Inaugurazione dell’anno giudiziario, i magistrati protestano contro la riforma: Nordio rassicura

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La Costituzione tra le mani e levata al cielo: così i magistrati presenti all’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Corte d’Appello di Napoli in apertura della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte di Appello di Napoli. I magistrati hanno esposto la Costituzione mentre risuonavano le note dell’inno di Mameli. La protesta dell’Anm contro la riforma della separazione delle carriere approvata in prima lettura dalla Camera nei giorni scorsi è avvenuta alla presenza del Guardasigilli Carlo Nordio.

I magistrati poi hanno abbandonato il Salone dei Busti di Castel Capuano appena il ministro ha preso la parola.

“Il dissenso è il sale della democrazia e ringrazio i magistrati per aver espresso il loro dissenso in maniera composta. Ma pensare che un ex magistrato come me, che ha servito lo Stato per oltre 30 anni, possa avere l’obiettivo di umiliare la magistratura è ingiusto” ha detto il Guardasigilli.

E ha aggiunto: “È doloroso che qualcuno possa pensare che questa riforma costituzionale sia punitiva per la magistratura. Tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso. Però che si possa pensare che un ministro che a 30 anni è entrato in magistratura ed è stato per tre anni alla guida dell’inchiesta contro le Brigate Rosse, tutta la colonna veneta, e ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi, che un ex magistrato quale sono possa avere come obiettivo l’umiliazione della magistratura, lo trovo particolarmente improprio”.

Al termine della cerimonia l’Anm Napoli ha convocato una conferenza stampa. “Io credo – ha commentato il presidente della giunta distrettuale dell’Anm Napoli Cristina Curatoli – che la giornata di oggi dimostri come questa iniziativa sia state senz’altro molto sentita dalla magistratura tutta, unita in tutte le sue componenti culturali e associative. Ecco il messaggio che ne esce oggi è quello di una grandissima unità e compattezza proprio perché non siamo di fronte a riforme che modificano piccoli passaggi ma siamo di fronte a forme che minano il cuore della giurisdizione e quindi davanti a questo la magistratura è compatta e oggi l’ha dimostrato”.

Quanto alle rassicurazioni di Nordio ha spiegato: “Le parole del ministro non ci tranquillizzano perché un conto è dire che in questa riforma non c’è scritto che autonomia e indipendenza sono lesi, ma sono parole perché la riforma va letta nel suo complesso, anche alla luce di tutti i commenti a margine che la politica dà rispetto a questa riforma che dimostrano invece al contrario come abbia lo scopo di controllare i pubblici ministeri, di controllare ile indagini scomode e in qualche modo di controllare e di attenuare quella che è l’autonomia della magistratura e dei pubblici ministeri, soprattutto nello svolgimento della propria attività lavorativa”.

Per l’Anm “non c’è bisogno che venga scritto in maniera esplicita che il pm è assoggettato al potere politico, perché si percepisce dall’intera riforma nel suo complesso. E soprattutto la maggior parte dei sistemi giudiziari che prevede la separazione delle carriere ha esattamente poi questo progressivo risultato. Non si comprende perché separare delle carriere che di fatto già lo sono e non si comprende perché separare in qualche modo il giudice dal pubblico ministero quando i migliori pubblici ministeri sono quelli che hanno fatto anche il giudice, perché hanno condiviso la medesima cultura della giurisdizione, una cultura finalizzata solo ed esclusivamente alla ricerca della verità e all’accertamento dei fatti. I pubblici ministeri chiedono le archiviazioni, chiedono le assoluzioni e lavorano per cercare la verità dei fatti per tutelare tutti i cittadini allo stesso identico modo anche da qualunque tipo di cittadini, non soltanto i potenti”.

Quanto ad un possibile referendum Curatoli ha spiegato: “Per adesso non immaginiamo nessuna campagna anche perché l’associazione nazionale magistrati spera che questo non avvenga. Se dovesse avvenire valuteremo che cosa fare, ma non tanto semplicemente per manifestare una forma di opposizione, ma anche per farci ascoltare dai cittadini che dovranno essere quantomeno consapevoli del fine di questa riforma. Detto ciò qualunque riforma verrà accettata dalla magistratura come è giusto che sia. Però dobbiamo sicuramente informare i cittadini perché abbiamo il dovere di farlo quando sono in gioco l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati”.