I dati macro affondano Tokyo (-2,43% il Nikkei 225)

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Apertura di seduta positiva per la Borsa, con l’indice Ftse Mib che segna +0,45% a 21.718 punti. All Share sul +0,41%. Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi apre stabile a 122 punti per un tasso dell’1,90%. Il differenziale Bonos/Bund segna 147 punti per un tasso del 2,15%. Le borse europee aprono in rialzo grazie ai positivi dati sul commercio tedesco, che compensano la preoccupazione per il rallentamento dell’economia cinese. Il Dax di Francoforte avanza dell’1,07% a 10.216 punti, il Cac 40 di Parigi guadagna l’1,03% a 4.596 punti, l’Ftse 100 di Londra sale dello 0,88% a 6.128 punti. L’euro apre in rialzo a 1,1210 dollari e 136,16 yen. La revisione al rialzo dei dati sul Pil nipponico del secondo trimestre fa salire lo yen a quota 119,67 rispetto al dollaro. Le principali borse cinesi si presentano alla chiusura in deciso rialzo nonostante i negativi dati sul commercio. Shanghai avanza dell’1,89%, Shenzhen guadagna il 2,17%. Entrambi gli indici avevano viaggiato in ribasso per buona parte della seduta per poi segnare una rimonta nella fase finale, un recupero che può far sospettare un nuovo intervento delle autorità centrali a sostegno dei listini. A rimbalzare è soprattutto il comparto bancario. In deciso rialzo anche Hong Kong (+1,55%) e Sydney (+1,7%), dove il settore delle materie prime appare in ripresa sull’onda delle trattative di fusione tra Woodside Petroleum e Oil Search. Poco ispirate Seul (-0,24%) e Taipei (+0,22%). Le quotazioni del petrolio si presentano contrastate sui mercati asiatici. Sui mercati permane il nervosismo a causa dei negativi dati sul commercio cinese. Il light crude Wti di New York perde 1,34 dollari a 44,71 dollari al barile, il Brent di Londra guadagna 44 cent a 48,07 dollari al barile.

Borse asiatiche

Seduta mista per le Borse asiatiche, su una serie di dati macroeconomici complessivamente deludenti che hanno colpito però soprattutto la Borsa di Tokyo. L’indice Msci Asia-Pacific (Giappone escluso) segnava moderati guadagni (dopo avere toccato i minimi in tre anni due settimane fa), per poi virare in territorio negativo di circa mezzo punto percentuale. Dopo la seduta di lunedì chiusa in positivo dello 0,38% per Tokyo è stato tracollo: il Nikkei 225 ha registrato un declino del 2,43% trascinato al ribasso dai titoli dei grandi esportatori (Sony ha toccato una flessione superiore al 3%), mentre Nomura Holding ha perso significativamente terreno dopo che Barclays ne ha peggiorato il giudizio da equal weight a underweight. A deprimere la fiducia degli investitori è stato soprattutto il dato sul Pil, calato dello 0,3% su base trimestrale nel secondo periodo dell’anno (lettura rivista dallo 0,4% del dato preliminare), contro lo 1,0% di progresso del primo trimestre e a fronte dello 0,4% di declino del consensus. Torna a riaffacciarsi lo spettro recessione nel Sol Levante e se in generale i dati si sono rivelati migliori delle attese sono stati comunque in gran parte negativi. In particolare è stato confermato che i consumi restano frenati nel Sol Levante. Nel secondo trimestre de l 2015, infatti, i consumi privati in Giappone sono calati dello 0,7% contro lo 0,4% di progresso dei due periodi precedenti. Male anche la spesa delle aziende, che ha segnato un declino dello 0,9% nel secondo trimestre contro il calo dello 0,1% del periodo precedente Sydney ha invece sovra-performato le altre Borse della regione, con l’S&P/ASX 200 che ha segnato un progresso dell’1,69% al traino dei settori bancario, energy e minerario. Per quanto riguarda i titoli petroliferi a spingere i corsi non è stato tanto il prezzo del greggio, ancora in calo, quanto l’Opa da 7,2 miliardi di euro di Woodside Petroleum su Oil Search che è rimbalzata di oltre il 17% condizionando in positivo l’intero comparto (Santos ha toccato un guadagno del 7%). Il minerale di ferro è tornato ad apprezzarsi, annullando l’effetto del dato sull’import cinese, crollato su base annua del 13,8% dopo il declino dell’8,1% di luglio (e la flessione del 6,1% di giugno), assai peggio rispetto all’8,2% di calo del consensus. Il risultato sono stati progressi superiori al 2% per i colossi minerari Bhp Billiton e Rio Tinto. In Cina, i mercati hanno invertito la tendenza dopo la partenza con il freno tirato e in altalena tra perdite e guadagni: i tre principali indici Shanghai Composite, Shenzhen Composite e Shanghai Shenzen Csi 300 si muovono tutti intorno a guadagni di un punto percentuale. Performance simile, di riflesso, anche per l’Hang Seng di Hong. A Seoul, invece, declino dello 0,24% in chiusura per il Kospi.

Borsa Usa

La Borsa di New York è rimasta chiusa in occasione della Festa del lavoro (Labour Day).

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna l’1,05%, il Cac40 di Parigi l’1,1%, il Ftse100 di Londra lo 0,7% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,9%. In Germania il surplus della bilancia commerciale in luglio si e’ attestato a 22,8 miliardi di euro, dai 22,1 di giugno (rivisto al ribasso da 24 miliardi di euro). L’Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha inoltre riportato che le esportazioni sono cresciute del 2,4% rispetto a giugno e le importazioni del 2,2% nello stesso periodo. Nel mese di luglio in Francia la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 3,3 miliardi di euro, a fronte di attese pari a un deficit di 3,2 mld di euro da un disavanzo di 2,8 miliardi del mese precedente. Le esportazioni sono scese a 38,9 ml d di euro da 39,6 mld di giugno, mentre le importazioni si sono attestate a 42,2 mld di euro da 42,3 del mese precedente.

Italia

Avvio della nuova settimana borsistica, ieri, con moderata intonazione positiva per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha chiuso in progresso dello 0,7% a quota 21.622 punti. Orfani della bussola di Wall Street, chiusa in occasione del Labor Day, i mercati si sono mossi sin dall’avvio in rialzo dopo lo scrollone ribassista di venerdì scorso. I riflettori rimangono rivolti a quello che farà la Federal Reserve settimana prossima (16-17 settembre). In luce le utilities con Enel (+1,74% a 3,978 euro) che ha cavalcato il giudizio positivo arrivato da Ubs, che la ritiene la utility europea più interessante, e le parole dell’ad Francesco Starace che ha preannunciato un possibile aumento del dividendo. “L’esecuzione del piano strategico dovrebbe permettere la transizione di Enel a una premium utility”, sottolinea Ubs che ha confermato buy su Enel con prezzo obiettivo a 4,85 euro. L’ad Francesco Starace ha fatto luce sulle prospettive sul fronte dividendo, garantito a 16 e 18 centesimi nel 2015 e nel 2016. Per quanto riguarda la cedola del prossimo anno, Starace ha però anticipato che “è probabile che ci possa anche essere una sorpresa positiva”. In evidenza anche il titolo Telecom Italia (+2,29% a 1,116 euro). Nel fine settimana il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ha confermato il sostegno alla strategia di sviluppo della tlc italiana di cui i francesi sono divenuti azionisti di riferimento con una quota del 14,9%. Intanto venerdì scorso sono tornate le indiscrezioni circa la possibile conversione delle azioni risparmio Telecom Italia in ordinarie. La società ha smentito, ma gli operatori di mercato sono convinti che la conversione arriverà. “Il management di Telecom nella conference call del secondo trimestre ha rimarcato che l’attuale struttura del capitale non risulta ottimale per via della presenza di 6 miliardi di azioni risparmio ammettendo che nel secondo semestre l’argomento sarebbe stato discusso dal board”, sotto lineano gli esperti di Banca Akros che si aspettano che la conversione delle risparmio in ordinarie arriverà presto.


I dati macro attesi oggi

Martedì 8 settembre 2015

01:50 GIA PIL t/t, ann. (finale) T2

04:00 CNY Bilancia commerciale ago

08:00 GER Bilancia commerciale lug

08:45 FRA Bilancia commerciale lug

11:00 EUR PIL (prelim.) T2