Un racconto basato sul contrasto tra luce ed ombra, cifra dell’opera magistrale di Michelangelo Merisi e tormento che attraversa l’animo dei protagonisti di Uccidete Caravaggio!, l’albo speciale a colori, edito da Un racconto basato sul contrasto tra luce ed ombra, cifra dell’opera magistrale di Michelangelo Merisi e tormento che attraversa l’animo dei protagonisti di Uccidete Caravaggio!, l’albo speciale a colori, edito da Bonelli, appena uscito in edicola nella Collana Le Storie. Personaggi in bilico tra il bene e il male che prendono vita in un intreccio ben costruito in cui la fuga del pittore da Roma, bandito con la condanna a morte dallo Stato Pontificio per aver ucciso un uomo durante una lite, viene ripercorsa da due sicari, messi sulle sue tracce dai nemici di Caravaggio. Un inseguimento attraverso Napoli, Malta e la Sicilia che termina tragicamente su una spiaggia del litorale laziale, con una resa dei conti in cui non mancano i colpi di scena. Autore del soggetto e della sceneggiatura, Giuseppe De Nardo, napoletano ma salernitano d’adozione, laurea in Architettura appesa al chiodo e professore di Storia dell’Arte, collabora da quasi vent’anni con la casa editrice di fumetti italiana. Per Bonelli ha firmato diversi numeri di Dylan Dog e di Julia e fa parte del team della Collana Le Storie, un esperimento editoriale che si discosta dalle serie tradizionali e vede la pubblicazione di albi singoli che raccontano ogni mese un protagonista diverso. Uccidete Caravaggio! è stata l’occasione per De Nardo di conciliare le sue due passioni, la scrittura e la storia dell’arte, in un certo senso di dare spazio alle sue due anime. Un personaggio complicato e maledetto Caravaggio, abbastanza da diventare il protagonista perfetto di una sceneggiatura avvincente. L’ambientazione partenopea di alcuni dei passaggi della storia regala un piacere in più al lettore napoletano, dato dal ritrovare luoghi noti riprodotti nelle belle tavole di Giampiero Casertano, disegnatore storico della Bonelli. Illustrazioni, come le scene ambientate nel chiostro di Santa Chiara, che ritraggono scorci della città che hanno fatto da sfondo alla vicenda di Caravaggio. Gli anni trascorsi dal pittore a Napoli, gli ultimi della sua breve vita, raccontano di un luogo nel quale ancora una volta luci e ombre si trovano a convivere. Una realtà ambigua in grado di garantire, nella fitta rete dei vicoli dei suoi Quartieri Spagnoli, un rifugio sicuro ad un fuggitivo in cerca di anonimato. Ma è anche la Napoli seicentesca dei maestosi palazzi nobiliari ad offrire asilo al pittore: sotto la protezione della marchesa Costanza Colonna egli visse infatti nello splendido Palazzo Cellammare. Famoso e apprezzato già in vita per il suo tratto rivoluzionario, a Napoli Caravaggio realizzò alcune delle sue opere più famose, come il Davide con la testa di Golia e Le sette opere di Misericordia, commissionato dal nipote della marchesa Colonna, Luigi Carafa, un olio su tela alto quasi quattro metri, che è possibile ammirare ancora oggi nella Quadreria del Pio Monte della Misericordia a via Tribunali, dove è conservato anche il contratto originale che il pittore stipulò con l’Istituto. Una storia senza tempo, quella del grande pittore, che ha ancora molto da raccontare, come nelle parole del suo antagonista e alter ego nel fumetto, Pablo Serrano, ammirato davanti all’opera del maestro: “Caravaggio ci dice che il bene e il male, le passioni, i sentimenti, la violenza e la pietà sono di questo mondo”.