Genova, 25 ott. (askanews) – “Uniti”, “coesi”, “non sfilacciamoci”, e avanti sulle tre riforme care ai tre partiti della maggioranza: premierato, autonomia differenziata, giustizia. La chiusura della campagna elettorale a Genova serve al centrodestra per mostrarsi compatto, con i leader che si alternano sul palco assicurando l’unità della coalizione.
Antonio Tajani invita le opposizioni a “non illudersi” perchè “non andiamo in frantumi alla prima difficoltà”. Matteo Salvini rilancia garantendo che “se non ci sfilacciamo governeremo per i prossimi 30 anni”. E poi Giorgia Meloni traduce in provvedimenti concreti le parole unitarie: “Andremo avanti con le riforme: giustizia, premierato, autonomia. Andremo avanti perché sono riforme fatte bene”, tornando a ribadire – e non lo si sentiva da un po’ – che i provvedimenti bandiera dei tre partiti principali proseguiranno tutti il loro iter.
“Dicono che con il premierato vogliamo mettere il potere nelle mani di una persona sola ma noi non tocchiamo i poteri del premier. Vogliamo solo restituire ai cittadini il potere che gli è stato tolto”, ha aggiunto Meloni. “Dicono che con l’autonomia vogliamo spaccare il Nord dal Sud. Erano uniti? Bella notizia. A me pare fossero già divisi parecchio”. Quanto alla giustizia, la premier riprende le parole della mail del magistrato Paternello: “Non agisco per interesse personale, agisco per convinzione, so di essere un problema per questo, per alcuni ma non per la stragrande maggioranza di magistrati che vogliono solo poter fare bene il loro lavoro e non ne possono più delle correnti politicizzate della magistraura”.
Insomma, avanti con le riforme e avanti con un altro dei provvedimenti simbolo del governo, il protocollo con l’Albania sulla gestione dei migranti: “Stanno mettendo in campo tutti gli strumenti, lo avevo messo in conto, ma supereremo tutti quegli ostacoli e quel protocollo funzionerà. Sono pronta a lavorarci giorno e notte. Supereremo ogni interpretazione forzata, ogni sentenza irragionevole, ogni attacco politico, ogni tentativo della sinistra di chiedere il sostegno esterno”, con la “vergognosa” richiesta di procedura di infrazione alla Ue “per punire gli italiani di non averli votati”.
Infine, la rivendicazione dei risultati al governo, compresi i fondi alla sanità: “È un mistero come la sinistra possa dire che tagliamo i fondi”, dice utilizzando i dati in termini assoluti e non in percentuale del Pil, “regaleremo alla sinistra una calcolatrice”. E la convinzione di aver “smentito i pronostici apocalittici della sinistra: dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, sarebbe arrivata la tempesta finanziaria, l’Italia sarebbe andata in default, nessuno vorrà stringere la mano alla Meloni a livello internazionale. Poi si sono svegliati tutti sudati”.