Idee per lo sviluppo di Napoli: giornata di ascolto con Pmi e fondazioni

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Comincia al centro congressi della Federico II il forum “L’Italia delle riforme riparte dal Mezzogiorno” organizzato da Denaro, Qnd e Aerospazio Campania. L’incontro, diviso in due parti, durerà fino alle 17.30 di oggi pomeriggio e si concluderà nell’Aula Magna dell’Università Parthenope. Il vice ministro all’Economia Enrico Morando ascolterà nell’arco della giornata le idee e le proposte di fondazioni e imprese per lo sviluppo a Napoli e nel Sud della Penisola.


Manfredi (Federico II): Troppi tagli all’Università Così il Mezzogiorno si allontana dal Nord

Il rettore  dell’Università di Napoli Federico II,Gaetano Manfredi (nella foto), apre la tavola rotonda “L’Italia delle riforme riparte dal Mezzogiorno” ponendo grande attenzione sulla eccessiva distanza tra formazione e istituzioni.  “Abbiamo molta difficoltà nel portare avanti  la missione formazione nel Mezzogiorno – dice Manfredi – ed il Governo dovrebbe farsene carico. Troppi i tagli al comparto dell’Università, la politica di valutazione dell’efficienza di sistema applica del criteri che prescindono dal contesto, cosa che ha allontanato gli atenei del Nord da quelli del Sud”, conclude Manfredi.

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Impegno (Pd): Sud prosegua sulla via delle riforme Macroregioni contro la desertificazione industriale

Leonardo Impegno (nella foto), deputato Pd e componente della Commissione Attività produttive, parla dell’interesse del Governo per il Mezzogiorno. “Renzi dimostra di sapere che qui ci sono eccellenze e le elezioni del 25 maggio dicono che dobbiamo proseguire sulla strada delle riforme per rendere più agile e spedito il nostro Paese. Particolarmente importante – prosegue Impegno – è la riflessione sulle macroregioni, soprattutto quella del Sud per porre rimedio alla desertificazione industriale ed alla disoccupazione giovanile.  Il Sud può accrescere sempre più la sua importanza nel mercato, basti pensare  a settori come energia, comunicazioni, infrastrutture aeronautica e nautica. C’è poi bisogno di rinnovare le classi dirigenti, come ampiamente dimostrato,  ad esempio,  dalle questioni del porto di Napoli, i crolli di Pompei o i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria. Il Sud è un problema che si risolve soprattutto al Sud”.

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Sud, Giannola: Manca una strategia nazionale Ma se il Mezzogiorno crolla, crolla anche l’Italia

Il presidente della Svimez, Adriano Giannola interviene sullo stato di emergenza in cui versa il Mezzogiorno: “L’Italia crolla perché il Sud crolla. Il Nord si è reso conto solo adesso che la crisi del mercato interno colpisce il Paese per intero – spiega -. Si sente la necessità di riforme strutturali dell’economia e di un’immediata inversione di tendenza della politica economica. Non bastano le riforme ‘cornice’, ad esempio le liberalizzazioni, perché a mancare è proprio il quadro. Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni difficili”. Secondo Giannola, “possibili investimenti sono disponibili, basti pensare al bacino idrogeologico dell’Appennino meridionale o nelle energie alternative,  ma si registra una grande immobilità e la mancanza di una strategia nazionale. Un piano per il Sud rilancerebbe l’economia del Paese, mentre il Mezzogiorno è stato troppo spesso ghettizzato per l’incapacità di gestire i fondi. Questo non è del tutto vero, perché sono gli stessi fondi che non portano una reale competitività. Infine, e questa è forse la cosa più facilmente realizzabile, bisogna puntare sulla rigenerazione urbana delle grandi città del Sud come Napoli e Palermo”.

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Ranieri: La vera rovina del Mezzogiorno? Le politiche regionali. Un fallimento assoluto

Nel corso della tavola rotonda “L’Italia delle riforme riparte dal Mezzogiorno”,  Umberto Ranieri, presidente della Fondazione Mezzogiorno-Europa, accende i riflettori sui vincoli che frenano la crescita del Sud: “Troppi fallimenti nel passato hanno condizionato l’opinione pubblica sulla crescita del Sud – spiega -. Si tratta di un nodo indispensabile da sciogliere e le classi dirigenti devono individuarne le cause.  Le risorse non mancano, tuttavia il contesto ambientale condiziona molto gli investimenti. Non sono quindi gli aiuti ad essere insufficienti, ma troppo spesso non vengono gestiti bene. La logica conseguenza è che un’impresa meridionale va incontro a grandi difficoltà. Le politiche regionali sono state un fallimento e vanno assolutamente cambiate. Un altro problema relativo alla classe politica del Sud è che sembra ragionare troppo sul breve periodo, non riuscendo così a sfruttare al meglio tutte le opportunità che si presentano. Politica e istituzioni – conclude – sono la principale causa di problemi al Sud”.

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L’eccellenza da noi potrebbe essere la normalità

Nel corso del suo intervento al forum “L’Italia delle riforme riparte dal Mezzogiorno”, Marco Zigon, presidente del gruppo Getra e della Fondazione Matching Energies, sottlinea quanto sia centrale il ruolo dell’Italia per l’Europa, e al contempo quanto lo sia il Mezzogiorno per l’Italia stessa. “Investire al Sud offre una crescita su scala nazionale molto più che investire al Nord – dice Zigon – e se l’Italia vuole recuperare terreno in Europa ha bisogno del Sud. Il contesto ha un peso notevole, basti pensare che il problema del porto di Napoli costa milioni di euro ogni anno. I punti di eccellenza devono cessare di essere delle belle storie .- aggiunge Zigon -, ma devono diventare la normalità,  magari tramite progetti congiunti su un’area più vasta di quella regionale. L’energia è una delle opportunità di sviluppo nel Mezzogiorno, in particolar modo per quanto riguarda quella alternativa,  ma bisogna pensare ad un’area vasta quanto tutto il Sud. Ora bisogna investire in progetti e opere, ricordando sempre che l’interesse collettivo è più importante di quello individuale”.

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Garolla di Bard: La zavorra delle imprese? Non è l’assenza di fondi, ma la burocrazia

Per Andrea Garolla di Bard, presidente nazionale Confitarma Giovani, uno dei grandi problemi che deve affrontare l’impresa italiana è la burocrazia. “Nonostante le merci trasportate via mare siano in continuo aumento assistiamo ad una crisi globale del mondo della nautica. Il porto rappresenta un anello logistico di una grande catena. I fondi sono solo una parte degli aiuti che servono, ma si può anche pensare ad una ‘sburocratizzazione’ o a riforme ‘a costo zero'”, spiega. “I porti del Mezzogiorno sono in posizioni strategiche – conclude di Bard – ora devono essere pronti a ripartire per sfruttare questo vantaggio. Serve velocità nel prendere le decisioni, la temoistica può fare la fortuna, o meno, di un’azienda”.

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Ricciardi: Neolaureati poco competitivi Serve un filo diretto Atenei-Pmi d’eccellenza Il segretario generale Ipe, Antonio Ricciardi, sottolinea la mancanza di competitività dei neolaureati sul mercato del lavoro. “Bisogna investire in conoscenza e formazione, tra l’altro le Università del Sud soffrono più che altro di un problema organizzativo. La fuga dei cervelli è un grosso problema – dice – che però potrebbe essere risolto con alcune proposte. Ad esempio si potrebbero legare le Università e i settori lavorativi di eccellenza. Dobbiamo riprogettare le lauree Magistrali e i percorsi per gli studenti in collaborazione con le aziende, ad esempio tramite il project working, meno invasivo di stage o tirocini”.  

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Santangelo: Sud più forte con le macroregioni E’ l’unica strada per farci sentire da Bruxelles Il vice presidente della Fondazione Sudd, Tino Santangelo, pone l’accento sull’incapacità,  “o meglio sull’impossibilità” da parte delle regioni del Sud di farsi sentire sul piano nazionale ed europeo. “Le macroregioni – dice – potrebbero rappresentare una soluzione,  magari passando prima attraverso un coordinamento di tipo consortile tra le regioni del Sud allo scopo di creare infrastrutture,  il primo passo per rendere il territorio più attrattivo per nuovi investimenti. In questo modo anche a Bruxelles arriverebbero prima i problemi del Meridione”.

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Lo Cicero: L’Italia accantona la questione Sud La soluzione? Occorre disfarsi delle Regioni

L’economista Massimo Lo Cicero ripropone le questioni legate al gap di sviluppo economico al Sud: “I valori del Meridione – dice -sono completamente sballati, questo problema si riflette su scala nazionale. Ma in generale è tutta l’Europa a non riuscire più a crescere. L’Italia sembra quasi voler accantonare la questione del Mezzogiorno. Una soluzione potrebbe essere quella di disfarsi delle regioni riproponendo invece un sistema unico dell’economia da Torino a Lecce”.

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  Paliotto: Sud, serve una rivoluzione culturale Stato leggero e meno burocrazia per le Pmi  Rossella Paliotto della Fondazione Plart parla del crescente disagio sociale avvertito al Sud, “dove ha raggiunto dati preoccupanti”, sottolineando poi quanto poco si parli di cultura, argomento che invece è centrale quanto si discute, per esempio, di turismo o di innovazione.  “Un altro aspetto da non trascurare – afferma la Paliotto – è quello psicologico: gli imprenditori oggi si sentono osteggiati dal sistema fiscale e dalla burocrazia, siamo in emergenza. Ci vorrebbe una rivoluzione culturale, uno Stato ‘leggero’ ed una notevole ‘sburocratizzazione'”.    

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Morando chiude la tavola rotonda: Napoli torni capitale finanziaria del Sud  Il vice ministro all’Economia Enrico Morando tira le somme della prima fase della tavola rotonda “L’Italia delle riforme riparte dal Mezzogiorno”. “È difficile mettere insieme l’emergenza con una visione di medio-lungo periodo per riuscire a capire come migliorare davvero. Si tratta di un problema ormai datato della politica italiana.  Da questo punto di vista,  un esempio impressionante è quello del porto di Napoli: tutti sono ben consapevoli della sua importanza, ma la situazione è sempre bloccata. Spero che la politica del Sud abbia un sussulto e restituisca interlocutori alle imprese e ai cittadini. Purtroppo la politica nazionale ha assunto il breve periodo come periodo di riferimento,  mentre sembra quasi che quella locale si concentri sull’attimo. Napoli dovrebbe tornare ad essere non solo la capitale logistica del Sud, ma anche la capitale finanziaria”.