Il Museo Caruso tra i migliori lavori del design italiano 2024

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in foto la la curatrice del Museo Caruso Laura Valente con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (foto da bacheca Facebook di Palazzo Reale di Napoli)

Il progetto del  “Museo Caruso” al Palazzo Reale di Napoli è stato selezionato per l’ADI Design Index 2024.

Un  riconoscimento  frutto di un grande  lavoro di squadra: dalla ideazione di Laura Valente, curatrice dell’unico museo pubblico  dedicato al grande tenore Enrico Caruso,  alla progettazione di NEO [Narrative Environments Operas].

Essere inclusi nell’ADI Design Index  rappresenta un traguardo di grande rilevanza: l’Index è la selezione annuale dei migliori progetti di design italiani, curata dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI) e farne  parte  testimonia  non solo la qualità e l’innovazione del progetti selezionati , ma rappresenta la candidatura ufficiale al Compasso d’Oro, il più prestigioso premio di design in Italia, che sarà assegnato nella prossima edizione.

“La scelta di un progetto così all’avanguardia, tanto da essere selezionato, ideato da una visione innovativa di Laura Valente e realizzato grazie a NEO,  ci rende orgogliosi  – ha dichiarato Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale – È la dimostrazione che le mostre possono avere  diverse chiavi di lettura e possono essere fruibili anche con modalità innovative che le rendono più coinvolgenti e accattivanti. Il successo è testimoniato non solo da questo risultato, ma anche dalla grande partecipazione di visitatori registrata dall’apertu

La monumentale Sala Dorica del Palazzo Reale ha accolto il Museo Caruso  inaugurato  nel 2023  non  solo  con un’esposizione di cimeli carusiani, ma anche  con animazioni in 3D e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, che creano una vera e propria stanza delle meraviglie, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che ha coinvolto, non solo  i visitatori da tutto il mondo, ma anche  gli appassionati e gli addetti ai lavori.

“Osare una visione differente di museo dedicato ad una voce, nel nostro caso ‘la voce’ per  eccellenza, è stato possibile grazie alla condivisione  e alla collaborazione di un team dalle varie anime e al sostegno delle istituzioni che hanno creduto fortemente in un’idea di allestimento performativo. Con archivi in movimento su dischi giganti, piattaforme digitali e installazioni digitali e cinematografiche  che raccontano le varie anime del cantante napoletano. Lo  straordinario ‘segno’ di Neo, ha interpretato e realizzato  questa idea di narrazione,  che è arrivata  chiaramente non solo agli appassionati ma anche alle nuove generazioni, che hanno affollato il museo dalla sua apertura ad oggi”, dichiara la curatrice Laura Valente.