contestato al babbo) e vicino agli ambienti della massoneria toscana. La Boschi e i poteri forti #BoschiFacceRide”. “Succede tutto questo ma Maria “Etruria” Boschi dice che attaccano il governo perché loro sono contro i poteri forti. Altissima comicità da parte del ministro. Io ho chiesto alla Boschi un confronto Tv. Magari a Ballarò domani sera. Vediamo se avrà il coraggio di dire queste scemenze in diretta davanti agli italiani”, attacca Di Battista. 

I magistrati di Potenza hanno lasciato la sede della Presidenza del Consiglio di Largo Chigi, dove, per circa due ore, hanno ascoltato, in qualità di persona informata sui fatti, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Il procuratore Luigi Gay non ha voluto commentare le parole del premier Renzi, secondo il quale le inchieste della Procura potentina non vanno a sentenza.  “Era necessario farlo”, ha rispoto Gay ai giornalisti che gli chiedevano del motivo della trasferta a Roma per sentire il ministro Boschi.

 

Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata invece ancora calendarizzata l’audizione dell’ex ministro dello Sviluppo Ecomonico Federica Guidi, che di quell’emendamento parlò in una telefonata con il suo compagno.

E’ in corso intanto la direzione del Pd nella quale il premier Matteo Renzi sta parlando anche dell’inchiesta di Potenza sulle estrazioni di petrolio e il premier va all’attacco. “Su Tempa Rossa – ha detto, tra l’altro il premier – si dice che il governo ha fatto attività di sblocco di un’opera privata che era stata individuata nel 1989. Credo che se si decide che un’opera va fatta nel 1989, c’era ancora il muro di Berlino, ventisette anni dopo lo scandalo non è l’emendamento approvato ma che per 27 anni sono state buttate via occasioni”. 

Chiedo alla magistratura italiana non solo di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare a sentenza. Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi”, ogni quattro anni, “e non si è mai arrivati a sentenza. Un Paese civile è un Paese che va a sentenza”.

“La diversità profonda dagli altri – ha detto Renzi – è che loro parlavano di legittimo impedimento, io dico interrogatemi, gli altri parlavano di prescrizione io chiedo sentenze e dico di fare i processi, ma veloci. Noi non siamo uguali agli altri: sia stampato in testa a chiunque abbia dubbi. Noi non siamo quelli del legittimo impedimento, ma chiediamo che si facciano le sentenze sul serio, veloci”.

E’ uno spasso vedere la Santa Alleanza di chi non la pensa come noi – ha detto ancora Renzi – Berlusconi, Salvini e Di Maio che pensano a mozioni insieme, se le scrivono, le votano e perdono”. Renzi ha definito “una scelta di serietà e rigore” quella della minoranza che ha rifiutato la richiesta M5S di presentare insieme la mozione di sfiducia al governo sul caso Tempa Rossa.

Intanto al termine di una camera di consiglio durata circa quattro ore, il Tribunale di Potenza ha condannato a pena comprese fra due e sette anni di reclusione gli ex vertici della Total e alcuni imprenditori e amministratori. La vicenda – diversa dalle indagini attualmente in corso – si riferisce ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”, fra Corleto Perticara (Potenza) e Gorgoglione (Matera). L’inchiesta, coordinata dall’allora pm di Potenza Henry John Woodcock, risale al 2008.

L’indagine della Procura di Potenza sul Centro Olio di Viggiano non preoccupa Eni, ma fa indignare l’A.d. Claudio Descalzi che, a margine di una presentazione in Borsa a Milano se la prende con “chi dice senza sapere quello che facciamo, che siamo degli avvelenatori”. “E’ la cosa che mi fa indignare di più – afferma alzando il tono di voce – perché non avveleniamo nessuno, lo fa invece chi racconta cose senza capire e approfondire, avvelenando il sistema industriale e l’ambiente sociale”.

E Alessandro di Battista, sul blog di Beppe Grillo, attacca il ministro e la sfida in tv. “Il padre vicepresidente di Banca Etruria. Il fratello appena laureato immediatamente assunto dalla Cmc (un colosso tra le cooperative rosse). Lei che firma leggi che sbloccano pozzi petroliferi per una multinazionale francese la quale poi affida alcuni lavori al fidanzato della sua collega ministro. Sempre lei che fa la riforma costituzionale con Verdini, uomo di Berlusconi, condannato per corruzione, sotto processo per bancarotta fraudolenta (stesso reato contestato al babbo) e vicino agli ambienti della massoneria toscana. La Boschi e i poteri forti #BoschiFacceRide”. “Succede tutto questo ma Maria “Etruria” Boschi dice che attaccano il governo perché loro sono contro i poteri forti. Altissima comicità da parte del ministro. Io ho chiesto alla Boschi un confronto Tv. Magari a Ballarò domani sera. Vediamo se avrà il coraggio di dire queste scemenze in diretta davanti agli italiani”, attacca Di Battista.