Ice, Luongo: non solo moda e gioielli, oggi il made in Italy è anche innovazione

55

“Gli investimenti esteri in Italia stanno crescendo sui settori più innovativi e ad alta tecnologia. E il made in Italy non è più rappresentato solo da calzature, gioielli, mobili e abbigliamento ma anche da settori altamente innovativi in cui molto fanno le imprese giovani e le università”. Lo ha assicurato il direttore dell’agenzia Ice, Roberto Luongo, a margine della inaugurazione della seconda edizione della Borsa internazionale dell’innovazione e dell’alta tecnologia (Biat), alla Fiera del Levante di Bari, con l’obiettivo di valorizzare il potenziale innovativo espresso dal sistema delle imprese e della ricerca delle Regioni convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) per trasformarlo in prodotti e servizi da collocare sui mercati esteri. Dei 129 progetti presentati, 84 sono pugliesi. Per Luongo, si tratta di un “panorama molto vasto che dimostra come il Mezzogiorno non è tutto crisi, disagio e difficoltà, ma rappresenta grandi opportunità ed è questo che vogliamo dimostrare all’Europa e al nostro Paese”. In programma fino a domani ci sono circa 1.200 incontri d’affari nel corso dei quali le start-up italiane si presenteranno al mondo. “Abbiamo – ha sottolineato Luongo – delegazioni di altissimo profilo provenienti da paesi molto lontani – ha sottolineato Luongo – dagli Usa alla Cina, dal Brasile all’India”. La prima edizione della Biat si è tenuta l’anno scorso a Napoli dove si sono chiusi, ha ricordato Luongo, “una quarantina di accordi fra centri di ricerca, imprese italiane ed estere, e si sono firmate collaborazioni molto importanti. A Napoli era privilegiato l’aspetto connesso all’Aerospazio e alle tecnologie correlate, qui abbiamo una partecipazione più ampia della Ict”. La chiave per avere successo all’estero, ha detto infine il direttore dell’Ice, “è una grande conoscenze tecnica, saper parlare le lingue, avere specialisti che conoscono la internazionalizzazione, e appoggiarsi a strutture come la nostra”.