Il salvataggio di Atene? E’ merito solo della Ue

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La Germania e con lei l’intera Unione Europea hanno deciso di scegliere il male minore nel rapporto con la Grecia. I sostenitori del rigore ad oltranza nel rapporto con la Grecia sono così stati sconfitti, e, la Merkel ha convinto i suoi ministri per disporre provvedimenti che salvino dal baratro economico finanziario la Grecia. Il vero effetto paura è stata la minaccia dell’uscita della Grecia dall’euro; ad essa si è unito il promesso aiuto della Russia che ha svolto così un suo ruolo, più per effetto scenografico che con intenzioni reali. Nelle condizioni economiche attuali della Russia, è infatti molto difficile ipotizzare un aiuto vero e concreto per salvare la Grecia. Comunque, Obama da parte sua ha chiesto ed ottenuto che l’UE si impegnasse per salvare uno Stato membro espletando, in tal modo, un suo dovere formalmente istituzionale. Insomma, per Obama è un guaio europeo e l’UE deve risolverlo. Non si può però non nascondere che chi è in forte sofferenza è il popolo greco, che si è affrettato a ritirare buona parte dei suoi risparmi dalle banche del paese nel convincimento che una bancarotta generale del sistema bancario avrebbe fatto perdere tutto. Se, infatti, il Governo con la sua sfida di ritirarsi dall’euro è riuscito a determinare la speranza di aiuto, di esso non è convinto il popolo greco, che teme per i propri risparmi. Naturalmente, la povertà è nel paese in aumento notevole e per questo, non resta, che rivolgersi alle organizzazione caritative della Chiesa Russa, specie per poter soddisfare le esigenze della vita quotidiana presso le mense della stessa istituite. La sofferenza per l’espandersi della povertà è documentata dal dato che dal 21 maggio scorso il Comune di Atene ha sospeso ogni aiuto per i poveri. A rispecchiare questo stato di cose è il dato sulla disoccupazione, che ha raggiunto il 27% della popolazione, colpendo in particolare famiglie giovani e con figli piccoli. Di questa condizione di forte povertà esistente nel paese non sembra preoccuparsi molto il Governo in carica, né la classe politica in generale, che puntando tutto sull’intervento dell’UE, hanno indotto la Merkel e il Governo tedesco a più miti atteggiamenti, aprendo alla possibilità di ulteriori linee di credito ed ad un possibile superamento delle scadenze dei vecchi debiti. Naturalmente, questa prospettiva e cioè di un intervento UE salva Grecia, ha allontanato nella popolazione l’idea di uscire dall’euro e quindi di una rottura traumatica all’interno del sistema UE, anche se la corruzione presente nelle sfere dirigenziali contribuisce non poco a far aumentare un clima di sfiducia verso tutte le autorità, sia locali che nazionali. Insomma – come morale – vien fuori ancora una volta che l’Unione Europea è stata una grande invenzione, che non solo tiene uniti i 28 Stati che la compongono, ma che al momento del bisogno di uno di essi interviene per salvarlo. La grande scommessa UE ancora una volta ha dato esiti positivi! La crisi greca ci dice, quindi, che il principio di solidarietà che è tra i cardini delle istituzioni europee, ancora una volta ha funzionato e che la Grecia ed il suo popolo ha oggi una prospettiva concreta per avviarsi verso l’uscita della crisi, questo è dovuto al principio della solidarietà che l’Unione Europea, come organizzazione, ha dimostrato di applicare concretamente salvando la Grecia dal baratro in cui stava per cadere. La paradossale soluzione che è stata individuata tra la Merkel ed il premier ellenico Tsipras, è quella per cui saranno gli stessi creditori della Grecia (principalmente la Germania) ad anticipare le somme per soddisfare le scadenze che interverranno a fine giugno, e quindi che a salvare la Grecia saranno gli stessi suoi creditori.