Il Bazar delle Follie si affaccia timidamente al mondo dell’innovazione aperta, oggi in ebollizione tra vecchia e nuova identità. La rete è al centro dell’innovazione aperta: un processo socio-economico in cui le persone interagiscono e condividono informazioni per riconoscere, creare e agire sulle opportunità di business. Abbiamo visto tanti casi di collaborazione i cui effetti sono al meglio additivi, producendo una somma delle parti che è inferiore alla somma di ciascuna delle singole componenti. Ciò che chiamiamo Innovazione Aperta 2.0 – la sua nuova identità – genera sinergie ed effetti di rete piuttosto che semplici effetti additivi. Due o più entità interagiscono insieme per produrre un effetto combinato maggiore della somma dei loro effetti separati.
Come appare una comunità d’innovazione aperta in fase evolutiva se osservata con le lenti che, seppur in modo approssimativo, permettono di avvicinarla al mondo della fisica? Similmente alle molecole d’acqua in un forno a microonde, si vedono i suoi agenti urtarsi e mescolarsi spostandosi da un team a un altro. È questo un disordine creativo d’interazioni che alimentano l’energia intellettuale suscitatrice di eventi molto variabili. Nel disordine degli accadimenti emerge l’innovazione. Nel mescolarsi i team cambiano configurazione.
Tanto più forte è il cambiamento, quanto più gli agenti della comunità composta dagli operatori economici (datori di lavoro e loro dipendenti) entrano in contatto con gli agenti della comunità dei cittadini. Se i primi si prefiggono di raggiungere risultati a loro vantaggio che potrebbero anche (ma non necessariamente) produrre esternalità positive, ciò che perseguono i secondi è l’interesse generale del corpo di individui che formano la città. L’apertura dell’impresa verso l’esterno e l’estraneo non va quindi intesa unicamente come disponibilità a confrontarsi e collaborare entro i confini della galassia aziendale. L’interazione tra il grande e variegato insieme degli operatori economici e l’altra galassia – quella delle comunità di cittadini – che appare tanto distante dalla prima negli stadi primitivi dell’innovazione aperta dà a quest’ultima nella sua nuova identità 2.0 una natura portatrice di opportunità inesplorate.
Lo stato di aggregazione di ciascuna delle due galassie dipende dalle interazioni di ciascun agente con i suoi pari. Intrecciare legami tra le due galassie richiede che ciascun agente entro il suo insieme interagisca non solo con i suoi pari, ma anche con se stesso nella duplice veste di operatore economico e di cittadino. Intensità e qualità delle relazioni intrapersonali contribuiscono a generare valori non contrastanti tra le due galassie. Dal loro raccordo emerge l’innovazione in forma di beni comuni – risorse non rivali e quindi di vicendevole interesse per gli agenti dei due insiemi; condivise tra tutti i compartecipanti; né pubbliche né private. Insomma, una discontinuità che prende il nome di “common” – il bene comune, appunto.