I tarli della società, alcuni più attivi che mai, dovunque nel mondo

Da qualche tempo, all’incirca dall’inizio della pandemia, un altro malessere, questa volta di tipo socioeconomico, ha preso maggior vigore rispetto al livello di per sé già più che consistente a ogni latitudine. È il malaffare o condotta malavitosa di cui l’ Italia ha lo sgradito ruolo di aver tenuto a battesimo e dato il nome che la connota dovunque sulla faccia della terra: Mafia. Non ha bisogno di presentazione, quella triste piaga sociale, che prese il via in Sicilia intorno alla metà dell’altro secolo. Seguì il flusso degli emigranti, soprattutto di quelli che “passavano l’acqua”, ovvero si trasferivano a “la Merica”, riferendo quel termine a Usa, Sudamerica e Canada. È noto che si adeguarono talmente bene al nuovo luogo di “lavoro” da mettere al loro servizio la malavita locale. Con il tempo gli omologhi d’Oltremare cominciarono a assumere una identità propria, con personale del luogo e a dotarsi di una connotazione autentica, basta citarne una, la Yakuza giapponese. Un particolare che accomuna alle altre ciascuna di quelle congregazioni è il buttarsi a capofitto in qualsiasi affare particolarmente lucroso. C’è di più: la loro competenza territoriale è rimasta ben definita, come all’ esordio, se non ancor più. Argomento attuale e all’attenzione di quanti dovrebbero tenerlo sotto controllo, sono quelle organizzazioni che operano in Europa e ai confini della stessa con quello che può essere definito, al momento, l’affare del secolo.È la tratta di esseri umani che, contro ogni tentativo dei paesi che ne sono in qualche modo interessati, prospera. Le mani della mafia, della camorra e della ‘ndrangheta, diverse solo per denominazione, non hanno esitato a prendere le redino di quel traffico. Esso segue pedissequamente i comportamenti che hanno seguito il progresso
Per rimanere nel concreto, basti ricordare che lo schiavismo praticato in vari stati degli Usa, seppure ufficialmente abolito, è durato sotto tono fino a circa un secolo fa. In Africa i galeoni dei negrieri prendevano a bordo individui di ogni età e di entrambi i sessi per rivenderli come bestie da fatica a quei “datori di lavoro” che li trattavano come appena accennato. Allo stato quella situazione vede il replicarsi con lo sbarco sulle coste meridionali e sulle isole, dell’esodo di migranti, più propriamente di disperati in fuga con la speranza di poter vivere un’ esistenza normale o quasi. In questo nuovo esodo si è immersa completamente la malavita organizzata, precisamente quella europea con affiliazioni sulle coste del Nordafrica. Quei negrieri al pomodoro estorcono tutto ciò che posseggono ai disperati che tentano di fuggire. Come se non bastasse, hanno trovato il modo di attingere in guanti bianchi dalle provvidenze stanziate dai vari paesi dove provano a arrivare e da quelle della stessa Ue. Di conseguenza risulta falsata ogni analisi costi-benefici. Sabato e domenica gli europei andranno al voto per il rinnovo del Parlamentl europei. Se saranno in grado i nuovi eletti di cambiare almeno in parte quell’andazzo nessuno può dirlo. Augurarsi di si é un atteggiamento che ognuno dovrebbe adottare: genera un clima di positività.È, particolare non trascurabile, non costa niente.