I mercati asiatici volano ai massimi di quattro mesi

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Il punto. Borsa italiana in queste prime ore di seduta si muove sotto la parità: il Ftse Mib segna -0,31%, il Ftse Italia All-Share -0,26%, il Ftse Italia Mid Cap +0,12%, il Ftse Italia Star -0,03%.

Incerti anche i mercati azionari europei: DAX +0,1%, CAC 40 -0,1%, FTSE 100 -0,3%, IBEX 35 -0,2%.

Euro scende sui minimi da fine marzo contro il dollaro. Al momento EUR/USD oscilla in area 1,1250. Mercati obbligazionari eurozona positivi. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 3 bp allo 0,13%, quello del BTP scende di 1 bp all’1,32%.
Lo spread sale di 2 bp a 119.
In rosso i petroliferi con il greggio in arretramento dai massimi da fine novembre/inizio dicembre toccati ieri pomeriggio. Il future sul Brent al momento segna 43,40 $/barile (da 44,94), quello sul WTI 41,00 $/barile (da 42,41Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse.

I Future sugli indici azionari americani al momento appaiono in ribasso dello 0,3% circa.
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,00%, Nasdaq Composite +1,55%, Dow Jones Industrial +1,06%.
Tokyo in forte rialzo con il Nikkei 225 a +3,23%. In verde le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina +0,44%, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng al momento segna +0,8% circa.

Ieri il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’economia globale che dovrebbe mostrare una crescita del 3,2% nel 2016 e del 3,5% l’anno prossimo. Tagliate anche le stime sull’Italia. Sempre nella mattinata di ieri l’asta Bot ha visto i titoli a un anno allocati al nuovo rendimento minimo storico di -0,081%.

Stamane alle 11 ora italiana sarà pubblicato il dato sull’inflazione a marzo nella zona euro.

Borse asiatiche
I mercati asiatici volano ai massimi di oltre quattro mesi mentre le valute regionali si indeboliscono al traino del dollaro di Singapore, su aspettative che altre banche centrali seguano l’esempio di quella della città-Stato che ha portato i tassi di riferimento allo zero, dopo una lettura piatta del Pil nel primo trimestre.

Sul fronte valutario, lo yen è tornato a indebolirsi nei confronti del dollaro con la divisa americana che si allontana ulteriormente dai minimi di 17 mesi sulla moneta nipponica toccati lunedì scorso. E il risultato è stato il proseguimento del rally di Tokyo che ha spinto al rialzo tutte le principali piazze della regione.
L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, è in moderato progresso ma ha guadagnato quasi il 5% dallo scorso febbraio salendo ai massimi dal 2 dicembre 2015. A fine seduta il Nikkei 225 ha bissato il balzo del 2,84% registrato mercoledì con un guadagno del 3,23% (leggermente inferiore il progresso dell’indice più ampio Topix, apprezzatosi del 2,92%). Più che positiva anche la seduta di Seoul, che mercoledì era rimasta chiusa in occasione delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale: il Kospi ha segnato un progresso dell’1,75% al termine degli scambi.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio, che aveva recuperato nella precedente seduta è tornato a deprezzarsi di oltre l’1% sui mercati asiatici in scia al dato sulle scorte Usa ampiamente superiore alle attese e soprattutto alle sempre più esili speranze che dall’incontro tra i maggiori produttori previsto per il weekend a Doha escano accordi sul taglio dell’output.
Viaggia invece sopra ai 60 dollari la tonnellata il minerale di ferro, secondo i dati di Metal Bulletin, ai massimi dallo scorso 8 marzo. E nonostante il declino dei metalli di base, dopo il balzo registrato sui positivi dati sull’export cinese diffusi mercoledì, continua il rally di circa il 5% del colosso minerario australiano Bhp Billiton.
A Sydney l’S&P/ASX 200 ha guadagnato l’1,19% in una seduta positiva anche per i titoli del settore bancario (contrastata, invece, la performance dei petroliferi). In controtendenza è invece stata la seduta delle piazze della Cina continentale, che hanno eroso gran parte dei guadagni iniziali e avvicinandosi alla chiusura sono in altalena tra moderati guadagni e perdite.

In vista della chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 si muovono intorno alla parità, ma in positivo. Guadagna invece circa lo 0,30% lo Shenzhen Composite.
Allineata al resto della regione è invece Hong Kong, con l’Hang Seng in progresso di circa l’1% (performance simile anche per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Borsa Usa
A Wall Street i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,06%, l’S&P 500 l’1% e il Nasdaq Composite l’1,55%. I listini hanno beneficiato del dato sulle esportazioni cinesi (tornate a crescere dopo nove mesi) e della trimestrale superiore alle attese di J.P. Morgan. Inoltre dal Beige Book della Fed è emerso che l’economia Usa sta crescendo ad un ritmo moderato, e che il mercato del lavoro continua a rafforzarsi. Buone notizie anche dai salari e dalla spesa dei consumatori. Nel corso della giornata sono stati pubblicati tre importanti dati macroeconomici. L’indice grezzo dei prezzi alla produzione ha evidenziato, nel mese di marzo, una flessione dello 0,1%, dopo il calo dello 0,2% della rilevazione precedente. Su Base annuale il PPI è sceso dello 0,1% dopo la variazione nulla di febbraio. L’indice core (esclusi energetici ed alimentari) è sceso dello 0,1% su base mensile (consensus +0,1%). Su base annuale, l’indice Core ha fatto segnare un incremento pari all’1,0%. Le vendite al dettaglio hanno evidenziato nel mese di marzo un calo dello 0,3% m/m, risultando inferiori alle attese fissate su un incremento dello 0,1%. L’indice escluso il comparto auto è invece cresciuto dello 0,2% su base mensile a fronte di attese per una variazione dello 0,4%. Le Scorte delle imprese sono scese dello 0,1% nel mese di febbraio in linea con le attese.

Sul fronte societario J.P. Morgan +4,28%. La banca d’affari americana ha annunciato i risultati del primo trimestre. L’utile è diminuito a 5,52 miliardi di dollari (1,35 dollari per azione) da 5,91 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Il dato è superiore alle attese (consensus 1,26 dollari per azione). Meglio del previsto anche il giro d’affari, calato a 24,08 miliardi contro i 23,4 miliardi indicati dal consensus.
Valeant +3,44%. Secondo il Wall Street Journal, il fondo Centerbridg e ha inviato al gruppo farmaceutico canadese notifica di default, avendone facoltà su patti che prevedono che il detentore di almeno il 25% di ogni singola emissione obbligazionaria possa richiederlo. Dietro alla notifica il rinvio della presentazione del bilancio d’esercizio.
Foot Locker +3,79%. Piper Jaffray ha migliorato la raccomandazione sul titolo della catena di negozi di abbigliamento sportivo a overweight da neutral.
Medivation +7,96%. Secondo indiscrezioni, Sanofi avrebbe presentato una offerta di acquisto per il gruppo farmaceutico.

Italia
Seduta altamente volatile per Piazza Affari con le banche protagoniste in negativo nonostante il varo del fondo Atlante. In chiusura l’indice Ftse Mib ha segnato una flessione dell’1,57% a quota 17.444,80 punti.

Tra i titoli più venduti anche le big Intesa Sanpaolo (-4,11%) e Unicredit (-5,15%). Male anche Bper (-3,99%) e Ubi (-4,4%).
Tra i titoli peggiori anche Telecom Italia (-4,73%). Giù le quotazioni del lusso, complici i riscontri trimestrali deludenti arrivati dal colosso francese Lvmh che ha archiviato il primo trimestre dell’anno con vendite per 8,62 miliardi di euro, in rialzo del 4% rispetto a un anno prima (+3% a livello organico). A Piazza Affari il titolo Ferragamo ha registrato una flessione di quasi il 2%.
Tra i pochi titoli in rialzo figura Mediaset (+2,62%) che ha incassato la doppia promozione di Barclays e Goldman Sachs in scia all’intesa con Vivendi. In particolare Goldman Sachs ha alzato la raccomandazione sull’azione del Biscione a buy dal precedente neutral con target price a 4,45 euro (da 3,87 euro precedente). La banca d’affari statunitense sottolinea come si siano dissipate le incertezze sulla società dopo l’annuncio dell’operazione relativa alla pay tv con Vivendi e ora Mediaset presenta un rischio finanziario sensibilmente inferiore al passato.
In evidenza sul listino milanese anche Yoox Net-A-Porter Group che ha chiuso in crescita del 3,52%.


I dati macro attesi oggi

Giovedì 14 Aprile 2016
10:00 ITA Inflazione (finale) mar;
11:00 EUR Inflazione (finale) mar;
13:00 GB Riunione BoE;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Inflazione mar;
16:00 USA Intervento Lockhart (Fed);
16:00 USA Audizione Powell (Fed) al Senato.