Quasi la metà dello stipendio di un lavoratore italiano viene assorbito dai tributi. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Eurispes sulla situazione contributiva dei paesi Ocse nel 2012. Il dato si Quasi la metà dello stipendio di un lavoratore italiano viene assorbito dai tributi. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Eurispes sulla situazione contributiva dei paesi Ocse nel 2012. Il dato si riferisce a un single senza figli, raggiungendo il 47,6% di cuneo fiscale e con un peggioramento dell’1,1% negli ultimi cinque anni. Un risultato in controtendenza rispetto alle altre Nazioni, dove il peso delle tasse sulla busta paga si ferma al 35,6%. Lo scenario del nostro Paese migliora se si parla di lavoratori con famiglia a carico (moglie e due figli). In questo caso il peso del fisco si ferma al 38,3%, con la riduzione di un punto percentuale rispetto al 2000. Nella classifica prodotta dall’istituto di statistica l’ Italia occupa il sesto posto. Guida la graduatoria il Belgio, dove la pressione fiscale sul lavoro raggiunge il 56%. Svizzera e Paesi Bassi, invece, hanno guadagnato i migliori risultati con un calo rispettivamente dell’8% e del 6,4%. Come si legge dal rapporto “il lavoratore è ormai avvezzo all’enorme discrepanza esistente tra il salario lordo percepito e il corrispettivo netto di cui può effettivamente disporre”. Le cose cambiano a proposito del nostro sistema previdenziale. “Sono lontani – ricorda l’Eurispes – i tempi in cui il sistema pensionistico italiano era il più esoso della zona Ocse”. Per l’istituto l’Italia ha da poco prodotto la migliore legislatura “destreggiandosi tra il vecchio sistema retributivo e uno maggiormente in linea con il periodo storico”. Da noi, alla previdenza pubblica base si sono aggiunte la previdenza complementare collettiva e quella individuale, entrambe facoltative.