Iia, appello dei sindacati: Azienda in crisi, Di Maio chiamaci

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Dal “rischio di fallimento” del rilancio del polo della produzione di autobus alla “crisi finanziaria e proprietaria”; dallo spostamento “in altri paesi della produzione” ai ritardi nelle consegne e alla possibile “perdita delle commesse”. Senza dimenticare stipendi incompleti, ammortizzatori agli sgoccioli, “mancanza di forniture”. Sono i segnali da allarme rosso che Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil nazionali riassumono in una lettera al vicepremier Luigi Di Maio per sollecitare una “convocazione urgente” del tavolo per Industria italiana autobus (Iia). La lettera è partita oggi all’indirizzo del ministro dello Sviluppo economico, ma arriverà anche sui tavoli di Invitalia, della stessa azienda, dei presidenti di Emilia-Romagna e Campania, dei sindaci di Bologna (dove ha sede l’ex Bredamenarinibus) e Avellino (a Flumeri c’è l’ex Irisbus). Analogo appello era partito ieri dal governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Michele De Palma (Fiom) Ferdinando Uliano (Fim) e Gianluca Ficco (Uil) ritengono “indispensabile” riunire le parti per sbloccare reindustrializzazione e rioccupazione dei due stabilimenti piombati nel paradosso di avere le commesse vinte con le gare per i bus, ma non i mezzi per produrli. “Riteniamo che il confronto si debba tenere nella sede istituzionale per dare certezze ai lavoratori”, specificano i tre esponenti delle segreterie nazionali dei sindacati dei metalmeccanici. Intanto, a Bologna, dopo lo sciopero di ieri per fare il punto sulla situazione che precipita ogni giorno di più, i lavoratori hanno iniziato oggi il blocco degli straordinari che proseguirà “fino a data da destinarsi”. Peraltro da lunedì prossimo i dipendenti rischiano di trovarsi, causa il mancato pagamento, anche senza pasto caldo e senza il rimborso per i pasti saltati.