Il ritorno del massimalismo in gioielleria

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in foto Liz Taylor

Rubini, smeraldi, brillanti, tormaline Paraiba, diamanti bianchi, gialli, rosa, topazi, ametiste…
Pietre preziose oversize, di extra-caratura e montate su gioielli faraonici degni di una novella Cleopatra 3.0.
Ebbene sì, nel mondo della gioielleria, ritorna il lusso più esagerato dopo i tempi morigerati degli ultimi anni.
Segno che, almeno per questo segmento del comparto luxury, qualcosa sta cambiando rispetto al passato con una vivace impennata verso il trend massimalista.
Ma non è solo una questione di contenuto.
Infatti, a “contenere” le gemme ci sono montature di oro e platino dal design dalle forme massicce, esagerate, baroccamente opulente. Un duplice sfarzo esteriore che sa tanto di anni ’80.
Un’inversione di tendenza che sembra voler sottolineare l’importanza del monile a 360°; non solo un pezzo da esibire, custodire e mostrare nel suo massimo splendore ma -come spesso accade- anche esemplari su cui investire.
Dunque, adesso più che mai, nella gioielleria di alta gamma, vige il trionfo di diamanti multi-sfaccettati, cascate di rubini, pietre preziose (sempre più rare) incastonate su broches, pendenti ed anelli da mille e una notte.
Oggetti -almeno per i comuni mortali- solo da ammirare sulle pubblicità o nelle vetrine dei grandi marchi di gioielleria e da considerare delle vere e proprie opere d’arte.
Preziosi appetibili ma irraggiungibili dati gli altissimi costi ma che fungono da cartina di tornasole per i super-marchi del lusso visto che investono tantissimo in campagne promozionali ad hoc; del resto, basta sfogliare delle riviste di moda e vedere che, esattamente nell’ultimo periodo, le prime pagine sono state acquistate dalle grandi maison proprio per pubblicizzare gioielli (ovviamente, per poi far da traino alle vendite di borse e scarpe).
E che gioielli!
Ninnoli -spesso unici- che una volta venivano indossati solo dalle dive del cinema (avrebbero sicuramente fatto gola all’indimenticabile Liz Taylor ancora oggi ricordata come una delle più grandi collezioniste di gioielli di tutti i tempi!) e/o prestati alle star dello spettacolo per qualche film o sfilata.
Ma poiché la storia si ripete ecco che, anche per il design del gioiello, si ripesca dal passato con collezioni nuove ma dal gusto vintage.
Oggetti da collezione che hanno fatto la storia del costume e che, oggi, sono stati riproposti da celebri marchi orafi.
Pezzi d’archivio opportunamente riammodernati e riattualizzati pronti a soddisfare la più moderna clientela rappresentata dai “nuovi ricchi” che, forti di una poco blasonata ascesa sociale ed economica, possono permettersi acquisti multimilionari (rappresentando il core-business per le case produttrici).
Aziende orafe e non solo. Infatti, anche la moda è sempre più attratta dal settore-gioiello.
Non a caso, soprattutto negli ultimi anni, ad avvicinarsi sempre più alla vendita di preziosi sono arrivate anche colossi dal calibro di Hermes, Dior, Vuitton, Gucci, Dolce&Gabbana ecc… con capolavori artigianali di Alta Gioielleria che non hanno nulla a che invidiare alle più celebri maison d’alta gamma orafa.
Collier, bracciali, ear-cuff, orologi e spille firmate da maxi-brand dell’abbigliamento con una tale perizia di lavorazione e qualità di pietre preziose da rivaleggiare con le più blasonate maison del settore-gioiello.
Un lusso per pochi (specialmente, arabi e clienti del mercato orientale e nord-americano) ma che rappresenta un traino per vendere profumi ed accessori. Magie del marketing! Per gli altri… non resta che sognare ad occhi aperti!