Il Nikkei 225 segna la peggiore performance tra i listini asiatici

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Il Ftse Mib segna +0,70%, il Ftse Italia All-Share +0,73%, il Ftse Italia Mid Cap +0,84%, il Ftse It alia Star +0,48%. Mercati azionari europei in netto rialzo: DAX +0,9%, CAC 40 +0,8%, FTSE 100 +0,4%, IBEX 35 +0,7%. Venerdì scorso a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a +0,46%, il Nasdaq Composite a +0,34% e il Dow Jones Industrial a +0,43%. I future sui principali indici USA attualmente sono in rialzo dello 0,1 per cento circa. Debole Tokyo con il Nikkei 225 a -0,88%. Poco mosse le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina invariato, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento +0,1%. Nel terzo trimestre 2015 il PIL della CIna ha registrato una crescita del 6,9% contro il 7,0% dei primi due periodi dell’anno (nel quarto trimestre 2014 la lettura era stata del 7,3%) e leggermente sopra al 6,8% atteso dagli economisti. Si tratta comunque della peggior performance da quella del primo trimestre 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale. Euro in lieve calo contro dollaro: EUR/USD al momento oscilla in area 1,1345. Mercati obbligazionari europei deboli in avvio: il rendimento del BTP decennale sale di 1 bp rispetto alla chiusura precedente all’1,62%, quello del Bund sale di 3 bp allo 0,58%. Lo spread è quindi in calo di 2 bp a 104.

Borse asiatiche

I mercati cinesi hanno avviato la nuova ottava in crescita (anche se in seguito hanno virato in territorio negativo allineandosi con la performance ribassista di gran parte delle Borse asiatiche) dopo che Pechino nel weekend ha comunicato che nel terzo trimestre del 2015 l’economia cinese ha registrato una crescita del 6,9% contro il 7,0% dei primi due periodi dell’anno (nel quarto trimestre 2014 la lettura era stata del 7,3%) e leggermente sopra al 6,8% atteso dagli economisti. Si tratta comunque della peggior performance da quella del primo trimestre 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale. Tra gli altri dati macroeconomici comunicati dalle autorità cinesi, significativo il rallentamento della produzione industriale, in crescita del 5,7% in settembre contro il 6,1% di agosto e sotto al 6,0% del consensus. Complessivamente le statistiche evidenziano come il contributo del governo alla crescita del Pil sia superiore al solito il che, evidentemente, non è una buona notizia per gli altri mercati della regione. E questo spiega la partenza negativa dei listini asiatici, con la sola Sydney che è riuscita a restare in territorio positivo, anche se l’S&P/ASX 200 ha limitato allo 0,03% il guadagno alla chiusura degli scambi. A un paio d’ore dallo stop alle contrattazioni, Shanghai Composite, Shanghai Shenzhen Csi 300 e Shenzhen Composite scambiano in modesto declino, mentre è di circa mezzo punto percentuale la perdita dell’Hang Seng di Hong Kong. Petrolio (che aveva recuperato terreno venerdì grazie alla minore attività di perforazione in Usa) e materie prime (a partire da oro e rame) perdono terreno, mentre gran parte delle valute si deprezzano nei confronti del dollaro Usa, con la sola eccezione del dollaro australiano. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, nonostante il trend negativo continua comunque verso la migliore performance mensile dal febbraio 2012. Dopo una seduta positiva per Wall Street venerdì, i mercati ripartono da Tokyo con il Nikkei 225 che segna la peggiore performance tra i principali listini asiatici e perde lo 0,88% in chiusura di seduta, con performance negative da parte di grandi esportatori come Mazda o Bridgestone e dei titoli del settore siderurgico. In fondo all’indice scivola il colosso chimico Asahi Kasei (che perde circa il 9%), ma la performance non è legata tanto ai corsi delle materie prime quanto piuttosto a uno scandalo per la falsificazione di dati relativi alle attività della sua divisione nel settore delle costruzioni. A Seoul il Kospi riesce a chiudere in territorio positivo pur limitando ad appena lo 0,01% il suo guadagno.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in rialzo grazie al dato sulla fiducia dei consumatori ed ai risultati di GE. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,43%, l’S&P 500 lo 0,46% e il Nasdaq Composite lo 0,34%. Nel mese di settembre la Produzione Industriale ha evidenziato un calo dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il dato è risultato comunque in linea con le attese. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 77,5%, di poco inferiore alla rilevazione precedente (77,8%). La stima preliminare di ottobre dell’indice di fiducia dei consumatori, calcolato dall’Università del Michigan e da Reuters, ha evidenziato un incremento a 92,1 punti (87,2 punti la rilevazione di settembre) ed ha battuto le previsioni degli addetti ai lavori pari a 89 punti. Nell’arco dell’intera settimana il Dow Jones ha guadagnato lo 0,8%, l’S&P 500 lo 0,9% e il Nasdaq Composite l’1,2%.

Europa

Le principali Borse europee dopo un avvio debole hanno accelerato al rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,3%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, il Ftse100 di Londra lo 0,4% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,45%. La crescita del Pil cinese nel terzo trimestre ha rallentato al 6,9%. Si tratta del valore più basso dal primo trimestre 2009. Il dato è comunque leggermente superiore alle attese (consensus +6,8%). Sul fronte societario Danone +2%. Il giro d’affari del gruppo alimentare nel terzo trimestre ha superato leggermente le attese. Più alta del previsto anche la crescita organica (+4,6% contro il +4,3% indicato dal consensus).

Italia

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso l’ultima seduta della settimana con un rialzo dello 0,54% a 22.337 punti. Brillante Mediaset (+3,96% a 4,558 euro) in scia alla promozione da Equita. Gli analisti hanno alzato il giudizio sul titolo del gruppo di Cologno Monzese a buy dal precedente hold portando il target price a 5,1 euro da 4,5 euro. Tra le banche gli acquisti hanno premiato soprattutto Banco Popolare (+1,22% a 14,01 euro), Intesa SanPaolo (+1,49% a 3,256 euro) e Ubi Banca (+1,97% a 6,98 euro). Restando nel comprato finanziario da segnalare le convincenti performance di Unipol (+4% a 4,42 euro) e Mediolanum (+2,75% a 7,095 euro). Vendite sostenute si sono abbattute su Ferragamo (-5,49% a 23,75 euro): dopo i conti inferiori alle attese di Burberry nel comparto del lusso è emerso il profit warning di Hugo Boss.


I dati macro attesi oggi

Lunedì 19 ottobre 2015

04:00 CINA PIL T3;

04:00 CINA Produzione industriale set;

04:00 CINA Investimenti fissi set;

04:00 CINA Vendite al dettaglio set;

16:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare) ott;

16:00 USA Intervento Brainard (Fed);

17:00 EUR Intervento Nowotny (BCE);

18:00 USA Intervento Lacker (Fed).