Dentici, orate, spigole, marmore, totani, alici, cefali, polpi, tonni: i pesci tipici dei mari campani stanno lentamente diffondendosi nei Paesi del Nord Europa, ma anche nei Dentici, orate, spigole, marmore, totani, alici, cefali, polpi, tonni: i pesci tipici dei mari campani stanno lentamente diffondendosi nei Paesi del Nord Europa, ma anche nei mercati emergenti dell’Est. Merito del consorzio puteolano Pescato Campano che da tempo si sta dando da fare per diffondere, anche fuori dell’Italia, il prodotto ittico regionale. E i risultati non sono tardati a venire. Come dimostrano le relazioni commerciali intessute negli ultimi mesi dal consorzio con rivenditori di pesce europei ed asiatici. E come confermano le trattative appena conclusasi con una ditta di import di Bruxelles che rifornisce i ristoranti italiani in Belgio con pesce congelato o dell’oceano Atlantico. L’accordo con il Consorzio comporta la fornitura plurisettimanale di specie ittiche fresche pescate il giorno prima di quello della consegna (e del suo consumo in tavola). L’intesa prevede, tra l’altro, che ristoranti i quali utilizzeranno questo pesce entreranno a far parte di un progetto di filiera del buon pescato italiano e saranno promossi con azioni di marketing. E’ di luglio, invece, la visita ai pescherecci di Pozzuoli e Procida di una delegazione di pescatori della Georgia, stato caucasico che si affaccia sul mar Nero. Lo scopo? Conoscere il modello di gestione del Consorzio e studiare la possibilità di sviluppare azioni commerciali di import-export di prodotti unici come le alici del Tirreno con prodotti presenti nei nostri mercati ma in quantità ridotte e invece in abbondanza nel mar Nero come la platessa, le telline, il rombo chiodato. Rapporti di collaborazione sono stati avviati anche con imprenditori cinesi, i quali si dicono interessati al riutilizzo dello scarto di lavorazione (per esempio la vescica natatoria dei pesci) molto sfruttato dall’industria del food in Oriente per la preparazioni di gelatine alimentari a seguito di processi di essicazione. “Sono contatti importanti – commenta Fulvio Giugliano, presidente del Consorzio – che stanno a dimostrare l’importanza del nostro pescato e la necessità di sviluppare rapporti con le industrie di questo settore di tutto il mondo. I rapporti si sono moltiplicati grazie alla fiera internazionale Sea Food 2014. Abbiamo potuto constatare che, in questo momento, si stanno aprendo nuovi mercati che chiedono prodotti di qualità come i nostri mentre gli imprenditori orientali sono interessati agli scarti della nostra lavorazione che per il loro mercato sono fondamentali”. Il Consorzio di Gestione del Pescato Campano (Cogepeca) aderisce a Federpesca-Confindustria. La sua caratteristica principale è aver riunito in un unico sodalizio tre diversi tipi di pesca: circuizione, strascico e piccola pesca. Tra i suoi obiettivi c’è, innanzitutto, la promozione di iniziative per la valorizzazione della qualità del pescato degli associati con la nascita di un marchio di riconoscibilità. Ma anche il rilancio delle attività di pescaturismo e di ittiturismo; l’avvio di corsi di formazione, studi e ricerche; l’organizzazione di servizi a terra per gli aderenti; la tutela delle aree di pesca. Ma non solo. Oltre all’accesso ai finanziamenti del Piano di Gestione 2013 e del Fondo Europeo per la Pesca, il consorzio si candida come interlocutore con le istituzioni. Punta, inoltre, a fornire servizi legali e fiscali per gli associati, a creare spazi per la vendita diretta dei prodotti; a sviluppare una rete commerciale con le industrie alimentari; a promuovere il rispetto delle leggi e dell’ambiente e valorizzazione delle tradizioni delle comunità del mare. Al consorzio possono aderire tutti coloro i quali esercitano la pesca costiera locale, la pesca costiera ravvicinata, la pesca artigianale e la pesca mediterranea o d’altura.