I tempi cambiano, anche quelli del riposo

(da Tripadvisor)

Anticipatore è stato, ormai da alcuni anni, l’agriturismo, mentre il campeggio, l’uso di roulottes e camper, già da tempo viveva di vita autonoma. Così da diventare spesso e solo per certi versi una specie di vacanza en plein air. I primi che iniziarono a passare il loro tempo di riposo circondati da volatili – galline e simili – e altri animali cosiddetti da cortile, sull’esempio di molti europei, furono professionisti e altri lavoratori di ogni genere, definibili fin da allora forzati della vita in città. Certo non fu qualcosa di simile per importanza al ben più ampio movimento dei “figli dei fiori” (hyppies) che, con pulmini VW o simili, trasformati senza pretese in rudimentali camper, dalla California cominciarono a viaggiare prima attraverso gli USA e poi per il mondo intero in maniera più che spartana. Furono in effetti la rappresentazione pacifica del cambiamento sociale che mise alla gogna i comportamenti e le abitudini della middle class (borghesia) occidentale. La variante ormai più diffusa, l’agriturismo, è risalente a tempi e situazioni più recenti e è derivato da un passa parola di estrazione più tranquilla, con propositi e comportamenti sostanzialmente bucolici. Tra essi spicca quello di far capire alle ultime generazioni che il cibo si fa, non si costruisce. In più occasioni è offerta la possibilità di prepararlo e comprarlo all’ origine, con tutto l’appeal del “visto come si fa”. In parallelo con quanto fin qui narrato, non bisogna tralasciare che le vacanze tradizionali, modulate sulle disponibilità finanziarie di chi le preferisce, a parte il periodo della pandemia, non sono state di certo mai confinate definitivamente in cantina. Arrivando così a questa estate, si prende atto che la tendenza all’upgrading della vacanza, nel Paese come altrove, è stata tenuta in particolare considerazione. C’è voluta così l’aggiunta dell’uso d’una terminologia adeguata al trend attuale. La stessa che, solo per esempio, definisce l’agriturismo di fascia alta “vacanza in masseria” e via dicendo. Si finisce così con il recuperare i termini desueti e messi da parte per definire comportamenti chic con descrizioni che, in tal modo, vorrebbero essere di profilo volutamente sottotono. C’è da aggiungere una constatazione. Spesso le operazioni innanzi accennate servono soprattutto per fare in relax e, se possibile, con animo ben disposto, qualcosa che somiglia a un bilancio di periodo, seppure informale e sotto le mentite spoglie di chiacchiere al fresco della pergola. Chi nella casa di campagna, chi nel piccolo villaggio osservato per caso durante una trasferta di lavoro, ognuno di quanti reggono le sorti del mondo ha una valvola di sfogo o buen retiro da utilizzare per il riposo di poche ore o di alcuni giorni. Anche se solo alcune volte è opportuno gestire in contemporanea aspetti seri e altri meno, non sono mancate occasioni ben riuscite di un’attività condotta in tandem. Si potrà obiettare che non fu così che andarono le vicende trattate con quelle modalità durante il ventennio. L’introduzione di questa nota dovrebbe uscirne confermata: i tempi sono cambiati e il mondo insieme a essi e compete solo all’umanità l’uso corretto e mai l’abuso di entrambe le componenti.