Il Palazzo di Giustizia di Napoli è stato intitolato ad Alessandro Criscuolo, presidente emerito della Corte Costituzionale, tra i massimi esponenti della tradizione giurista napoletana, morto il 10 marzo 2020. La cerimonia di intitolazione, alla quale ha partecipato il ministro della Giustizia Marta Cartabia insieme ai vertici degli uffici giudiziari napoletani e al sindaco Gaetano Manfredi, è diventata così un’occasione per ricordare Criscuolo per chi non ha potuto partecipare ai suoi funerali, celebrati in forma ridotta all’inizio del primo lockdown di marzo 2020. Secondo il procuratore generale di Napoli Luigi Riello, l’intitolazione del Palazzo di Giustizia ad Alessandro Criscuolo “è un fatto emblematico e beneaugurante. In questo momento così delicato e lacerante di profonda crisi di credibilità della magistratura, voglio leggere la decisione di intitolare il Palazzo di Giustizia a Criscuolo come un momento di ricostruzione, una voglia di andare avanti. Ripartiamo da Alessandro Criscuolo, dalla sua figura, dall’esempio che egli ha dato e che ha testimoniato ogni giorno della sua vita da magistrato”. Una scelta “unanime”, ha sottolineato il presidente della Corte d’Appello di Napoli Giuseppe De Carolis di Prossedi: “Ci sono pochi magistrati ai quali venga riconosciuto il ruolo di grande giuristi, forse perchè si addice meno alla visibilità. In questo periodo di narcisismi, è bene che venga premiata la riservatezza di un magistrato che deve parlare solo attraverso le sentenze”. Criscuolo, ha aggiunto il presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, “è stato soprattutto per noi giovani magistrati un faro. Era una persona di grandissimo spessore e di grandissima umanità, di grandissima preparazione, sempre disposto a darci una mano. Gli anni in cui è stato presidente dell’Anm, dal 1984 al 1988, sono stati il periodo in cui ho avuto più occasioni di incontrarlo e di conoscere la sua serietà e la sua disponibilità in tutte le battaglie che la magistratura affrontava. Oggi la magistratura vive momenti difficili, ma bisogna assolutamente che questi momenti difficili si superino e sicuramente tutti i colleghi magistrati, e tutti coloro che oggi indossano la toga con il grande rispetto che la toga impone, contribuiranno a far sì che ci sia un momento di rinascita”. La figlia Ilaria Criscuolo, avvocato penalista, non ha nascosto la sua emozione: “Con questa decisione lo avete reso eterno, non solo per me che vivo da 24 anni questo tribunale nel quale entro tutti i giorni e del quale conosco ogni angolo, ma anche per tutte le future generazioni di avvocati, magistrati e operatori del diritto”.