Il leader della complessità

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in foto un disegno di Paolo Righi (particolare)

di Ugo Righi

Credo che in sintesi la grande capacità del leader consista nel saper decidere e attraverso la sua decisione ridurre la complessità, non impoverendola ma dando un senso e una direzione al cambiamento.
Ma deve saper decidere bene, avendo la potenzialità per farlo.
La sua consistenza si manifesta attraverso la capacità di saper creare un mondo in cui le persone desiderano vivere.
Il leader possiede tre prospettive che corrispondono a tre, diverse ma intrecciate e interdipendenti, espressioni di valore.
Una prospettiva meta, ossia una visione, una stella polare che indica dove andare, e dove andare è un continuo fare la strada e raggiungere la meta mentre si va.
Una prospettiva macro,che consiste nella creazione di una cultura, di una identità capace di creare condivisione, allineamento e anche passione e energia delle persone che vivono e operano nel sistema.
Una prospettiva micro consistente nella capacità di dare valore e quindi fare in modo che ognuno abbia parte, e si senta corresponsabile dei risultati che il sistema considerato realizza.
La personalità del leader, nella complessità, mette insieme abilità personali e relazionali,insieme a un pensiero strategico e sistemico.
Il leader compie continuamente un passaggio logico e concreto dalla visione alla azione.
Nel farlo , il leader, realizza quello che possiamo chiamare il co-allineamento ovvero l’architettura logica e cronologica ( in termini di reiterazione) tra :
la conoscenza dell’ambiente e le sue dinamiche in rapporto allo scopo e alle strategie;
la definizione dei comportamenti vincenti;
la definizione della cultura necessaria in termini di principi, valori e prassi.
Poi il leader alimenta la motivazione, quella vera, ossia fornisce motivi e trasmette entusiasmo.
La motivazione è modellata dai valori e dalle attese delle persone sulla base della desiderabilità della visione, creando quindi attese e aiutando però a realizzarle.
Sa comunicare con efficacia e calore, soprattutto agendo per primo e rendendo credibile quello che afferma, perché lo pratica.
Per questo è raro trovare leader per e di valore.
Più il mondo diventa più piccolo più i territori sono estesi e cresce la complessità.
Nella complessità occorre capire e quindi decidere prendendosi la responsabilità delle proprie scelte.
Potere senza responsabilità di rispondere degli effetti del proprio potere è arroganza non leadership.
Purtroppo lo vediamo nel nostro scenario di potenti, prevale l’inconsistenze e le decisioni sono erronee o non ci sono o comunque non sono le migliori perché risultanti da incompetenze intrecciate, da condivisione dell’inimicizia, da assenza di prospettiva meta, da democratizzazione del sospetto, e da iniquità diffusa.
La meta è sfumata, il macro è diviso, il micro è violento.
Questo mondo ora è un mondo in cui non si sta bene.
Ma è qui che dobbiamo vivere e agire.