Il Sud dà una lezione di sviluppo all’Italia

497

di Anthony M. Quattrone

“Imparate dal Sud: lezione di sviluppo all’Italia” di Lino Patruno (edizione Magenes, 2022) arriva al cuore e alla mente di chiunque abbia un forte interesse per il futuro dell’umanità. Qualche amico meridionalista sarà sorpreso che non ho concluso il primo periodo di questo mio articolo con “il futuro del Sud”.  C’è un motivo.  Il libro di Lino Patruno ha un valore universale che trascende i confini storici di quello che fu il Regno delle Due Sicilie, l’attuale Sud peninsulare, come definito dall’Inps, più la Sicilia.  Va ben oltre.

È la storia della resilienza e della creatività di chi è riuscito ad avere successo nel mercato globale a dispetto di tutti gli ostacoli posti sulla sua strada da parte di organi burocratici, politiche coloniali (interne al proprio paese e esterne ad esso), crimine organizzato e pregiudizi territoriali, se non addirittura razziali. È un racconto che si ripete periodicamente nella storia dell’umanità, dove l’oppresso, il represso, lo svantaggiato, reagisce senza lamentarsi, trasformando le debolezze in forze e le minacce in opportunità – mettendo in atto i principi dello SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, and Threats) insegnato nelle migliori università di tutto il mondo. È il racconto della re-esistenza e della resilienza.

Il libro di Patruno potrebbe essere una lettura raccomandata nei programmi universitari per chiunque studi l’approccio sistemico all’imprenditoria.  Il libro fornisce centinaia di esempi sulla creazione, sullo sviluppo e sulla trasformazione delle imprese nel Mezzogiorno. Fornisce esempi pratici per come l’impresa per non perire, da organismo vivente, deve adattarsi al suo ambiente, prevedendo anche i rischi futuri.  Gli esempi di Patruno potrebbero fungere da corollario ai testi di Peter Drucker, di Chris Argyris, di Warren Bennis, di Rosabeth Moss Kanter e altri teorici dello studio del “business management” e delle organizzazioni.

Patruno crea una interessante categorizzazione delle imprese: “i campioni”, “guarda che Sud”, “creativi Sud”, “Sud da copertina”, “Sud da export”: tutte immagini positive che sono in netta contrapposizione alle condizioni ambientali, specialmente infrastrutturali, poco incoraggianti e confermate da dati statistici incontrovertibili.

Crea nel lettore la visione meridionale positiva di alcune “valley”, sul modello della famosa “Silicon Valley” californiana, dove sono nate tante innovazioni nel campo della tecnologia e dell’informatica americana.  E così abbiamo nel Mezzogiorno delle valley reali, tutte da scoprire con imprese resistenti e resilienti, quelle che Patruno descrive nelle “Automotive Valley”, “Aerospace Valley”, “Techo Valley”, “Robot Valley”, e così via.

Sono aziende che creano e arrivano sul mercato globale in barba a dati ambientali che dovrebbero certificare, invece, l’impossibilità di fare impresa.  La mancanza o l’inadeguatezza delle infrastrutture tradizionali, come strade, ferrovie, aeroporti e porti, viene eclissato dall’uso delle autostrade informatiche e dalla capacità di fare rete ovunque.  È il Sud della creatività, del rimboccarsi le maniche, della ricerca di un percorso alternativo per superare strade ostruite o addirittura inesistenti.

Il tema centrale di “Imparate dal Sud”, il filo conduttore che unisce la storia degli imprenditori, dei creativi e dei leader del Sud è riassunto nel concetto della resilienza “parola di moda che i vocabolari traducono come ‘capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, sapendo organizzare la propria vita nonostante le avversità’”, come ricorda Patruno.  Il Sud che descrive è come il materiale resiliente che “non si oppone contrastando l’urto finché non si spezza, ma lo ammortizza e lo assorbe perché elastico e non rigido”.

Le 367 pagine del libro di Patruno mostrano la faccia positiva del meridionalismo moderno, quella del successo di chi, facendo impresa, ha dimostrato “anche una capacità di non perdere la propria umanità e la propria identità.”  È il Sud che insegna che si può avere successo indipendentemente dagli ostacoli posti sulla propria via, rimanendo umani: “la vita non è solo numeri di bilancio, dati economici freddi… non è solo produzione e produttività. Non è solo performance, prestazione. Non vuol dire solo che vali quanto contribuisci al profitto”.  È il sud di Gaetano Filangieri, quello da cui gli americani hanno preso in prestito il concetto della ricerca della felicità – quello che hanno inserito nella Dichiarazione di Indipendenza del 1776. È il Sud descritto da Lino Patruno.