Il gusto e le parole della legalità
Riparte progetto Fondazione Polis

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Presso il Circolo Posillipo di Napoli ha preso il via oggi il progetto di comunicazione e sensibilizzazione “Il gusto e le parole della legalità”, promosso dalla Presso il Circolo Posillipo di Napoli ha preso il via oggi il progetto di comunicazione e sensibilizzazione “Il gusto e le parole della legalità”, promosso dalla Fondazione Polis della Regione Campania insieme all’associazione Libera e al Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità. L’iniziativa è partita dalla presentazione del libro di Giuliana Covella “Rapido 904, la strage dimenticata” (Graus Editore), dedicato all’attentato dinamitardo del 23 dicembre 1984 che determino’ 17 morti e 267 feriti. “Riprendiamo questo progetto – ha detto il presidente della Fondazione Polis, Paolo Sianiche e’ stato un po’ interrotto, in cui presentiamo un libro legato ai problemi della legalita’ e contemporaneamente presentiamo i prodotti dei beni confiscati, per far conoscere questi prodotti, per creare connessioni in questa citta’ fra le persone perbene, mettendo in contatto la fondazione Polis con una societa’ produttiva, la Napoli che produce, che sta da tutt’altra parte, per creare connessioni e quindi migliorare i nostri rapporti e, facilitare anche il percorso di reinserimento di queste famiglie nella societa’, perche’ – ha concluso – quando in una famiglia viene sottratto il capofamiglia e’ un disastro che bisogna in qualche modo provare a riparare“. Per Geppino Fiorenza, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Polis “il gusto e le parole della legalita’ insieme alla Bottega dei Sapori e dei Saperi della legalita’ rappresentano un binomio importantissimo, che devono assolutamente conciliare, quindi abbiamo pensato di legare la presentazione di libri o inchieste su temi che riguardano la Fondazione Polis, Libera, il Coordinamento dei famigliari delle vittime di criminalita’ organizzata, il problema dei beni confiscati, a momenti in cui si presentano i prodotti realizzati dalla cooperative sui terreni confiscati“.