Negli ultimi anni è sempre più sentito il problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici, costituiti da materiali non biodegradabili e con un elevato grado di tossicità. A questo bisogna aggiungere la loro impronta ecologica (indicatore complesso utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle), non trascurabile per le molte materie prime rare usate del processo di produzione.
Con l’innovazione della normativa italiana che riguarda l’ambiente e il trattamento dei rifiuti avvenuta a metà degli anni 2000, l’attenzione per la spazzatura elettronica è aumentata. In linea con gli obiettivi di sostenibilità e sviluppo delle Nazioni Unite, si vuole attuare un consumo consapevole e incentivare il riciclo.
I dati indicano una tendenza positiva che fa ben sperare, almeno per quanto riguarda il recupero dei rifiuti elettronici domestici. Il resoconto dell’attività 2019 di Ecodom (il più grande consorzio italiano per il recupero e il riciclo in Italia, con 131 aziende consorziate e una quota del 55,8% nel mercato dei grandi elettrodomestici) attesta un aumento del 16% rispetto all’anno prima. Ecodom nel 2019 ha gestito 122.330 tonnellate di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) provenienti dai nuclei domestici. Una quantità paragonabile al peso di 156 Frecciarossa 1000 da 8 carrozze, e che fa segnare al Consorzio il dodicesimo aumento consecutivo.
La percentuale raggiunta di riciclo generale delle Materie Prime Seconde è stata pari all’89% del peso dei RAEE domestici gestiti dal Consorzio. Le quattro materie più importanti da sole rappresentano il 73% del totale riciclato: ferro (70.833 tonnellate ricavate), alluminio (2.264 t), rame (2.493 t) e plastica (13.984 t). Dal punto di vista ambientale questo si esprime come 153.475.338 kWh di energia elettrica risparmiata, mentre le emissioni di CO2 evitate sono state pari a 849.408 metri cubi.
Ma questo non deve far gridare vittoria, perché rimane fondamentale anche il comportamento dei consumatori in fase di acquisto degli apparecchi. La scelta di beni durevoli come il frigorifero, il condizionatore d’aria o la caldaia di casa deve essere ponderata, tenendo presente i costi durante la sua vita utile (consumi energetici e manutenzione) e la sua obsolescenza: considerando che si tratta di beni contenenti elettronica e costruiti per un utilizzo ininterrotto, è importante decidere di investire su un prodotto di qualità. Classe energetica, numero dei motori, livello di rumorosità, spazi interni utili, ventilazione, ingombro e caratteristiche innovative (come le ultimissime funzioni smart, che permettono ad un frigo e alle centrali termiche di dialogare con lo smartphone per ottimizzare i rifornimenti e il settaggio) sono variabili su cui è bene non lesinare troppo, perché influenzano in modo importante il numero di anni di funzionamento dell’apparecchio. A maggior ragione ora che si può usufruire dello sconto fiscale previsto dal cd. Bonus mobili ed elettrodomestici.
Ultima ma non meno importante considerazione nel caso preso come esempio è la conservazione dei cibi e la relativa sicurezza per la salute, che i frigoriferi di recente progettazione hanno perfezionato andando anche a contrastare lo spreco alimentare.