A cura di Antonio Arricale Il dollaro Usa è salito contro lo yen lo scorso venerdì, riavvicinandosi al massimo degli ultimi sei anni dopo i dati che hanno mostrato che l’economia Usa A cura di Antonio Arricale Il dollaro Usa è salito contro lo yen lo scorso venerdì, riavvicinandosi al massimo degli ultimi sei anni dopo i dati che hanno mostrato che l’economia Usa ha aggiunto un numero di posti di lavoro superiore alle aspettative, indicando che la ripresa è in corso. L’Indice del Dollaro Usa, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito venerdì dell’1,23% a 86,79, il massimo dal giugno 2010, chiudendo la settimana in positivo per la dodicesima volta consecutiva. Questa impennata lunga dodici mesi è il maggiore aumento consecutivo mai registrato, dalla creazione dell’indice nel 1971. In un report il Dipartimento per il Lavoro ha dichiarato che l’economia Usa ha aggiunto 248.000 nuovi posti di lavoro a settembre, contro il previsto aumento di 215.000, mentre il tasso di disoccupazione Usa è sceso al 5,9%, il minimo dal luglio 2008. I dati positivi sull’occupazione sono stati offuscati dai dati sulla crescita degli stipendi. Il compenso medio orario è salito del 2,0% su base annua, in forte calo da agosto. I dati sull’occupazione molto positivi potrebbero incoraggiare la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse prima del previsto. La banca centrale dovrebbe concludere il programma di acquisti il prossimo mese. Per contro, la Banca del Giappone sembra ancora piuttosto propensa a mantenere una politica monetaria allentata nei timori per le previsioni di crescita dell’inflazione. Lo yen è salito contro il dollaro questa settimana, per via dei timori per gli scontri ad Hong Kong che hanno pesato sui titoli, spingendo invece la domanda per la valuta nipponica, tradizionale valuta rifugio. I dati Usa deludenti sull’attività manifatturiera e sulla fiducia dei consumatori hanno pesato sull’ottimismo verso la ripresa, pesando così sul dollaro. Lo yen è rimasto stabile contro lo yen lo scorso venerdì, con il cambio Eur/Jpy a 137,38, poco al di sopra del minimo di un mese di 136,85 toccato giovedì. La Banca Centrale Europea non ha implementato nuove misure di stimolo durante il vertice di giovedì, nonostante il calo dell’inflazione al minimo di cinque anni, il che ha indicato che si dovrà aspettare per vedere gli effetti delle misure di stimolo sull’economia della regione. I dati di venerdì hanno mostrato che il settore dei servizi ha subito un rallentamento più brusco di quanto inizialmente previsto a settembre, alimentando i timori che l’economia stia perdendo il suo slancio. In questa settimana gli investitori attenderanno i verbali del vertice Fed che saranno rilasciati mercoledì, alla ricerca di indicazioni sul futuro andamento della politica monetaria statunitense. Nel frattempo, la BoJ terminerà il vertice di politica monetaria questo martedì. Questi i principali eventi macroeconomici che potrebbero influenzare i mercati questa settimana. Martedì 7 ottobre La banca del Giappone pubblicherà la dichiarazione del tasso di interesse e terrà una conferenza stampa per discutere le decisioni di politica monetaria. Mercoledì 8 ottobre Il Giappone rilascerà i dati sul conto corrente. La Federal Reserve rilascerà i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria. Giovedì 9 ottobre Il Giappone rilascerà i dati sugli ordinativi di macchinari core. Gli USA rilasceranno i dati settimanali sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione. Venerdì 10 ottobre La Banca del Giappone pubblicherà i verbali del vertice di politica monetaria, che sottolinea le condizioni ed i fattori che condizionano le decisioni della banca. Il Giappone rilascerà inoltre i dati sull’attività del settore terziario. Gli USA chiuderanno la settimana con i dati sui prezzi all’importazione. Borse asiatiche Borsa di Tokyo chiude in netto rialzo La Borsa di Tokyo ha archiviato la prima seduta della settimana in deciso rialzo, beneficiando ancora dei dati oltre le attese sul lavoro statunitense. L’indice Nikkei ha mostrato un progresso dell’1,16% a 15.890,95 punti mentre il Topix si è attestato a 1.296,40 punti in salita dell’1,08%. Borsa Usa Wall Street, chiusura in netto rialzo Wall Street ha terminato l’ultima seduta della settimana in netto rialzo grazie agli ottimi dati sul lavoro statunitense. L’indice Dow Jones ha archiviato gli scambi in progresso dell’1,24% a 17.009,69 punti, l’S&P500 ha guadagnato l’1,12% a 1.967,90 punti mentre il Nasdaq è avanzato dell’1,03% a 4.475,62 punti. Europa Listini europei chiudono in rialzo, sostenuti da dati lavoro Usa I listini europei rimbalzano nell’ultima seduta settimanale e chiudono la giornata in rialzo dopo lo scivolone della vigilia. Il mercato ha accelerato nel pomeriggio con i dati sul mercato del lavoro statunitense migliori delle attese e il buon andamento di Wall Street. Nel dettaglio negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione è scivolato a settembre sotto la soglia del 6%, passando al 5,9% rispetto al 6,1% di agosto, mentre nei settori non agricoli (non farm payrolls) sono stati creati 248 mila nuovi posti di lavoro, oltre le +215 mila unità stimate dagli analisti. A Parigi il Cac40 ha tagliato il traguardo a 4.281,74 punti (+0,92%), mentre il Ftse 100 di Londra ha guadagnato l’1,26% a 6.527,91 punti. Borse europee orfane oggi della Piazza finanziaria di Francoforte che è rimasta chiusa per festività. Spread Btp-Bund in avvio a 136 punti base, rendimento al 2,27% Italia Piazza Affari rialza la testa, Ftse Mib chiude con un guadagno dell’1,5% Piazza Affari ha rialzato la testa dopo la caduta del giorno prima quando in una sola seduta sono andati in fumo 19 miliardi di euro. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dell’1,53% a 20.200 punti. Banco Popolare ha guadagnato l’1,62% a 11,25 euro, Montepaschi il 2,49% a 1,005 euro, Popolare di Milano il 2,42% a 0,634 euro, Intesa Sanpaolo il 2,91% a 2,332 euro, Mediobanca il 2,33% a 6,795 euro, Ubi Banca il 3,42% a 6,485 euro, Unicredit il 2,41% a 6,145 euro. Anche Finmeccanica (+2,73% a 7,315 euro) si è ripresa in attesa di oggi quando l’Ad, Mauro Moretti, illustrerà ai vertici il nuovo organigramma del gruppo. Bene STM (+2,16% a 6,13 euro) con le previsioni di Gartner secondo cui le vendite di semiconduttori a livello mondiale cresceranno quest’anno del 7,2% generando un giro d’affari di 338 miliardi di dollari. Fiat ha guadagnato l’1,70% a 7,445 euro dopo l’annuncio che la Fiat 5 00X sarà in vendita in Italia a partire da gennaio 2015. WDF (-10,64% a 7,975 euro) è crollata all’indomani del Cda sulla governance che ha accettato le dimissioni dell’Ad Josè Maria Palencia. Durante la conference call con gli analisti, il management ha confermato la guidance per il 2014 ma di fatto, sostengono alcuni analisti, ha lanciato un profit warning che li ha portati a rivedere le loro stime.