Impegno: Giostre vincolo assurdo
Investitori in fuga, intervenga Mibact

65

Il vincolo monumentale sulle giostre di Edenlandia e’ assurdo e a tratti ridicolo. In una citta’ dove c’e’ il tasso di disoccupazione giovanile tra i piu’ Il vincolo monumentale sulle giostre di Edenlandia e’ assurdo e a tratti ridicolo. In una citta’ dove c’e’ il tasso di disoccupazione giovanile tra i piu’ alti d’Italia, si vuole buttare alle ortiche una grande opportunita’ di sviluppo e occupazione. Ho sollecitato l’intervento del ministero dei Beni artistici, culturali e del turismo per eliminare il vincolo di tutela monumentale posto dalla Soprintendenza di Napoli sul parco divertimenti di Fuorigrotta e scongiurare, cosi’, la fuga del gruppo imprenditoriale che ne aveva assicurato la riapertura i tempi rapidi”. Lo afferma in una nota il deputato del Pd, Leonardo Impegno, che ha presentato un’interrogazione immediata in commissione Attivita’ produttive, cofirmata dalla collega di partito Valeria Valente. “Bisogna chiarire, e al piu’ presto, se la dicitura ‘parco divertimenti’ fatta all’epoca (1999-2000) – continua Impegno – sia da ritenere vincolo archeologico cosi’ come indicato nel lontano 1940 in riferimento all’impianto originario e delle opere d’architettura contemporanea realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta, ossia il Cinodromo e la stessa Edenlandia“. Secondo l’esponente del Pd, la decisione della Soprintendenza potrebbe configurare un eccesso di potere “perche’ l’Edenlandia e’ nata soltanto nel 1965“. “L’operazione di rilancio del parco divertimenti e’ stata segnata finora da troppi ostacoli. Ora, apporre il vincolo di tutela monumentale sul parco divertimenti – conclude – significherebbe elevare il parco e tutti i suoi contenuti, comprese le giostre, a bene monumentale’ di interesse pubblico. Ma ci vuole solo una buona dose di fantasia per immaginare che frotte di turisti possano venire a visitare le nostre vecchie giostre. In realta’, la ricaduta piu’ probabile di tale limitazione sarebbe il ripensamento del gruppo imprenditoriale sull’iniziativa intrapresa, con grave danno alla citta’ di Napoli, all’indotto turistico e a 55 lavoratori in cassa integrazione fino al prossimo mese di maggio. Questi lavoratori, con la riapertura del parco, fermo ormai da tre anni, avrebbero ritrovato una piena e dignitosa occupazione“.