Il giro dell’anno in 12 segni, intervista a Simon & the Stars

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di Fiorella Franchini

Tutte le più importanti civiltà antiche hanno dedicato grande attenzione all’osservazione dei fenomeni celesti e sviluppato una propria astrologia, da quella babilonese a quella vedica o indiana, a quella cinese e Maya. Anche presso popoli primitivi ne è esistita una forma, certamente meno avanzata rispetto a quella maturata presso le grandi culture a causa delle ridotte capacità matematiche, essenziali a definire il movimento degli astri. Dopo la dimostrazione dell’eliocentricità del nostro Sistema Solare, durante la rivoluzione copernicana, l’astronomia si è differenziata dall’astrologia che ha cominciato ad essere considerata una pratica dell’occulto e una pseudoscienza. Ognuno di noi, almeno una volta, ha creduto che i corpi celesti annunciassero le azioni personali. “L’’ostinazione per l’astrologia è un’orgogliosa stravaganza”, dichiarava de Montesquieu e alle soglie di questo nuovo decennio e di un anno particolare, è d’obbligo parlarne con Simone Morandi in arte Simon & the Stars, uno dei moderni cultori di questa disciplina, in tour per la presentazione del suo nuovo libro “Oroscopo 2010 – Il giro dell’anno in 12 segni”, edito da Mondadori, scritto con Claudio Roe e le illustrazioni di Riccardo Guasco.

Simon, lo studio dell’astrologia è antichissimo, eppure non è né una scienza né una fede, come può essere utile l’interpretazione astrologica?

Io credo che la sua utilità sia simile a quella di un orologio: permette di capire in che momento della giornata ci troviamo e sfruttarle al meglio. Anche se molto più complesso, l’orologio astrologico fornisce indicazioni sul momento di un ciclo che si sta attraversando, e sulle sue caratteristiche. È un momento favorevole alla semina oppure al raccolto? È il momento giusto per sperimentare, lanciarsi in una novità, oppure è il caso di consolidare meglio una posizione prima di azzardare un cambiamento? Sulla base di queste informazioni, ogni scelta resta nelle nostre mani, ma sarà una scelta più consapevole perché basata su una conoscenza più approfondita del “momento” in cui ci troviamo.

Il nuovo approccio all’astrologia sembra volerci mostrare sia l’Io che conosciamo, ma anche quello che non conosciamo. L’oroscopo viene proposto come una sorta di mappa della psiche, per individuare dei tratti della personalità che non sono ancora diventati consci. Con quest’aiuto avremmo la possibilità di conoscerci meglio e arrivare a una più completa conoscenza della nostra vera natura.Secondo te c’è davvero uno stretto rapporto tra astrologia e psicologia?

Il vero fondatore dell’astrologia umanistica ed evolutiva che studiamo oggi è stato Carl Gustav Jung benché non se ne sia mai preso il merito. È stato lui a creare una serie di connessioni tra simboli astrologici e archetipi psicologici. Cosi come una serie di collegamenti tra aspetti presenti nel tema di nascita e modelli comportamentali. Da lì in poi, una serie di astrologi del Novecento, a cominciare da Dane Rudhyar, hanno elaborato un sistema astrologico moderno che mette al centro la persona e la personalità. Prima di questa svolta, l’oroscopo è al servizio dei sovrani per prendere decisioni, ma nessuno aveva mai pensato di utilizzarlo come strumento di analisi psicologica dell’individuo. L’aspetto legato alle previsioni del futuro è puramente simbolico e fondato sulle linee di possibile evoluzione di un determinato set di caratteristiche psicologiche iniziali. E in questa logica, è tutt’altro che deterministica.

A parte le accuse di pura superstizione, spesso si obietta che se fosse già tutto scritto nelle stelle, a cosa servirebbe programmare, scegliere, agire?

Io non credo che sia tutto scritto. Piuttosto la linea delle previsioni astrologiche è simile alle previsioni della balistica. Se io ho una palla che marcia a una certa velocità, conosco le condizioni del vento e l’impatto che ha sulla palla, posso prevedere dove andrà a fermarsi. Se voglio che arrivi in un punto diverso, posso intervenire con degli aggiustamenti correttivi. Se ignoro tutti questi elementi e la lancio come capita, non mi posso lamentare che sia finita fuori dalla porta che speravo che centrasse.

Il tuo libro sta avendo un grande successo, il pubblico ti segue sui giornali, nei social, in televisione, le presentazioni in libreria sono affollatissime. Avevi previsto il tuo successo?

No di certo! A parte gli scherzi, la mia linea di crescita degli scorsi anni è stata graduale e costante come la palla di cui parlavo. Quello che non mi aspettavo è stato l’interesse immediato che la mia pagina Facebook ha avuto sin dalla sua apertura, ormai quasi sette anni fa, esattamente il 30.3.2013. Ho cominciato senza alcuna pretesa di continuità né tantomeno di “successo”, ma sin dai primi giorni ha sollevato un’onda di entusiasmo che poi ha contribuito a farmi continuare, a cercare di renderla più strutturata e continua. Quello è stato il fattore imprevisto, un po’ come la mutazione a sorpresa che allungò il collo alle giraffe consegnandocele come le conosciamo adesso. Molto spesso, per tornare all’esempio di prima, possiamo prevedere bene la traiettoria di una palla, meno bene quando la vita ce ne lancerà una nuova.

Nella prefazione dell’ultimo libro proponi le tue riflessioni astrologiche come orologio, come bussola, come macchina del tempo, ci spieghi il perché?

Credo che al centro esatto degli studi astrologici ci sia il tempo, che poi rappresenta forse il mistero più grande con il quale ci confrontiamo. Capire se esistano delle costanti, dei corsi e ricorsi, dei momenti in cui la storia, anche nelle piccole cose, si ripete, è l’oggetto dello studio della mia astrologia. In questo senso, i pianeti non sono altro che lancette che scandiscono il trascorrere, sono strumenti di osservazione.

A proposito di tempo, la Settima Arte ha realizzato una sintesi tra l’estensione dello spazio e la dimensione del tempo, diventando la forma più diffusa e seguita di racconto. Perché hai scelto l’accostamento tra cinema e previsioni?

Perché sono le mie due grandi passioni, il cinema è nel mio cuore da prima dell’astrologia, ed è stato naturale metterle in connessione. La scintilla è stata casuale. Qualche anno fa, mentre scrivevo il primo libro, vidi il film “Les Choristes – I ragazzi del coro” che mi fece pensare con grande commozione allo scenario che stavo descrivendo nel capitolo dedicato al Cancro. Un paio di settimane dopo vidi Billy Elliot e mi fece pensare al cielo della Bilancia, che lottava per guadagnarsi una “audizione”. Da lì in poi mi è scattata l’idea di cercare un film, una storia, un personaggio per ciascun segno. Mi aiuta a scrivere e aiuta il lettore ad entrare in un mondo fatto anche di colori, di emozioni, di punti di riflessione. Insomma, permette di sfuggire al freddo perimetro delle previsioni e lo rende uno strumento d’ispirazione.

Che tipo di preparazione occorre per occuparsi di astrologia?

In un’astrologia saggia confluiscono tante diverse discipline. Le tre correnti principali sono la filosofia, la psicologia e la storia, poi c’è bisogno di conoscere un po’ di astronomia e di matematica. Ma la cosa più importante, forse, è l’immaginazione simbolica, la capacità di guardare oltre al singolo fatto per comprendere la sua “funzione”, il suo messaggio. Solitamente tutti ne abbiamo da vendere da bambini, ma la perdiamo per strada diventando grandi. L’astrologia, così come la lettura delle fiabe e dei miti greci, aiuta a ricoprirla. Forse è per questo che ho sempre avuto il Piccolo Principe come immagine del profilo sulla mia pagina Facebook.

In tanti seguono l’astrologia e non solo le tue pagine, come difendersi dagli approfittatori?

Mi vengono in mente le parole dello zio Ben in Spiderman: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Occorrono serietà e onestà intellettuale. Personalmente non ho mai fatto consulenze individuali a pagamento, mi limito a scrivere, chi vuole leggere lo fa e ne trae l’ispirazione che crede. Non sono contrario a chi fa consulenze private, ma certamente bisogna essere davvero molto scrupolosi perché a un astrologo si rivolgono persone che spesso versano in condizioni di bisogno affettivo, lavorativo, psicologico e questo le rende più vulnerabili. Bisogna essere molto seri su ciò che l’astrologia può fare e su ciò che non può prevedere.

Hai paragonato l’anno che verrà all’inizio di un nuovo corso, “un anno summa”, simile a quello che vide le grandi scoperte geografiche e scientifiche, cosa dovrebbe portarci il 2020?

È davvero l’inizio di una nuova era che durerà 240 anni e che rappresenta la prima fase della tanto sbandierata Età dell’Acquario. Nel 2020 ci sarà una congiunzione tra Giove e Saturno che si ripete ogni vent’anni. Per 240 anni (a partire dal 1782) si sono congiunti in segni di terra, dal 2020 e per i prossimi due secoli e mezzo circa si congiungeranno in segni d’aria. Il ciclo di terra è iniziato alla fine del diciottesimo secolo, ai tempi della rivoluzione francese e dell’indipendenza americana. Credo che negli scorsi 240 abbia portato alla definizione degli stati moderni così come li conosciamo oggi, ora inizia un periodo che ci chiede di superarlo a favore di una maggiore coscienza globale. Del resto, lo vediamo ormai quotidianamente che alcuni temi, alcuni problemi non sono più miei o tuoi, non sono più di quel determinato Stato, ma ci riguardano tutti. Il 2020 ci metterà di fronte a situazioni che richiedono di pensare al plurale su scala planetaria.

Riguardo ai grandi temi del nostro presente, tutela dell’ambiente, migrazioni, crisi economica, le stelle a cosa daranno più energia?

Il tema dell’ambiente sarà al centro. L’ingresso di Urano (pianeta del progresso) in Toro (il segno della Madre Terra) ha riacceso la sensibilità verso l’ecologia, la gestione dei rifiuti, la scarsità delle risorse e la necessità di utilizzarle meglio. Introducendone di nuove come i novel foods e condividendo quelle che ci sono, House sharing e Co-working. Urano in Toro sta separando l’uso dalla proprietà. Vent’anni fa l’idea di guidare una macchina che non ci apparteneva era impensabile, oggi c’è sempre più gente abbonata ai car sharing. Ci stiamo rendendo conto che certe strutture non possono essere moltiplicate in funzione della nostra crescente richiesta, altrimenti il pianeta collasserà.
Mettendo al bando ogni forma di raggiro e di plagio, già Giovanni Keplero affermava che “Non si dovrebbe scartare come incredibile la possibilità che una ricerca sufficientemente lunga possa rivelare un dorato grano di verità nella superstizione astrologica”. Forse, le stelle stanno solo a guardare, ma le più recenti scoperte della fisica quantistica sembrano confermare le visioni mistiche dell’antichità presenti in modo simbolico negli archetipi delle mitologie, dell’alchimia, dell’astrologia rivolti alla dimensione dell’infinito. I nuovi scienziati diventano anche ricercatori “spirituali” nel campo del “sottile”, della coscienza cosmica. Quale futuro la scienza riserverà all’umanità e alla sua evoluzione spirituale lo scopriremo solo nel tempo che verrà.