Imprese, 662 fallimenti in Campania nei primi 9 mesi del 2018

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Nei primi 9 mesi del 2018 in Italia sono fallite 8.158 imprese contro le 8.656 dello stesso periodo dell’anno precedente, con una diminuzione di fallimenti anno su anno pari al 5,8% a livello nazionale. Le regioni con il maggior numero di fallimenti sono la Lombardia (1.844), il Lazio (1.078) e la Toscana (666), con la Campania al quarto posto con 662 casi di fallimento. Nell’arco dell’intero 2018, invece, a Benevento e provincia sono fallite 69 imprese, contro le 59 dell’anno precedente. E’ quanto è emerso durante il convegno “I profili deontologici del professionista secondo le varie competenze”, svoltosi a Benevento, nell’Università Giustino Fortunato, propedeutico al corso di alta formazione in “Diritto delle crisi di impresa”, organizzato dall’Ateneo telematico sannita con il patrocinio dalla Scuola Superiore dell’Avvocatura. Questi dati, diffusi dalla società Cribis e dal Tribunale di Benevento (per quanto riguarda i dati sanniti), indicano che non siamo ancora fuori dalla crisi, anche se ci sono dei segnali positivi, e soprattutto mettono in evidenza l’importanza di identificare precocemente le spie dello stato di difficolta’ delle aziende, cosi’ come prevede il nuovo Codice della Crisi d’impresa, che entrera’ in vigore il prossimo anno in sostituzione della Legge Fallimentare. Per quanto riguarda il numero dei fallimenti a Benevento e provincia compreso il territorio di Ariano Irpino, (poiche’ l’ex Tribunale e’ stato accorpato dal Tribunale di Benevento), e’ un dato che non va letto negativamente, secondo il presidente della sezione civile del Tribunale di Benevento, Michele Monteleone. In questa area, ha detto, “nel 2018 sono fallite 69 imprese, mentre nel 2017 ne erano fallite 59, ma negli anni precedenti fallivano circa 100-120 imprese all’anno”. Il miglioramento, secondo il presidente, si deve a due fattori: “le aziende che si sono appropriate dei segmenti di mercato lasciati liberi dalle imprese fallite in precedenza hanno avuto una espansione, mentre quelle che hanno percepito i segnali di crisi e hanno usato gli strumenti previsti per gestirla e superarla, come gli accordi di ristrutturazione, l’hanno gestita bene. Altresì si è registrata la contrazione dell’utilizzo del concordato preventivo alla luce dell’introduzione di limiti più restrittivi per l’ammissione a questo istituto giuridico”.