In queste ultime ore il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha esposto in modo esauriente la posizione e la proposta della Cina sulla risoluzione dell’attuale crisi ucraina, che può essere riassunta come quattro impegni in sei punti.
Il dialogo e la pace vanno promossi attraverso quattro passi che devono aderire agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite; rispettare e proteggere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina; aderire al principio di indivisibilità e della sicurezza; e accogliere le preoccupazioni delle parti in merito alla propria sicurezza nazionale. La Repubblica Popolare della Cina – un Paese negli ultimi tempi vicino e amico della Russia – insiste sul dialogo e sui negoziati per risolvere le controversie con tutti i mezzi pacifici. Per Pechino è importante concentrarsi sulla stabilità a lungo termine della regione e costruire un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile.
La questione ucraina giace in situazioni storiche complesse e speciali. Solo affrontando queste con fermezza e prendendo le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza delle parti interessate, in maniera ponderata, razionale e corretta si possono salvaguardare efficacemente i sacri diritti della sovranità e dell’inviolabilità territoriale di ciascun paese e fare passi avanti nel dialogo bilaterale e nella negoziazione, in modo da risolvere l’attuale crisi sulla base del raggiungimento di stabilità a lungo termine per la regione, con la costruzione d’un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile.
Considerando la complessità unica della questione ucraina, la Repubblica Popolare della Cina sta incoraggiando i negoziati diretti tra Russia e Ucraina e un confronto equo tra Stati Uniti d’America, NATO, Unione Europea e Russia, invitando la comunità internazionale a fornire la necessaria “pazienza” strategica e cooperazione continua fino a quando le due parti non abbiano intrapreso congiuntamente azioni concrete per ripristinare saldamente il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro.
Per Pechino – nel processo di risoluzione dell’attuale crisi ucraina – le Nazioni Unite e le parti interessate dovrebbero intraprendere azioni coordinate ed efficaci basate sul diritto internazionale, con l’obiettivo a breve termine di promuovere una soluzione diplomatica alla guerra in atto. Le sanzioni non sono mai state una soluzione fondamentale ed efficace per risolvere un problema. Quando le legittime preoccupazioni di sicurezza delle parti non vengono affrontate, esercitare avventatamente una forte pressione con sanzioni su larga scala equivale ad aggiungere benzina sull’incendio e colpire solamente le popolazioni.
Come ha sottolineato Wang Yi è necessario sostenere il concetto di sicurezza comune, globale, di cooperazione e sostenibile e al contempo abbandonare l’idea di sicurezza esclusiva e assoluta per una sola parte e insistere per porre fine ai conflitti attraverso la negoziazione. È indispensabile rafforzare la fiducia reciproca e costruire insieme un mondo di pace duratura.
L’iniziativa in sei punti cinese è mirata per prevenire una crisi umanitaria su larga scala in Ucraina. Wang Yi ha sottolineato che la massima priorità della crisi ucraina è alleviare il più possibile la situazione sul campo, per evitare che il conflitto si intensifichi o addirittura sfugga al controllo. L’Iniziativa in sei punti, proposta dalla Repubblica Popolare della Cina a questo scopo, dimostra la chiara posizione del Paese, e la mentalità globale della diplomazia di Pechino.
Evitare la politicizzazione delle questioni umanitarie – e non trasformarla in propaganda per una parte sola – è un’importante garanzia per lo sviluppo sicuro, tempestivo e regolare delle operazioni umanitarie. Per raggiungere questo obiettivo, l’Iniziativa in sei punti sottolinea in modo completo ed equilibrato che tutte le parti interessate devono aderire ai principi di neutralità e imparzialità nello svolgimento delle operazioni umanitarie e che le Nazioni Unite dovrebbero svolgere un fondamentale ruolo di coordinamento in ambito umanitario per assistere l’Ucraina, in modo da facilitare lo sviluppo delle operazioni umanitarie, attraverso il dispiegamento di canali efficienti che vanno nella giusta direzione.
I diversi gruppi più colpiti dalla situazione in Ucraina e più bisognosi di assistenza umanitaria hanno diverse preoccupazioni pratiche, che determinano le diverse priorità delle strategie di risposta, sulla base delle effettive esigenze di gruppi rappresentativi come sfollati, civili e stranieri in Ucraina.
Da parte cinese Wang Yi ha annunciato solennemente che la Società della Croce Rossa cinese fornirà all’Ucraina una serie di aiuti umanitari di emergenza il prima possibile. L’intenso impegno mostra la preoccupazione umanitaria della Cina e diventa un chiaro esempio dei continui sforzi cinesi per superare la crisi umanitaria.
Salvaguardare gli interessi nazionali con la diplomazia a favore dei popoli. La tutela degli interessi nazionali è sempre stato il compito fondamentale degli affari esteri della Cina.
Dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Ucraina nel 1992, l’Ucraina è diventata il terzo partner commerciale della Cina in Eurasia dopo Russia e Kazakistan, e anche la Cina è diventata il principale partner commerciale dell’Ucraina. Le due parti hanno ottenuto una proficua cooperazione nei settori della scienza e della tecnologia, dell’istruzione e della cultura e hanno mantenuto stretti scambi di personale. Poiché la situazione in Ucraina è cambiata, il Ministero degli Affari esteri cinese ha immediatamente attivato il meccanismo di emergenza della protezione consolare, ha mantenuto una stretta comunicazione con tutte le parti, si è coordinato con entrambe e ha adottato molteplici misure per cercare di avviare dialoghi di pace.
In primo luogo, Wang Yi ha svolto immediatamente una telefonata con il ministro degli Esteri ucraino e con quello russo, proponendo un percorso pacifico per risolvere le preoccupazioni di tutte le parti attraverso il dialogo e la negoziazione
In secondo luogo, varie agenzie del ministero degli Esteri cinese hanno collaborato strettamente, valutato in modo completo i cambiamenti della situazione e, sulla base di varie possibilità; inoltre hanno immediatamente formulato un piano fattibile per aiutare l’evacuazione sicura volontaria dei cittadini cinesi e non dall’Ucraina, nonché attivato il meccanismo di emergenza della protezione consolare e ha aperto e sbloccato alcuni canali di sicurezza.
Non perdere tempo e cogliere le giuste finestre temporali che si lotta per aprire nell’attuale situazione bellica, sono modi per organizzare meglio le operazioni di evacuazione di emergenza, e fornire tutto l’aiuto possibile a coloro che non sono stati ancora evacuati.
Dietro tali efficienti operazioni di trasferimento che hanno visto protagonisti anche i governi di Cina, Moldavia, Romania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bielorussia c’è la dedizione dei diplomatici e il comune desiderio di pace delle persone di tutto il mondo, in quanto questi Paesi ed altri hanno fornito strutture di sicurezza ed evacuazione.
Wang Yi ha espresso chiaramente e con forza la posizione di base aperta, trasparente e coerente della Repubblica Popolare della Cina sulla questione ucraina, affermando che la stragrande maggioranza dei Paesi si oppone alla “nuova guerra fredda” e alla divisione del mondo. Wang Yi ha affermato che di fronte a un mondo turbolento e in evoluzione, la Repubblica Popolare della Cina ha sempre rappresentato stabilità ed energia positiva, e si è sempre posizionata nella giusta direzione del progresso storico. La Cina continuerò ad assumersi le sue responsabilità, per tenere alta la bandiera della pace, dello sviluppo, della cooperazione e del vantaggio di tutti, per promuovere la costruzione di un nuovo tipo di relazioni internazionali e contribuire a costruire una comunità internazionale con un futuro condiviso da tutta l’umanità.
Siamo certi che solo la Repubblica Popolare della Cina ha la possibilità di far ragionare la Russia e condurla prima di tutto alla cessazione delle ostilità, e all’organizzazione di una Conferenza di “Helsinki 2” che dia a tutti – come quarantasette anni fa – la garanzia del rispetto della sicurezza di uni verso gli altri.