Il “Ponte sullo Stretto” utile al nord più che al sud

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Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 5 dicembre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi 

Dopo tanto propagandismo, forse sta arrivando il giorno della verità. Salvini si scopre. A una riunione “leghista” di imprenditori e uomini d’affari, dice chiaro chiaro che, con la costruzione dell’infrastruttura calabro-sicula, alla Lombardia arriverà un incremento del pil del 30 per cento equivalente a 5,6 miliardi di euro. In più 10 mila posti di lavoro (di fronte ai 6 mila per Calabria e Sicilia che hanno 7 milioni di abitanti). ”La Lombardia è la prima regione a registrarne benefici”. C’è da chiedersi: le altre regioni leghiste, Piemonte e Veneto, che faranno? Come le stelle di Cronin staranno a guadare? Qual è la fetta di utilità che il vicepremier è costretto a “promettere” loro? Per quanto tempo durerà questa “commedia degli equivoci?”. Le bugie hanno le “gambe lunghe” dice Eduardo De Filippo. Sì, in teatro sarà così. In politica no: qui più prima che poi, le bugie sono come i nodi che, immancabilmente, vengono al pettine (prima “promessa bugiarda” salviniana: i nuovi posti di lavoro sarebbero stati, per le due regioni meridionali,40 mila; ora, se tutto andrà bene, non saranno più di 6 mila…).

UN PONTE SOSPESO TRA I SI E I NO. Salvini è lanciatissimo: ”Sarò orgoglioso di partecipare a un’opera che l’ingegneria del mondo ci invidierà” (cantieri aperti sulle 2 sponde entro l’estate 2024;Ponte che vedrà la luce nel 2032;corridoio non solo da Palermo a Reggio ma fino al cuore dell’Europa).Tutto il Ministero da lui presieduto è “allineato” a partire dal vicepremier. Edoardo Rixi va oltre con lo sguardo. Si ferma sui porti di Messina e Reggio Calabria che “dovranno specializzarsi”. A suo avviso “non sarà più necessario il traghettamento dei convogli ferroviari e delle merci sui tir che potranno fare il traghettamento in 2 minuti e non più in 2 ore”. E questo “avvicinerebbe la Sicilia al centro dell’Europa mantenendola al centro del Mediterraneo”. Senza limiti l’ottimismo di Pietro Ciucci, amministratore della società Stretto: “Il progetto viene preso a modello in tutto il mondo”. A tanto entusiasmo si contrappongono i numeri. I tecnici dell’Ufficio Bilancio del Senato lanciano l’allarme sui costi. ”Serve un piano di lungo periodo perché non basta una copertura solo triennale”. Obiezioni di non poco conto vengono dall’Ance, dalla Corte dei Conti e dall’Anticorruzione presieduta da Giuseppe Busia che rileva lo squilibrio tra il concedente pubblico su cui pesano i maggiori rischi, e la parte privata. A sua volta la Rete ferroviaria italiana denuncia di aver dovuto bloccare la costruzione di 3 navi-traghetto “nel silenzio delle Regioni Calabria e Sicilia”, progettate proprio per migliore l’attraversamento del “Mare Stretto”.

PONTI ANTICHI E NUOVI. Quello che va più indietro nel tempo e tuttora in piedi, è detto della “Carovana” o di “Mardin”, nella Turchia del terzo secolo avanti Cristo. In Italia è il romano “Fabricio” del 62 avanti Cristo: lega una sponda del Tevere con l’isola Tiberina. I Ponti più recenti e nuovi? Il “Braila”, sul Danubio romeno,  attivo dal giungo 2023.In Italia siamo fermi al 1832 quando Ferdinando II delle Due Sicilie fece costruire il Ponte sul Garigliano al confine fluviale che dal 1924 separa Campania e Lazio.

PONTE SULLO STRETTO. Fra Messina e Reggio Calabria c’è molta storia priva di fattività. Dell’opera si parlava già prima dell’Unità. Ferdinando II fa redigere un progetto ma poi vi rinuncia “per l’eccessivo costo che comporta”. Nel 1866 viene incaricato Alfredo Cottrau, nome molto quotato. Anche lui si tira indietro perché giudica “difficilmente fattibile la costruzione di piloni in mare”. Dieci anni dopo è invece pieno di fiducia il presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli: ”Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al Continente”. Prima e seconda guerra bloccano ogni proposito. Dal 1952 nuova fioritura di studi geofisici sulla tenuta delle sponde e del fondo marino. Favorevoli all’opera, in tempi diversi, Craxi, Prodi, Andreotti, Berlusconi. Sarà il presidente del Consiglio Mario Monti a congelare tutto.

DUELLO RENZI-SALVINI. Nel 2016 il fiorentino premier sostiene il Ponte per “togliere la Calabria dall’isolamento e far sì che la Sicilia sia più vicina”. Insorge il vice premier leghista: ”Parecchi ingegneri dicono che il Ponte non sta in piedi. Non vorrei spendere inutilmente qualche migliaio di euro in mezzo al mare”. Nel 2023 di questo “salviniano pensiero” sono scomparsi tweet e post.