In kayak da Agropoli a Tunisi, scienza e sport per unire il Mediterraneo

63

Il Mediterraneo non come frontiera tra due mondi, ma ponte fra popoli bagnati dallo stesso mare. È il messaggio del progetto “Il Mediterraneo: il mare che unisce”, lanciato da un gruppo di appassionati del kayak desiderosi di unire la propria passione all’impegno per l’emergenza migranti, nel corso del mega-educational tour promosso dall’Ente nazionale tunisino per il Turismo coinvolgendo nei giorni scorsi giornalisti, blogger, agenti di viaggio e, sul fronte istituzionale, la Città Metropolitana di Napoli. Il prossimo 25 giugno, sei kayaker “scortati” da barche a vela partiranno da Agropoli in direzione Tunisi. “Il Mediterraneo: il mare che unisce’ – spiega Raffaele Bove, presidente dell’associazione e dirigente medico veterinario presso l’Asl di Salerno – è nato nell’estate del 2015 dal desiderio di un gruppo di kayaker di associare la loro grande passione per l’elemento acqua alla necessità dei popoli del Mediterraneo di ricevere assistenza ed aiuto. Non solo qui sulle nostre coste, anzi proprio sul loro territorio, dove ci sono le loro tradizioni e i loro cari che faticosamente si trovano costretti ad abbandonare per la fame o a causa della guerra“. Su invito del Console a Napoli Nasreddine Boubakri partecipa alla “missione tunisina”, oltre a Bove, anche il direttore del “Mare che unisce”, Marta Marino.  

Viaggio della speranza “a ritroso”

Raffaele Bove Marta Marino Nasreddine Boubakri 2Un viaggio fortemente simbolico, quello Agropoli-Tunisi, che percorre al contrario le rotte di sbarco dei profughi. Durante il percorso sarà registrato un documentario scientifico sulla fauna marina, con protagonista la tartaruga Caretta caretta, realizzato grazie anche alla presenza a bordo di medici veterinari specialisti. Particolare attenzione verrà rivolta alla descrizione delle specie animali in estinzione presenti nel Mar Mediterraneo. Sarà inoltre realizzato uno studio di fattibilità specifico per l’area del Maghreb al fine di migliorare le condizioni di vita dei rifugiati, anche attraverso l’allestimento di centri di prima accoglienza. C’è poi il progetto “La resilienza nel settore agricolo e della pesca” che si propone di offrire alle popolazioni del Nord Africa un’occasione di crescita e sviluppo in questi due settori. 

Per sostenere il progetto, interamente autofinanziato, i promotori hanno lanciato una campagna di “crowdfunding“ sulla piattaforma Kapipal. Per sostenerlo basta andare su https://kapipal.com/projects/mediterraneo-il-mare-che-unisce/
Al progetto hanno aderito il Consolato Tunisino a Napoli; i comuni di Agropoli, Palermo, Sapri, Policastro, Scario; l’Università degli Studi di Palermo; il Dipartimento di Medicina veterinaria e produzioni animali dell’Università Federico II di Napoli; Legambiente. “Nelle ultime ore abbiamo ricevuto con gran piacere anche l’adesione del progetto da parte dell’Ordine Nazionale tunisino dei medici veterinari” conclude con comprensibile soddisfazione Raffaele Bove.