I mercati brindano a Draghi
Non alla Banca centrale europea

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A cura di Antonio Arricale E’ stato il giorno di Draghi, ieri, com’era nelle attese. Le borse hanno brindato (Milano arriva quasi al +3% e poi ritraccia fino A cura di Antonio Arricale E’ stato il giorno di Draghi, ieri, com’era nelle attese. Le borse hanno brindato (Milano arriva quasi al +3% e poi ritraccia fino al +0,8% e chiude a +2,44%). Parigi termina gli scambi in rialzo dell’1,52%, Londra si apprezza dell’1,02% e Francoforte dell’1,32%. La piazza svizzera, invece, accusa il colpo e perde lo 0,3% sui timori di un nuovo apprezzamento della valuta elvetica. L’euro è sceso sui minimi degli ultimi 11 anni a 1,1412 e il tasso del Btp ha aggiornato il minimo storico all’1,57%, restringendo lo spread con il Bund a 117 pb. Ieri sera l’S&P 500 ha chiuso a +1,53%, il Nasdaq Composite a +1,78%, il Dow Jones Industrial a +1,48%. I future sui principali indici americani al momento della scrittura sono in rialzo dello 0,1-0,2 per cento. A Tokyo il Nikkei 225 ha terminato a +1,05%, a Hong Kong l’Hang Seng a +1,34%, a Shanghai il CSI 300 a +0,12%. Infine, inutile annotazione, banche in spolvero. E tuttavia, la sensazione diffusa è che a festa è durata poco, o comunque ha lasciato in bocca un retrogusto non proprio dolce, anche se non amaro a dire il vero. Il nuovo piano di QE, tanto atteso da mesi, alla fine sembra aver entusiasmato gli operatori solo per l’importo massiccio. Il piano – lo ricordiamo – prevede acquisti mensili da 60 miliardi di euro, a partire da marzo 2015 sino a settembre 2016. Gli acquisti saranno ripartiti in base alle quote possedute dai vari Paesi presso la BCE e avranno ad oggetto titoli di Stato e asset delle Istituzioni europee con rating almeno pari all’investment grade. Sul totale degli acquisti, solo il 20% del rischio (ripartito in così 12% degli asset delle agenzie Istituzionali europee e 8% dei titoli di Stato) sarà condiviso, e quindi finirà nel bilancio BCE. La restante parte del rischio rimane a carico delle singole Banche centrali nazionali. Altro provvedimento deciso nella riunione di ieri è che nelle prossime aste TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations) il tasso sarà allineato a quello di rifinanziamento principale, eliminando lo spread di 10 punti base esistente. I mercati inizialmente hanno apprezzato l’importo massiccio, che non era del tutto scontato dai mercati. La bassa condivisione del rischio della Bce, invece, suscita più di una perplessità e si capisce chiaramente che è frutto del compromesso con la Bundesbank. Insomma, con la manovra di ieri la BCE ha confermato di essere una Banca poco centrale. Sebbene avere in bilancio i titoli di Stato del proprio Paese rimanga un rischio che si concretizza per le Banche centrali solo nell’ipotesi di default del Paese stesso (circostanza assai remota), l’elemento negativo è rappresentato dalla perdita di credibilità di una Banca centrale, dato che scarica la responsabilità delle proprie decisioni sui singoli Paesi. Con questa ripartizione del rischio, probabilmente la Germania avrebbe apprezzato anche importi superiori di QE, se poi alla fine erano i singoli Paesi a doversene fare carico. Borse asiatiche Borsa giapponese positiva in chiusura di ottava con i prezzi che hanno archiviato le contrattazioni a 17511 punti in crescita dell’1,05% in una seduta caratterizzata da bassa volatilità. L’annuncio del quantitative easing da parte della BCE ha reso effervescenti i mercati spingendo al rialzo sia l’obbligazionario che l’azionario. Ieri sera Wall Street ha chiuso positiva con l’S&P 500 in crescita dell’1,53% ed il Nasdaq dell’1,78% mentre l’euro ha ceduto terreno nei confronti sia del dollaro che dello yen. Il rialzo dei corsi azionari asiatici è stato agevolato anche dal rimbalzo di questa mattina del prezzo del greggio dopo la notizia della morte del re Saudita Abdullah. Ad Abdullah succede il principe Salman Abdul Aziz al Saud e gli addetti ai lavori sono in attesa di conoscere se ci saranno cambiamenti soprattutto riguardo alle politiche petrolifere. Rialzo attorno al punto percentuale anche ad Hong Kong mentre Seoul ha chiuso on crescita dello 0,79% e Shanghai si muove in territorio positivo per pochi decimi di punto percentuale. Sul fronte macroeconomico da segnalare l’ottavo mese consecutivo di progresso in Giappone per l’indice Pmi stilato da Markit/Jmma, che resta ancora abbondantemente sopra la soglia di 50 punti che separa crescita da recessione anche nella lettura preliminare relativa a gennaio. Il dato segna infatti un incremento a 52,1 punti da 52 punti di dicembre. Il sottoindice dell’output scende a 52,3 punti da 52,5 di dicembre. Torna a crescere in gennaio l’attività manifatturiera in Cina, con la lettura preliminare del Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Hsbc che sale a 49,8 punti da 49,6 punti di dicembre. Il dato, che si confronta con i 49,5 punti attesi dagli economisti, resta comunque per il secondo mese consecutivo sotto la soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione. Secondo quanto comunicato dalla Bank of Korea, nell’ultimo periodo del 2014 l’economia di Seoul ha registrato la più modesta crescita trimestrale in due anni. Nel quarto trimestre, infatti, il Pil della Corea del Sud ha segnato un progresso dello 0,4% a causa di una frenata negli investimenti infrastrutturali. Su base annua il Pil è cresciuto del 2,7% nei tre mesi, portando al 3,3% l’incremento per l’intero 2014, sotto al 3,4% stimato a fine dicembre. Una debole lettura per il quarto trimestre era stata anticipata settimana scorsa dalla Bank of Korea, che aveva ridotto dal 3,9 al 3,4% la previsione di crescita del Pil nel 2015. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,48%, l’S&P 500 l’1,53% e il Nasdaq Composite l’1,78%. La Banca centrale europea ha annunciato un piano di acquisto di titoli di Stato per 60 miliardi di dollari al mese. Gli investitori avevano previsto un QE di 50 miliardi al mese. Luci ed ombre dai dati macroeconomici pubblicati in giornata. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 16 gennaio si sono attestate a 307 mila unità, superiori alle attese degli analisti pari a 300 mila ma inferiori al dato rilevato la settimana precedente (317 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,443 milioni, superiore ai 2,410 milioni attesi. L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è cresciuto dello 0,8% nel mese di novembre, a fronte di un incremento dello 0,4% atteso. Europa Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta dell’ottava in netto rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna l’1,1%, il Cac40 di Parigi l’1,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,5% e l’Ibex35 di Madrid l’1,3%. I listini del vecchio continente continuano a beneficiare della decisione della Bce di approvare un piano di acquisto di titoli di Stato per 60 miliardi di euro al mese. Sul fronte societario Telefonica +2%. Hutchison Whampoa ha avviato trattative in esclusiva con il gruppo spagnolo per la’acquisto di O2, divisione britannica di telefonia mobile, per 10,25 miliardi di sterline. Thales -3,5%. Il gruppo della difesa ha avvertito che la partecipata DCNS che produce navi militari registrerà nel 2014 una perdita netta di 300 milioni di euro. NH Hotel -2%. Intesa San Paolo ha ceduto il 7,6% del capitale del gruppo alberghiero per 113,8 milioni di euro. Adidas +3,5%. Il gruppo dell’abbigliamento sportivo ha annunciato la cessione di Rockport per 280 milioni di dollari. Altice +5%. Gli azionisti di Portugal Telecom hanno approvato la vendita delle attività portoghesi di Oi alla società casa madre di Numericable per 7,4 miliardi di euro. Italia Borsa italiana: Ftse Mib +0,65%, crollano rendimenti e spread dopo QE. Bancari in ordine sparso, bene Telecom, Tod’s e automobilistici. Il Ftse Mib segna +0,40%, il Ftse Italia All-Share +0,38%, il Ftse Italia Mid Cap +0,20%, il Ftse Italia Star +0,19%. Ottimo avvio di seduta per Telecom Italia (+4%) in scia all’ok degli azionisti di Portugal Telecom alla vendita delle attività portoghesi di Oi ad Altice per 7,4 miliardi di euro. L’operazione permetterà alla compagnia brasiliana si rinsaldare la propria posizione finanziaria e quindi di proporsi come soggetto aggregante nel processo di consolidamento nel settore telefonico in Brasile. Oi nei mesi scorsi ha comunicato di aver avviato approfondimenti in merito alla possibilità di acquisire Tim Brasil, controllata da Telecom Italia. In forte progresso Tod’s (+6,1%) dopo l’approvazione dei dati preliminari sui ricavi 2014. Lo scorso esercizio si è chiuso con ricavi a 965,6 milioni di euro, sostanzialmente stabili rispetto al 2013, ma con una buona accelerazione nella parte finale dell’anno: il quarto trimestre ha infatti visto una crescita del 4,5% a/a. Diego Della Valle, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo, ha commentato che, “anche alla luce dei primi positivi risultati delle collezioni primaverili ora nei negozi, sono fiducioso che il nostro Grupp o, seppure in un contesto di scarsa visibilità e di incertezza su alcuni mercati, potrà ottenere positivi risultati in questo esercizio”. Bancari nel complesso positivi: l’indice FTSE Italia Banche segna +0,5% in scia al crollo di spread e rendimenti dopo il QE della BCE più massiccio del previsto. Lo spread BTP/Bund è sceso fino a sfiorare quota 106 e il rendimento del BTP decennale tocca in questi minuti il minimo storico all’1,4185%. L’indice settoriale è sostenuto dalle performance delle big Intesa Sanpaolo (+1,3%), che ha ceduto la quota del 7,6% nella spagnola NH Hotel per 113,8 milioni di euro, e Unicredit (+1% a 5,80 euro), che dopo aver superato la resistenza rappresentata dai massimi di fine 2014/inizio 2015 poco sotto i 5,50 euro si dirige verso area 6 euro (top di novembre e linea che scende dal picco di giugno). Le banche popolari ritracciano dopo il rally delle ultime sedut e. Perdono terreno BP Milano (-2,6%), BPER (-2,2%), Banco Popolare (-2,3%). MF scrive che gli istituti hanno già fatto preparare una perizia che attesta l’incostituzionalità del recente d.l. del Governo. L’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari ieri ha diramato un comunicato in cui si afferma di ritenere “il recente d.l. del Governo, gravido di conseguenze negative su risparmio nazionale e su credito famiglie piccole medie imprese, per un paese, come il nostro, privo d’investitori di lungo periodo in aziende bancarie e, non ultima, ingiustificato e ingiustificabile”. Buon avvio per gli automobilistici con l’indice EURO STOXX Automobiles & Parts a +2,3%. In verde FCA (+3%), Pirelli&C (+2,3%) e Brembo (+2,9%). Positiva STMicroelectronics (+2,5% a 7,20 euro) grazie a Exane che ha alzato il giudizio OUTPERFORM da NEUTRAL con il target price in dollari che sale a 10,80 (c irca 9,55 euro al cambio attuale), in crescita del 40% dal precedente.


I dati macro attesi oggi Venerdì 23 gennaio 2015 02:35 GIA Indice manifatturiero PMI (prelim.) gen; 02:45 CINA Indice HSBC manifatturiero PMI (prelim.) gen; 08:45 FRA Indice fiducia imprese gen; 09:00 FRA Indice PMI manifatturiero (prelim.) gen; 09:00 FRA Indice PMI servizi (prelim.) gen; 09:30 GER Indice PMI manifatturiero (prelim.) gen; 09:30 GER Indice PMI servizi (prelim.) gen; 10:00 EUR Indice PMI composito (prelim.) gen; 10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (prelim.) gen; 10:00 EUR Indice PMI servizi (prelim.) gen; 10:30 GB Vendite al dettaglio dic; 15:45 USA Indice Markit manifatturiero PMI (prelim.) gen ; 16:00 USA Indice anticipatore dic; 16:00 USA Vendite abitazioni esistenti dic.