Il Governo ‘unito’ a Roma ma su vie diverse in Europa

29

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul “Roma” di martedì 25 giugno all’interno della rubrica Spigolature.

Sulla scena figurano tutti insieme (problemi e partiti), e magari si potesse dire “appassionatamente”. Da una parte il Parlamento con l’Autonomia differenziata (legge definitivamente approvata) e l’avvio del percorso per il Premierato; dall’altra il G7 fra i trulli pugliesi con la presenza di papa Francesco e l’incontro in Svizzera dove 80 Paesi sono stati solidali con l’Ucraina e solo 12 no (subito Putin è andato a chiedere soccorso di armi, aerei da combattimento e tecnologie più dirompenti, alla Corea del nord). In Italia i tre partiti di maggioranza affermano di “marciare uniti”, mentre le loro collocazioni a Strasburgo, dopo le elezioni dell’8-9 giugno, sono molto divergenti. Sembra prendere piede l’aureo pensiero di Salvini quando teorizza “meno Europa in Italia e più Italia in Europa?”. Sarà in grado di stabilire lui quando, come e perché tutto questo strampalato teorema potrà, dovrà realizzarsi?

DALL’AUTONOMIA AL REFERENDUM. Calderoli e Salvini hanno (almeno per il momento) di che esultare. L’Autonomia che assegna ad alcune regioni più potere di contrattazione col Governo e lascia indietro le altre, è passata alla Camera, dopo una nottata di incubi e vibrate proteste, con 172 sì e 99 no. Euforia nel Centrodestra (“l’Italia si modernizza”),sconcerto nell’opposizione (“si inneggia allo spacca-Italia”).Tra le Regioni, due del Nord (con Luca Zaia e Attilio Fontana) ritengono che sia arrivata l’alba di un giorno storico; che Veneto e Lombardia potranno camminare con più velocità. Due Regioni del Sud, Calabria e Basilicata (con Roberto Occhiuto e Vito Bardi), puntano i piedi: crescerà la distanza tra le due Italie. Nel Centrodestra si parla di baratto: la Meloni avrebbe assecondato Salvini per avere via libera sul Premierato e intanto il vicepremier, detto “il capitano”, cerca di recuperare terreno per la Lega dopo il vistoso insuccesso alle europee. Nel Governo c’è poi il distinguo del vicepremier Tajani per il quale la legge non farà un passo fino a quando non saranno definiti i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Intanto la legge sta nel cassetto in attesa che la firmi il Presidente della Repubblica (30 giorni di tempo).Nel frattempo, la battaglia condotta in Parlamento coinvolgerà i cittadini a cominciare dalla raccolta delle firme per il referendum abrogativo. Gli umori non mancano di farsi sentire con l’avversione e le critiche alla legge espresse da Commissione europea, Ufficio parlamentare di Bilancio, Banca d’Italia, Svimez, Vaticano. A sua volta il presidente degli imprenditori campani, Costanzo Jannotti Pecci, rileva come il progetto Calderoli-Salvini segua negativamente la riforma del titolo quinto della Costituzione che ha finito con l’aggravare l’esistente divario territoriale.

PREMIERATO PRIMI PASSI. La “madre di tutte le riforme”, come dice la premier Giorgia Meloni, ha avuto il sì del Senato con 109 voti (77 i no). Ora si attende la Camera dei Deputati. Intanto per il Centrodestra “si va verso la stabilità” e si comprende meglio quanto sia necessario “porre fine ai giochi di palazzo”. Il Presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini, darebbe certezza di prospettiva e sottrarrebbe Palazzo Chigi ai giochi di potere e a quegli “scambi di favori” che “avvelenano la democrazia”. Categorico il limite dei due mandati così come non si nominerebbero più i Senatori a vita. Ma, riforma per riforma, perché non ricondurre tutte le 20 Regioni allo stesso livello di partenza, superando i vantaggi che mantengono quelle a “Statuto speciale?”. Inoltre: visto che si avvicina il referendum sull’Autonomia differenziata, perché non unirvi anche il voto sul Premierato?

L’EUROPA CI OSSERVA. Arrivati a un deficit pubblico di 2.895 miliardi (“eccessivo” rileva anche la Banca d’Italia),Bruxelles avviala procedura di infrazione (serve una correzione da 10 miliardi l’anno ottenibile solo se le spese smettono di superare le entrate). Intanto, però, osserva la Caritas, “si aggravano le condizioni del Sud per quanto riguarda le esigenze primarie di consumi, salute fisica e psicologica, istruzione, cura sociale”. E’ un problema tutto meridionale. Crescita italiana dello 0,9 mentre la Campania si ferma allo 0,7 ed è la regione meridionale che “va un po’ meno peggio”.

DIVISI A STRASBURGO.A Palazzo Chigi i Fratelli d’Italia, i forzisti italiani e i leghisti ostentano compattezza. Appena mettono piede nel Parlamento europeo, non si conoscono più e ognuno va per conto suo: la Meloni ferma nel gruppo dei Conservatori-riformisti di cui è presidente, Tajani nei Popolari come da “ispirazione” berlusconiana e Salvini tra i lepenisti-sovranisti. Al Centrodestra italiano solo il marginale ruolo di “guardone” su cosa decidono gli altri?