Il danno e la beffa e, nonostante tutto e tutti, il mondo continua a girare

Il disastro che ha colpito l’ alto Adriatico, più precisamente la costa romagnola, come è naturale che debba essere, ha messo in ombra altri fatti importanti, per lo più d’oltre confine. Oltre alla forte sensazione di impotenza che si può leggere sulla faccia degli abitanti di quei luoghi e degli italiani in genere, un altro sentimento circola tra gli italiani, ancor più accentuato tra i romagnoli: la rabbia. La stessa che, con delusione, deriva dal constatare che il mostro della inefficienza burocratica sta acquistando sempre maggior potenza. Essa gli deriva il più delle volte dal quoziente di discrezionalità che comunque detiene, adattato alla forma e al modo che gli fa più comodo mentre é al servizio del politico di turno, al quale peraltro deve riferire. Accade così che quel servo, tutt’altro che sciocco, prema l’ acceleratore o il freno nello svolgimento della sua mansione con ampia discrezionalità. Di conseguenza apprendere che dal 2008 sono a disposizione dei vari enti preposti una ventina di miliardi per il risanamento idrogeografico delle zone colpite dall’ inondazione rischia di provocare un travaso di bile. C’è da dire che la gente che è stata colpita, prima di imprecare, come tradizione comanda, sul governo ladro perchè piove, ha pensato bene di rimboccarsi le maniche per far fronte alle avversità e limitare i danni. Senza contare che la macchina della solidarietà, attestata dall’accorrere in zona per aiutare di persone anche da altre parti del territorio, sta fornendo grande aiuto a chi è rimasto vittima di un evento che definire catastrofico è ancora poco. Questa situazione ha fatto passare, come era normale che accadesse, in second’ ordine eventi mondiali di particolare importanza per i tempi che l’umanità sta vivendo. A Hiroshima è in corso il G7 a cui partecipa di diritto anche la Premier Meloni. La Giorgia volante è  stata accolta con particolare gradimento dal suo omologo Kishida con il quale si è intrattenuta a colloquio per oltre un’ ora. È stata così confermata l’ intesa che lega da tempo Roma e Tokio, soprattutto per quanto concerne il Made in Italy, particolarmente apprezzato nell’isola del Sol Levante. Per quanto riguarda la Questione Cinese, i due capi di governo si sono trovati d’accordo sul fatto che i paesi appartenti al G7 dovranno evitare con ogni sforzo che la Cina possa tirare la volata al passaggio al Green Power. Anche se i lavori di quell’incontro sono appena terminati e le conclusioni sono in parte ancora magmatiche, una conseguenza sembra inevitabile che debba concretizzarsi a stretto giro: la sospensione sine die della realizzazione della via della seta bis, ben diversa da quella che aveva così chiamato Marco Polo nel XIII° secolo. E tanto avvenne dopo che il grande viaggiatore veneto aveva fatto visita al Gran Khan che sedeva allora sul trono del Celeste Impero. L’ altro evento di grande importanza internazionale è stato la visita, martedì e mercoledì a Kyiv, del responsabile per i rapporti della Cina con i paesi del Nord est asiatico, Li Yoh. Questi e stato a lungo ambasciatore di Pechino a Mosca, quindi è buon conoscitore di vizi e virtù di chi lavora ai piani alti del Cremlino. La proposta che quel ministro ha fatto a Zelensky e stata quella di provare a spostare lo scontro armato al livello del confronto politico. Non ha ricevuto un consenso in piena regola, ma altrettanto non si è visto ergersi davanti una barriera insormontabile da parte del Presidente Zelensky. La visita di Lì continuerá ora a Mosca e la sensazione, dopo una prima considerazione a caldo, è che li non troverà l’ orchestra di stato pronta a dargli il benvenuto. Di certo non potrà trovare un tappeto di fiori ma, vista allo specchio e soprattutto confrontata con il recente motu proprio di Zelensky quando si è recato in visita a Francesco. Strano ma vero, la situazione sembra aver dato prova che i cinesi, seppure in punta di piedi,  hanno saputo agire con un minimo di fayr play unito a concretezza. E si che XI si è dichiarato più volte vecchio amico di Putin ! Ancora una volta si dimostra esatta l’ affermazione che bisogna dare a Dio- o a chi per lui -ciò che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare. Sempre che chi si presenta in vece del Padreterno, più precisamente chi lo rappresenta in terra, sappia il fatto suo.Esistono oggi tali condizioni? Chi vivrá, vedrà.