Corrisponde al vero quindi ciò che da tempo ripetono e suggeriscono i Coltivatori, Diretti e non, agli inurbati: se si vuol tentare di commettere un’azione non proprio trasparente ai danni di uno o più bersagli, provando a non farsi vedere da chi tiene alla vittima designata, si dà loro l’idea di prendere di mira il bersaglio X mentre ci si prepara con cura a colpire quello Y. Sta cosi succedendo che, dall’essere solo due i paesi in guerra, nel giro di un anno sono stati talmente capaci di coinvolgere realtà geopolitiche di mezzo mondo e forse qualcosa in più. Sta accadendo così che il conflitto mediorientale, partito da quello che poteva essere scambiato per l’ennesimo episodio di terrorismo tra Palestina e Israele, si sia rivelato in pochi mesi anche e, forse, malauguratamente di pari importanza, come la scintilla buona per ridare vigore alle braci ancora accese in quella enorme fornace, cioè il Medioriente. Dalle cronache che giungono anche in tempo reale dai luoghi dove si combatte, talvolta sembra di capire che, a scontrarsi, siano tutti contro tutti. Per ora non è così ma non sarebbe corretto affermare che il gioco delle alleanze si sia definitivamente stabilizzato. Si arriva in tal modo all’attualità e, a denti stretti, si deve riconoscere che, ancora oggi, il vero movente di ogni guerra sono gli interessi economici. Gli osservatori nonché commentatori di queste tristi messe in scena sembra che non vogliano approfondire tale problema. Il perché sembra proprio da addossare al modo di agire di quelle popolazioni, capaci di non onorare un impegno preso anche subito dopo aver voltato le spalle all’interlocutore. Se i fatti e il comportamento descritti non oltrepassassero i confini fisici delle realtà interessate, un coinvolgimento senza alcun entusiasmo della comunità internazionale sarebbero da considerare come da protocollo. Purtroppo così non è, e si continuerà a eliminare, oltre a moltissime vite umane, anche tanta ricchezza materiale. Chi trarrà vantaggi da una situazione del genere? Nessuno, e i fatti lo hanno già dimostrato in molte altre occasioni simili. Trova così conferma un’altra summa campestre:”chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.
Non è stata mai smentita.