Molti ricorderanno quel che successe all’inizio degli anni ’70. Quei protagonisti che hanno dato fuoco alle polveri circa un anno fa, Palestina e Israele, hanno iniziato a gridare: “Alle armi, alle armi”, non avevano abbandonato i loro posti di combattimento. Non erano rimasti soli, però. Quindi quello che allora fu definito Settembre Nero, oggi si è attualizzato in Ottobre di tutti colori. Gli stessi sono accompagnati da nuovi proseliti e confermando quelli già all’opera dalla prim’ ora. Quindi, ben identificati i protagonisti, é opportuno definire sia il teatro di guerra che i campi di battaglia. Il primo si identifica ormai senza dubbio con il mondo intero. Dove più, dove meno, i bagliori delle armi di ogni tipo continuano a provenire prevalentemente dalla Terra Santa (l’aggettivo è usato senza sarcasmo,n.b.), ma le poste in gioco sono di ben altre dimensioni. Si va perciò verso la delimitazione dei veri e propri luoghi di scontri armati, dove si combatte anche all’ arma bianca. Il più, delle volte può succedere di non inquadrare a prima vista chi è dalla parte di chi, fatto che genera innumerevoli episodi del cosiddetto fuoco amico. Solo una riflessione che può aiutare a individuare meglio il bandolo di quella matassa che, invece di dipanarsi, continua a aggrovigliarsi. Non sarà sfuggito a molti che, poco dopo il recente maxi attacco al Libano da parte dell’Iran, il prezzo del petrolio sul mercato mondiale è balzato in alto e non di poco. A meno di non avere paraocchi da cavallo, nessuno crederà mai che il bombardamento del Libano è l’impennata del greggio viaggino su percorsi diversi.In Toscana, in presenza di episodi del genere, il più delle volte concludono la narrazione di fatti dello stesso genere con un’espressione più che sintetica:”senza lilleri non si lallera”. Non furono i primi a sintetizzare il concetto. Sembra che già ai tempi delle Crociate, i frati che accompagnavano i pellegrini che si avventurano verso il Santo Sepolcro, fossero soliti ricordare ai fedeli che le messe cantate potevano essere celebrate solo dopo il pagamento a loro, servi di Gesù, del dovuto compenso.
Ovviamente senza fattura.