Il nuovo volto della cultura

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Torniamo a parlare di cultura. Su “ildenaro.it” lo abbiamo fatto spesso, e Cultural(mente) ne è la prova. Su questa testata abbiamo cercato di immaginare la cultura in senso ampio e in particolare come settore economico: “l’industria della cultura”. Mettendoci in gioco in questo duro compito di analisi e studio abbiamo più volte constatato l’inadeguatezza sia delle strutture, che talvolta del personale impiegato nel settore. Forse però qualcosa si è mosso, ma non diciamolo ad alta voce. C’è infatti un progetto, attivo per ora in 16 città del mondo, che se sfruttato adeguatamente darà buoni risultati. Stiamo parlando di “Museo mix”. Un esperimento basato sul team-work, volto alla creazione di prodotti multimediali e concreti di miglioramento della fruibilità e della godibilità dei musei. Il presupposto dal quale si è partiti è interessante e può essere una chiave di lettura per un futuro più prosperoso del settore culturale nel nostro Paese: “Le persone normali fanno cose straordinarie”. Ed è stato così. Avendo assistito alla presentazione di tre elaborati sperimentali domenica scorsa al museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, ho potuto constatare la veridicità del presupposto. I tre team ospitati nella città estense si sono infatti cimentati in tre lavori differenti e hanno prodotto, dopo un lavoro intenso di tre giorni full time, tre prototipi diversi. Il primo team ha proposto una sorta di cabina (memobox) nella quale un utente avrebbe la possibilità di entrare in contatto virtuale con un personaggio storico, attraverso documenti, video, e suoni. Unitamente ad una sorta di stampante 3D per fabbricare gadget personalizzati. Il secondo team ha realizzato un percorso tematico- cronologico per le scuole riguardante Cavour, Carlo Mayr e Alda Costa attraverso l’impiego di un’apposita segnaletica divisa per colore e affiancata da una breve biografia dedicata a ciascun personaggio storico. Infine l’ultima equipe ha realizzato un “totem interattivo” per la valorizzazione e la creazione di manifesti pubblicitari personalizzati. Oltre ai tre gruppi di ragazzi coinvolti hanno partecipato alle attività una decina di rifugiati ospitati a Ferrara. L’auspicio è che l’esperimento progettuale di “Museo Mix” possa essere ampliato e adottato in altre città italiane e non solo. E che sia finanziato e sostenuto da imprese e istituzioni quali le associazioni di categoria e soprattutto l’università come è stato nel caso di Ferrara.