Il re dell’intelligence scommette sul food-tech: round da 1 mln di euro per la startup napoletana Greeat

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in foto il team di Greeat (immagine da comunicato stampa)

In meno di tre anni il concept ha vinto e convinto: con tre location e due città servite come Roma e Napoli. Greeat, il fast casual mediterraneo che ha dimostrato che si può mangiare di gusto e salutare anche se si è di corsa, ha appena chiuso un round di investimenti da un milione di euro, tra Venture Capital e leva finanziaria. Principale investitore è Antonino Restino, imprenditore seriale di lungo corso e Presidente del Gruppo AZ. L’operazione è stata seguita dallo Studio Guancioli di Roma.

L’accelerazione impressa grazie a Restino (la cui incredibile vita professionale è raccolta nel libro “La Spia de Dios”) permetterà alla startup innovativa di raggiungere l’obiettivo di sette nuove aperture in Italia in 18 mesi.

L’IDEA DI GREEAT
Greeat è un’idea di due giovani ragazzi napoletani: Vincenzo Corrado e Giovanni Liguori. Cresciuti rispettivamente tra i vicoli di Napoli e provincia, Corrado e Liguori hanno deciso di tornare a Napoli dopo essersi formati accademicamente e professionalmente negli Stati Uniti. Giovani sì, ma con un’esperienza già importante alle spalle: Giovanni Liguori, dottore commercialista e specializzato con tesi sperimentale in finanza aziendale presso la Wharton Business School della Pennsylvania, ha un forte background finanziario con un’esperienza di oltre 7 anni in aziende strutturate come revisore contabile e M&A; Vincenzo Corrado si è formato alla LUISS e ha perfezionato le sue competenze alla Business School dell’Aalto University di Helsinki e all’Università di Harvard, e ha all’attivo 10 anni di esperienza nel Food & Beverage maturati tra California e Regno Unito.

Nel settembre del 2020 – mentre il mondo globalizzato faceva i conti con l’epidemia globale – i due ragazzi con coraggio hanno scommesso sulla loro città di origine, e non lo hanno fatto certo in maniera banale: hanno puntato su una zona complessa come quella della city partenopea del Centro Direzionale portando un cibo gustoso e salutare nel bel mezzo di rosticcerie e bar, puntando sugli impiegati e i manager di quegli uffici e mostrando loro che mangiare bene era possibile anche di corsa tra un appuntamento e l’altro.

Greeat lo ha fatto coinvolgendo nutrizionisti ed esperti, impegnandosi attivamente per il territorio con partnership di rilievo, campagne stampa ed eventi solidali, e mettendo dal primo momento al centro il tema ambientale con un investimento non trascurabile per implementare la sostenibilità con plastiche bandite del tutto e materiali compostabili, dalle bowl alle posate.

LE 3 P: PERSONE, PIANETA, PROFITTO
“La filosofia di Greeat – spiegano Corrado e Liguori – si fonda su 3P: Persone, Pianeta e Profitto. Tutte le nostre scelte mirano salvaguardare le prime due ‘P’ per avere un impatto positivo e di conseguenza generare la terza ‘P’. I dipendenti, i fornitori, i clienti, le materie prima, gli store, i materiali: tutto quello che gira intorno al mondo Greeat deve essere guidato da questi valori”.

A rendere la startup Greeat una food-tech company all’avanguardia c’è il forte investimento in ricerca e sviluppo per migliorare tutti i processi fino a dotarsi di sistemi proprietari CRM (e della propria piattaforma per l’ordinazione online). “Abbiamo digitalizzato tutti i processi – continuano i due imprenditori – e abbiamo una gestione omni-canale delle vendite oltre a un software di proprietà, sviluppato internamente, per il controllo di gestione e dell’operatività degli store. I flussi degli store sono tutti studiati per massimizzare le risorse umane e rendere l’esperienza ‘as simple as possible’ per il cliente”.

Dal 2020 ad oggi Greeat è cresciuta esponenzialmente con sedi fisiche e non, servendo con la sua idea di fast casual due aree metropolitane non da poco come quelle di Napoli e Roma.

LO SCUGNIZZO CHE CREDE NEI GIOVANI
In questi due ragazzi Antonino Restino ha rivisto qualcosa di lui, della crescita umana e professionale di quello scugnizzo cresciuto nel ventre di Napoli. “Faccio il detective da oltre 40 anni – spiega il fondatore del Gruppo AZ – ma ancora oggi imparo, e da questi due giovanotti sto imparando molto”. Restino non è alla prima esperienza nel settore della ristorazione: è già principale azionista della Gelateria Artigianale “Cento” nel cuore di Napoli e di “Magno” azienda che seleziona e commercializza eccellenze da tutto il mondo.

Ma Restino resta sempre quel ragazzone umile cresciuto nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, che aiutava il padre a vendere uova con una bancarella e che ha imparato sin da piccolo a cogliere occasioni e creare valore, definendo il senso profondo di innovazione ben prima che questo termine diventasse di moda. Soft skill, le chiamerebbero oggi, che unite a un istinto innato e una grande competenza hanno portato in quasi 50 anni di carriera Restino e il Gruppo AZ in tutta Italia e diventare il re indiscusso dell’intelligence italiana, che a portfolio clienti può vantare praticamente l’intero sistema bancario italiano e buona parte delle compagnie assicurative che operano sul territorio.

“Ciò nonostante – raccontano divertiti Corrado e Liguori – Antonino contribuisce non solo come finanziatore ma anche come imprenditorie. Alle 7.30 del giorno dopo il perfezionamento dell’accordo, Antonino era già fuori al nostro punto vendita di Napoli Santa Lucia per provare la colazione che avevamo appena lanciato. Il suo contributo in termini di idee e ottimizzazione dei processi è per noi illuminante”.

“Sono convinto – conclude Restino – che noi scugnizzi insieme possiamo tutto. Anche se siamo scugnizzi di diverse età, la nostra passione e il nostro amore fanno sempre la differenza”.