Il poggio, a Napoli apre il polo enogastronomico: tra cucina e impegno sociale

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Nasce a Napoli il polo enogastronomico ‘Il Poggio‘, in via Poggioreale, da un’iniziativa del gruppo Gesco che con un’operazione di riqualificazione urbana ha trasformato un ex opificio e lo ha riqualificato, restituendolo alla città come punto di ritrovo per i giovani e le famiglie. La struttura comprende un ristorante con bar e pasticceria, un laboratorio di produzione una scuola di formazione ed è aperto anche di notte. Qui hanno trovato lavoro circa 60 persone, di cui 50 ragazzi e giovani, alcuni provenienti da situazioni di disagio, che sono in formazione on the job grazie al Piano Nazionale garanzia giovani. 

L’iniziativa è cofinanziata da Fondazione Vodafone e Fondazione con il Sud. “Lo spazio che inauguriamo oggi non è solo un ristorante, né semplicemente un luogo di formazione, aspetti comunque non di poco conto in particolar modo in un contesto periferico“, dice Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, e aggiunge: “Quella che parte con il Poggio e soprattutto una sfida che ci parla di inclusione, opportunità lavorative per tutti, di coesione sociale e di uno sviluppo possibile“. Accanto a Borgomeo, Maria Cristina Ferradini, responsabile sostenibilità e Fondazione Vodafone Italia, che spiega: “Come Fondazione Vodafone abbiamo scelto di adottare un approccio che stimoli imprenditorialità e innovazione, contribuendo alla realizzazione di un progetto che vede coinvolti tutti gli attori che insistono sul territorio, nella convinzione che soltanto se affrontate in una cornice di responsabilità collettiva si possa restituire valore alla società”. In questo polo enogastronomico si può trovare l’offerta dei piatti tipici della tradizione napoletana e delle pietanze della cucina vegetariana e vegana, anche da asporto o con consegna a domicilio. Sono privilegiate le produzioni locali e le coltivazioni biologiche e si utilizzano anche prodotti provenienti dagli orti sociali promossi dal gruppo Gesco, uno realizzato nel carcere di Secondigliano attraverso la cooperativa sociale l’uomo e il legno che impiega i detenuti, un altro nel parco de Filippo a Ponticelli riqualificato grazie a un progetto di riabilitazione per sofferenti psichici.