giovedì 4 gennaio 2024 https://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2023/10/18/alluvione-e-r-160mila-euro-e-5-progetti-a-ravenna-e-cesena_5d212c09-51ad-4192-8094-ca2404f55fca.html
Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ (ASviS ): “Ora dare immediata attuazione ad un Piano che non è ancora finanziato, significa valutare anche se e come gli investimenti previsti dal Pnrr e da altri fondi possano contribuire alla realizzazione”. 4 gennaio 2024 (qui) https://asvis.it/notizie/2-19251/il-mase-ha-approvato-il-piano-nazionale-di-adattamento-ai-cambiamenti-climatici
Testo complessivo curato da: Ivan Manzo della Redazione ASvIS
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) ha approvato, con decreto n.434 del 21 dicembre, il tanto atteso Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc).
L’annuncio dell’approvazione è stato dato il 2 gennaio. Si tratta di una strategia concepita per rendere il nostro Paese resiliente alla crisi climatica. Il documento approvato funge inoltre da guida per pianificare al meglio le politiche di adattamento sul piano nazionale e locale, nel breve e nel lungo periodo.
Clima: Approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici
Il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, con decreto n. 434 del 21 dicembre 2023, ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Un passo importante per la pianificazione e l’attuazione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici nel nostro Paese.
PNACC_I_Allegato_Metodologie_Strategie_Piani_Regionali.pdf
PNACC_II_Allegato_Metodologie_Strategie_Piani_Locali.pdf
PNACC_III_Allegato_Impatti_e_vulnerabilita.pdf
PNACC_IV_Allegato_Database Azioni.xlsx
- Stampa Ultimo aggiornamento 02.01.2024
“Dopo anni di attesa, il nostro Paese ha finalmente un Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, uno strumento fondamentale per integrare a livello nazionale e locale le politiche di contrasto agli impatti della crisi climatica”, ha dichiarato il direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini.
“Per dare immediata e piena attuazione al Piano occorre che il Governo crei in tempi brevissimi la struttura di governance prevista dallo stesso Piano, così da trasformare gli obiettivi stabiliti in azioni concrete. Inoltre, va ricordato che il Pnacc non beneficia di specifiche risorse finanziarie: per questo, bisogna urgentemente valutare se e come gli investimenti previsti dal Pnrr o quelli finanziati da altri strumenti, come i fondi europei e nazionali per la coesione, possano contribuire alla realizzazione del Piano. Tali analisi vanno condotte entro marzo, così da poter valutare in occasione della preparazione del prossimo Documento di Economia e Finanza eventuali correzioni da riversare poi nella Legge di bilancio per il 2025. Le politiche di contrasto e di adattamento alla crisi climatica devono essere considerate prioritarie dal Governo, dalle Regioni e dai Comuni, per scongiurare disastri come quelli degli ultimi anni e rendere le nostre infrastrutture resilienti”, ha concluso il prof Giovannini.
LEGGI IL POLICY BRIEF SUL PNACC
PUBBLICATO A MARZO 2023 DALL’ASVIS
L’importanza di Pnacc e Pniec per l’Italia
La bozza di Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, licenziata dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) dopo la sollecitazione della presidente del Consiglio in risposta ai fatti di Ischia, era stata elaborata già anni fa dal ministero dell’Ambiente con il supporto scientifico di Ispra e del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), ma non era stata poi perfezionata dal ministero della Transizione ecologica, rimanendo in attesa di uno sviluppo – come accaduto anche per il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec).
I due Piani vanno invece implementati con urgenza perché riguardano la mitigazione e l’adattamento, che sono “i due cardini della lotta ai cambiamenti climatici di ciascun Paese”, si legge nel Policy brief. Questi obiettivi, “tra loro interdipendenti”, vanno a costruire la base del Contributo volontario nazionale (Ndc) che ogni Paese deve presentare alla Convenzione climatica delle Nazioni unite (Unfccc) e da cui discendono gli impegni nazionali da realizzare secondo il principio del ratcheting up (“mai tornare indietro”). Il Pnacc e il Pniec sono perciò, per l’Alleanza, “atti dovuti”, anche sulla base degli impegni presi dall’Italia in sede europea e durante l’Accordo di Parigi.
La struttura del Pnacc è suddivisa in diverse sezioni, tra cui il quadro giuridico di riferimento, il quadro climatico nazionale, gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia e le vulnerabilità settoriali. In aggiunta al documento sono stati inseriti quattro allegati di riferimento che approfondiscono specifici aspetti del Piano. Questi includono due documenti per la definizione di strategie e piani regionali e locali di adattamento ai cambiamenti climatici, un documento analitico che riassume il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia e un documento focalizzato sulle azioni di adattamento.
Testo complessivamente curato: Ivan Manzo della Redazione ASvIS