In Afghanistan ostetriche in prima linea contro le morti per parto

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Nell’ospedale Msf dove 100 donne provano a ridurre la mortalità

Milano, 22 dic. (askanews) – In questo ospedale in Afghanistan di Medici senza frontiere 100 ostetriche combattono in prima linea contro le morti per parto: qui ogni due ore una donna muore per far nascere un bambino.”La grande difficoltà è che a volte riceviamo pazienti che arrivano troppo tardi, e quindi non riusciamo più a salvare le loro vite. E anche se perdiamo la vita di un solo paziente, è qualcosa che ti rimane nel cuore ed è davvero toccante” racconta Therese Tuyisabingere, capo ostetrica in questa struttura a Khost sul confine col Pakistan, attrezzata in particolare per curare i casi più gravi e difficili, come ad esempio parti plurigemellari.”Una delle mie gemelle è stata salvata, sta bene. Per l’altra mi hanno detto invece che avevo perso troppi liquidi, per questo non è sopravvissuta”, racconta China Gul, una paziente. “Veniamo fin qui per evitare la morte e per salvare i nostri bambini, anche se ci sono molti altri ospedali. Sono venuta qui soffrendo molto, per salvare me e i miei bambini”Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 2017, in Afghanistan sono morte 638 donne ogni 100.000 parti. Nello stesso periodo negli Stati Uniti ne sono morte 19.Il 40% delle donne partorisce in casa, cifra che sale all’80 nelle aree rurali. In questo ospedale tutte le cure sono gratuite e lo staff è composto da donne, per non creare problemi. Ma con le restrizioni dei talebani, sempre più medici che lasciano il Paese e sempre meno donne che potranno studiare e diventare dottoresse, infermiere o ostetriche, la salute delle donne afgane in futuro sarà ancora più a rischio.